Tratto da: Chiesa Oggi 47 Architettura e Comunicazione |
Le schede | ||
A cura di Gjlla Giani S. FELICE A BALSIGNANO-MODUGNO (BA) La chiesa di S. Felice a Balsignano è stata acutamente definita “une imitation libre d’un modéle byzantin” dal Bertaux. Essa si leva isolata nella campagna, a poca distanza dall’abitato di Modugno, entro uno splendido ambiente; infatti il recinto della masseria che include la chiesetta, comprende cospicui resti del castello presso il quale sorse l’omonima borgata medievale, oggi scomparsa. Sebbene Balsignano sia ricordato a partire dal secolo XVI, certamente la sua origine doveva essere anteriore di almeno quattro secoli, tanto che la chiesa è considerata uno degli esempi più antichi di struttura a cupola pugliese. La datazione della chiesa rimane ipotetica, fondata sul suo peculiare accento romanico (da porsi probabilmente nella seconda metà dell’XI secolo o all’inizio di quello successivo). E’ possibile ipotizzare una colonia di monaci italo-greci nella zona. Nonostante il crollo della parte anteriore e il pessimo restauro della zona absidale – ove la copertura è stata rifatta a due falde con pietre di recente estrazione – è ancora possibile leggere nelle strutture superstiti quale doveva essere l’originario aspetto: l’unica navata è concepita secondo la medesima impostazione di S. Margherita di Bisceglie, ma le dimensioni dell’impianto appaiono ridotte di circa un quarto in larghezza. Tra le due zone estreme voltate a botte si eleva una cupola su alto tiburio il cui inizio è segnalato da una cornice a gola; il baldacchino centrale è accentuato dai quattro arconi di sostegno. Addossata al fianco settentrionale sorge una seconda navata, più piccola. E’ singolare il contrasto tra il carattere rudimentale di questa e l’aulico aspetto della prima.
SAN MARINO VESCOVO A MACERATA CAMPANA: L’ORGANO L’organo è stato assemblato nel 1941 con materiali di un precedente organo dell’Ottocento. Ora necessita di una revisione generale. Le caratteristiche, descritte in una relazione che risale all’epoca dell’assemblaggio, sono queste: “Organo in un sol corpo racchiuso in cassa espressiva, a trasmissione meccanica. Consolle in legno noce lucidato; registrazione dei comandi a placchette a bilico. Pedaliera in legno duro con diesis in quercia nera, a forma concava distesa. Somiere tastiera, in legno di abete con coperture in legno duro a sistema meccanico diretto; fondi smontabili. Somiere pedale, in legno di abete con testate in legno duro, pneumatico a manticetti. Trasmissioni a funzione meccanica diretta. Manticeria alimentata da elettroventilatore silenzioso. Mantici in legno adatto con pannelli di chiusura di grosso compensato e di abbondante superficie. Prevista l’adozione di mantice sussidiario con pompe di funzionamento a mano. Condutture d’aria costruite con tavole di abete connesse ad incastro di larghe sezioni in modo che l’aria giunga ai somieri in quantità abbondante e priva di vibrazioni. Cassa espressiva racchiudente tutto l’organo in adatto legno a pareti di grosso spessore.” Il programma della revisione preparato dalla Fabbrica d’Organi Comm. Giovanni Tamburini di Crema prevede fra l’altro: “Materiale fonico: le canne metalliche verranno rimosse dalle loro sedi, sottoposte ad accurata pulitura, riportate in forma e riparate. Analogamente si procederà all’accurata pulitura e al controllo delle canne in legno: ogni loro parte verrà controllata, con particolare attenzione alle guarnizioni in pelle e feltro degli “stoppini” nonché ai “coperchietti” e alle imboccature. Le canne di prospetto saranno altresì ripulite ed eventualmente riparate. Consolle: sarà attentamente ripulita e revisionata. Verranno registrate “ex novo” le tastiere e la pedaliera. Somieri: verranno rimossi i “crivelli” e accuratamente pulite le tavole superiori con sostanze sgrassanti… Saranno smontati, ripuliti e lubrificati i dispositivi elettromagnetici per il comando delle “stecche” dei registri… Lo strumento verrà interamente smontato, controllato e ripulito in ogni sua componente, infine rimontato e lubrificato.”
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