Le sale da bagno nelle barche d’epoca

“Cio che si prova stando al timone sembra essere irripetibile; la nave, infatti, si trasforma in qualcosa di vivo e diventa una cosa sola con l’uomo”
Orazio Curti curatore del libro Barche D’Epoca della Di Baio Editore.

“Per quanto ne so, magari avete visto parecchie navi strane nella vostra vita: trabaccoli a punta quadra, mastodontiche giunche giapponesi, galeotte a mastello da burro o che so io; ma sul mio onore non avete mai visto un legnaccio così straordinario come questo vecchio ineffabile Pequod. Era una nave di scuola antica, direi piuttosto piccola, con una certa aria vecchia di mobile dai piedi ad artiglio. Stagionato e patinato dai tifoni e dalle bonacce di tutti e quattro gli oceani, il suo vecchio scafo aveva il colorito bruno della faccia di un granatiere francese che ha combattuto sia in Egitto che in Siberia. La sua prua venerabile pareva barbuta. Gli alberi, tagliati chi sa dove, sulle coste del Giappone, dopo che i tronchi originali si erano persi fuori bordo in qualche tempesta, gli alberi si rizzavano stecchiti come le spine dorsali dei tre antichi re a Colonia. I suoi ponti decrepiti erano consunti e cisposi come la lastra insanguinata da Beckett e venerata dai pellegrini nella Cattedrale di Canterbury. Ma a tutti questi aspetti d’antiquariato si aggiungevano caratteristiche nuove e sorprendenti, …”da Moby Dick.

In fondo chi meglio di Melville può descrivere navi e barche che hanno solcato i mari spingendosi in situazioni pericolose e affascinanti. Il mare è sempre stato luogo di favolosi incontri e splendide leggende; certo riuscire a navigare sulle barche che qui vediamo sarebbe oltre che bello anche molto comodo grazie alle nuove e sorprendenti tecnologie che insieme alla qualità dei mobilieri hanno reso possibile navigazioni più sicure senza togliere fascino ed eleganza a questa avventura di nome mare.

Indeed who better than Melville can describe ships and boats that have crossed the seas facing dangerous and fascinating situations. The sea has always been a place for extraordinary meetings and splendid legends; of course being able to travel on the ships we see here would be wonderful but also very comfortable. In fact, new and advanced technologies together with the quality of furniture manufacturers that have made travelling on ships safer without neglecting the charm and elegance of sea adventures.

Intervista sugli interni nautici all’architetto Michele Marelli
di Marco Borsotti
Nell’ideazione e nello sviluppo di ambienti interni destinati ad imbarcazioni, quali sono i criteri progettuali fondamentali da seguire e quali le caratteristiche più complesse da gestire, comfort, ergonometria, scelta ed utilizzo dei materiali, funzionalità, giusto compromesso con le esigenze della navigazione?
I criteri progettuali principali da seguire nello sviluppo di interni nautici sono molteplici: vi sono aspetti di natura funzionale, legati alla massima razionalizzazione degli spazi ed alla loro migliore utilizzazione possibile; di contro, si pongono problemi ergonomici finalizzati ad un corretto dimensionamento degli ambienti quanto delle attrezzature di supporto (mobili, pareti, strutture fisse), che devono sempre essere prive di spigoli per non generare conseguenze in caso di urto durante la navigazione. Chiariti tali aspetti, l’attenzione si rivolge alla creazione del senso di “piacere”, da cui la scelta e i vari utilizzi dei materiali che devono concorrere alla creazione di un comfort diffuso, di un’atmosfera gradevole e al tempo stesso rassicurante.
Alla luce della tua duplice esperienza progettuale, sia nel campo dell’interno domestico che di quello nautico, quali sono le differenze e quali le affinità che rintracci tra i due settori?
In un interno nautico ci si misura con spazi ristretti, da cui la necessità di risolvere al meglio ogni minima possibilità di utilizzazione funzionale; nell’interno domestico generalmente, si lavora in spazi maggiori che consentono un più alto grado di libertà espressiva, più svincolata da problemi di razionalizzazione e di utilizzazione pratica. Spesso i materiali utilizzati sono i medesimi, tanto come struttura (compensati marini ad incollaggio fenolico), quanto come impiallacciatura ma, mentre negli interni nautici il ricorso all’utilizzo di essenze legnose pregiate è una “prassi consolidata”, nell’interno domestico i materiali impiegati e le relative finiture sono più varie e differenti: mi riferisco alla laccatura in sostituzione dell’impiallacciatura, dell’utilizzo più o meno diffuso di vetri, acciai e quant’altro consenta una maggior libertà espressiva del progettista.
E’ definibile e se si come, il concetto di comfort di un ambiente interno nautico?
Potrò sembrare banale ma, a mio avviso, il concetto di comfort in un interno nautico, assume una duplice valenza: vi è un primo aspetto legato a problemi di spazi, di percorrenze, di risvolti ergonomici, la cui correttainterpretazione crea la sensazione di un “comfort funzionale”; l’altro aspetto è relazionato a tutti quegli elementi che determinano il piacere di stazionare su una barca per periodi più o meno lunghi: materiali, colori, luci, profumi, etc.
Nello specifico della progettazione e della realizzazione dei bagni, come nasce il concept dell’ambiente e con quali criteri vengono scelti i materiali?
I principi che guidano alla progettazione dei saloni, delle varie cabine dall’armatore agli ospiti, sono i medesimi che informano lo studio dei bagni, in quanto raramente si verificano elementi di frattura e di discontinuità tra i vari ambienti. A tal proposito, i materiali utilizzati, che ribadisco essere pregiate essenze legnose quali il mogano o il teak, per citarne alcune, vengono utilizzate seguendo le più svariate applicazioni tecnico-formali (creazione di profili lamellari, bordi stondati e impiallacciati, incrocio delle vene del legno, etc.) e distribuite per la totalità degli ambienti dell’imbarcazione, rispettandone ovviamente le specificità, al fine di favorire una continuità di lettura nonché una gradevole percezione dell’ambiente.

 

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