LE SCOPERTE SUL VOLTO DI SAN PIETRO
Il rilievo fotogrammetrico non solo pone in evidenza i difetti che il tempo procura alle superfici, ma consente anche di scoprire aspetti ignoti delle facciate. Sandro Benedetti, architetto della Fabbrica di San Pietro in Vaticano, ci parla del rilievo realizzato sulla facciata della basilica del Papa. Un servizio completo sul restauro di questa facciata è stato pubblicato su CHIESA OGGI architettura e comunicazione n. 39/1999/2000.
Il rilievo fotogrammetrico della facciata di San Pietro costituisce un documento unico, di importanza basilare per il restauro compiuto nell’occasione del Grande Giubileo del 2000. Quali sono state le prime difficoltà affrontate per il rilievo della facciata di San Pietro? «Le dimensioni. Si tratta di una facciata larga oltre 100 metri. E’ come un campo di calcio alzato in verticale, con una superficie di circa 7.000 metri quadrati: esaminarlo tutto palmo a palmo sarebbe impresa lunga e ardua. Il rilievo fotogrammetrico, realizzato con fotografie assemblate in modo tale da fornire un’immagine completa di tutta la superficie, ha consentito, in un tempo relativamente breve, di acquisire una conoscenza molto precisa dello stato di fatto». Vi saranno stati diversi rilievi prima di questo…. «Dal ‘600 al ‘900 ne sono stati compiuti parecchi. Ma il rilievo fotogrammetrico realizzato per l’ultimo restauro è stato ovviamente il più accurato. In primo luogo ha consentito una visione estremamente precisa dello stato di ammaloramento e, in secondo luogo, ha messo in luce aspetti prima ignoti: dal punto di vista della conoscenza e della comprensione storico critica ha portato una serie di precisazioni di basilare importanza».
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"Il rilievo fotogrammetrico realizzato per l’ultimo restauro ha consentito una visione estremamente precisa dello stato di ammaloramento e, in secondo luogo, ha messo in luce aspetti prima ignoti: dal punto di vista della conoscenza e della comprensione storico critica ha portato una serie di precisazioni di basilare importanza“
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Parliamo del primo aspetto…. «Il rilievo naturalmente ha consentito di ottenere un’immagine precisa dello stato di ammaloramento della facciata: ha documentato i 4 grandi "cretti" (così chiamavano nel ‘600 le lesioni verticali che attraversano la facciata, causate dal cedimento del terreno su cui poggia la sua mole). Beninteso, si conosceva la storia di questi quattro grandi "cretti". Ma solo col rilievo fotogrammetrico si è potuto capire esattamente quale sia stata la misura dello spostamento avvenuto. Il terreno, quando la facciata vi si è adagiata sopra, ha ceduto – questo ha causato le lesioni verticali. Oggi da destra a sinistra si nota un dislivello di 70 centimetri. Questo fatto è stato riscontrato e misurato grazie agli allineamenti del rilievo. Un’altra importante lesione era presente nella galleria alta, detta delle "grotticelle". Questa era conseguenza dello "spiombamento" della facciata, che si è leggermente, ma significativamente assestata in avanti verso la piazza, con uno spostamento di circa 20 centimetri all’apice. Il rilievo ha mostrato la fitta trama delle stuccature con le quali a varie riprese in passato si è intervenuti sulle lesioni: in totale ne abbiamo contate circa 40.000. Cifra che comprende tutte quelle più vecchie e quelle mal conservate che sono state rifatte. Se non si avesse avuto il rilievo non ci si sarebbe accorti dell’entità del problema». E il secondo aspetto, quello della conoscenza storico critica? «E’ emerso che i pannelli della facciata non sono paralleli tra loro. La facciata si compone di cinque grandi pannelli che sono movimentati da un gioco di sporgenze in avanti verso la piazza. Ma questi pannelli non si trovano su piani paralleli. Se la parte centrale è perfettamente frontale, i due pannelli di destra e di sinistra sono leggermente ruotati in fuori. Un artificio visivo, che mostra la sensibilità del Maderno e la sua capacità di correggere la leggera distorsione ottica di affondamento della parte centrale, che deriverebbe dalla dimensione della facciata. Per evitare questo effetto, il Maderno ha arretrato i due pannelli a destra e i due che stanno a sinistra del pannello centrale e li ha ruotati tutti e quattro, di circa 40 centimetri ciascuno». Un rilievo così accurato avrà comportato un costo notevole, sostenibile per San Pietro ma difficilmente affrontabile anche per le tante piccole chiese esistenti sul territorio… «Il rilievo è stato sponsorizzato dall’ENI. Il costo, che peraltro non sono in grado di quantificare, è notevole. Va sottolineato che il rilievo è operazione necessaria, prima di qualsiasi restauro, in quanto consente sia di conoscere lo stato di fatto, sia di mantenere una documentazione accurata. Nel caso di edifici di normale dimensione si può ancora ricorrere al rilievo a mano». Un buon rilievo dovrebbe consentire ipoteticamente anche l’integrale ricostruzione dell’edificio…. «In passato ne sono state compiute diverse: si pensi al centro storico di Varsavia, interamente ricostruito dopo la distruzione bellica. O alla ricostruzione dell’abbazia di Montecassino, o a quella del campanile di S. Marco a Venezia: tutte compiute sulla base di disegni, rilievi o pitture esistenti. Ma la documentazione del bene architettonico che sia andato eventualmente perso, dovrebbe servire non tanto a ricostruirlo dove era e come era, tema su cui si svolge un notevole dibattito nel campo della Teoria del Restauro e su cui ora non è il caso di entrare, ma a mantenerne la memoria».
L. Servadio
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