ATTUALITÀ SPECIALE TERREMOTO LE CHIESE DANNEGGIATE Stampelle di legno puntellano muri antichi di secoli: è l’immagine drammatica degli effetti del sisma che oggi, di fronte alla minaccia di una perdita immane, interroga le coscienze sul significato di un patrimonio ricco di fede. I danni al patrimonio culturale dell’Abruzzo, colpito dal terremoto il 6 aprile 2009, difficilmente potranno essere calcolati. Si tratta di entità non quantificabili: come non quantificabile è una vita umana, in fondo non lo è neppure la testimonianza di storia e di fede che un edificio quale una chiesa traspor ta lungo il fluire della storia. Non a caso il quotidiano statunitense The New York Times avver tiva, all’indomani dell’inizio delle scosse: “Rischia di andare perduto un punto di riferimento per la civiltà europea”, in ciò mettendo l’accento su qualcosa che a livello istituzionale non è ancora chiarito: cioè che l’Europa ha radici cristiane. Dall’alto, a sinistra la chiesa di San Pietro a Criptas, in loc. Fossa; a destra e in basso, la chiesa di San Pietro a Rocca di Cambio. Quelle radici di cui gridano oggi le pietre, esibendo le lacerazioni riportate da chiese, monasteri, pievi, oratori, conventi che formano la più cospicua, e la più significativa, par te del patrimonio culturale abruzzese. Don Gino Epicoco ne sta compilando un elenco. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali nel proprio sito presenta un primo elenco delle architetture danneggiate: sono in prevalenza chiese. Nel primo elenco stilato dal MIBAC, su 45 edifici monumentali danneggiati, 32 sono di carattere ecclesiastico.
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