LEDOR VADOR – La luce interiore

Il progetto architettonico si è basato sull’idea di mantenere la struttura in cemento armato, ma svuotandola dei muri per adattarla nel migliore dei modi alla nuova destinazione.
Al piano terra si sono ubicate le attività generali: gli accessi (dal lato opposto rispetto a quello principale c’è quello per le ambulanze), la reception, l’amministrazione, la farmacia, la biblioteca e, a questa collegata, la sinagoga, quindi i laboratori, un bar, una piccola palestra, le cucine, una sala da pranzo.
Sopra il bar, che si trova in continuità con la hall di accesso, si apre il lucernario che attraversa i vari livelli dell’edificio.Trasparenza è la “cifra” che informa i diversi spazi, ai diversi livelli. A partire dalla hall dell’ingresso principale, che si pone in relazione diretta con un giardino laterale tramite le pareti interamente vetrate.
La facilità di scambio visivo tra i diversi ambienti fa sì che la casa di riposo eviti il rischio di acquisire il tono psicologico del luogo dell’abbandono.
Qui la libertà di circolazione e l’ampiezza delle prospettive interne, e che dall’interno guardano verso l’esterno, fungono da attivatori di energie.Le stanze degli ospiti stanno lungo le pareti esterne, mentre lungo l’asse mediano su ogni piano si apre una zona comune dedicata agli incontri e ai pasti. Queste aree comuni sono attraversate da due trombe lucernario che diventano come cortili interni. Nel complesso l’edificio si articola come invito agli incontri e al dialogo, facilitato dalla serena luminosità naturale che si diffonde ovunque.

“ IL CANALE DI LUCE È COME UN CORTILE INTERNO
CHE RAGGIUNGE TUTTI I LIVELLI ”

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