Le due vasche di un casale sabino

Servizio: Luisa Carrara
Testo:Walter Pagliero
Foto: Athos Lecce

Come in una favola, l’antica casa di pietra per anni lasciata in abbandono è stata salvata da due forestieri arrivati da Roma che l’hanno fatta rivivere.

Il restauro è stato scrupolosamente conservativo, ha riutilizzato sia le tecniche che i materiali impiegati in origine, nel 1754 come testimonia la scritta sulla chiave di un arco. Unica innovazione è la piscina, o meglio la grande vasca per idromassaggio e più sotto, collegata per caduta d’acqua, una bella e “rustica” piscina.

Rustica perché costruita con pietra tufacea dei monti Sabini (ai cui piedi si trova il casale) e col cotto della tradizione locale; ma anche perché immersa in una campagna ancora intoccata, dove sono rimaste le stesse coltivazioni di cent’anni fa: alberi da frutta, ulivi e, sulle colline, vigneti. Oggi il casale, seconda casa per il relax dei proprietari, è anche adibita a bed and breakfast.

Il segreto per essere felici in un’estate afosa

Non è in alberghi con l’aria condizionata o in spiagge sovraffollate che ci si può veramente rilassare, ma in un relais-chateau familiare come questo dove gli elementi primari proteggono profondamente: la natura ancora naturale, le spesse mura di pietra che isolano dal caldo, l’acqua in movimento di una vasca con idromassaggio all’ombra di un pesco e l’acqua molto più tranquilla e specchiante di una piscina quasi personale (qui le stanze per gli ospiti sono solo due). A meno di 50 km da Roma, da L’Aquila, da Orvieto.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI VISITARE IL SITO INTERNET:
www.bestofsabina.it-ilcasaledimax.

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