L’architettura del risparmio. Tradizione e innovazione

Apre il dibattito del Laboratorio, Claudia Battaino, con il progetto di ricerca, concorso, Linee guida per il recupero ambientale, SILURIPEDI PO, Biennale del Paesaggio, Provincia Reggio Emilia, Concorso internazionale ‘Paesaggi liquidi’ 2008 al quale gruppo di ricerca ‘Cave’, partecipano gli architetti Claudia Battaino, Emanuela Schir, Luca Zecchin.
Un arcipelago di cave segna profondamente il paesaggio fluviale del Po, concavità, frutto dell’estrazione e macchinari per le lavorazioni della ghiaia punteggiano l’asta fluviale, l’argine e l’area perifluviale. Aree di sottrazione e di confine con l’area urbana, è in queste terre di margine, senza tempo, regno dei cavatori, dove si alternano piantate regolari di pioppeti e zone umide e dove si avventurano i temerari pescatori, che si giocano ‘le sorti’ per la riqualificazione del fiume Po.
L’intento è quello di coniugare estrazione e rigenerazione fluviale, attività produttive e funzioni ricreativo-sportive, consumo di suolo e sostenibilità.
L’interessante proposta prevede di trasformare le cave, le ex cave e i grandi bacini formatisi dalla sottrazione di suolo in bacini di paesaggio: il paesaggio di nuovi siluripedi. Attorno ad essi si sviluppa una nuova vita, quella dello storione, antagonista del siluro, che verrà allevato nei bacini ossigenati artificialmente da una fitta griglia di limni. La presentazione grafica è molto essenziale, sobria, i pochi elementi inseriti nel progetto sono una nuova icona nel paesaggio.

Laura Alesiani invece, presenta un Progetto di un Quartiere sperimentale Eco-Itaca Marche a Cerreto d’Esi, oggetto di Tesi di Laurea, nella Facoltà di Ingegneria. La progettazione di un nuovo quartiere sostenibile, una sperimentazione che è il compromesso tra architettura e tematiche energetico-ambientali: il sistema Itaca confrontato con il contesto regionale marchigiano. Il tipo edilizio sviluppato è la reale possibilità di adottare un nuovo approccio sostenibile, controllando e raggiungendo un ottimo punteggio dal punto di vista energetico-ambientale attraverso tutti i principi della bio-architettura.
Una seconda proposta sullo stesso tema è presentata da Ada Mecozzi.
Gli studenti Tommaso Barillà e Mariano Gazzara, nel Laboratorio di Progettazione Architettonica del prof. Arcidiacono, dell’Università di Reggio Calabria, mostrano un Progetto di casa dello studente nell’area portuale di Catania. Soluzione di notevole carattere architettonico e formale, studiata con una linea pura dei volumi e dei giochi di equilibro sia tra lo spazio costruito e lo spazio vuoto, ma anche nel dialogo con lo skyline dell’area portuale della città della costa orientale della Sicilia.
Doble Skin Di_Stanze D’acqua di Rosario Badessa, Salvatore Bonaventura e Angelo Ciccolo è oggetto di un Workshop di Architettura di interni per lo Showroom Callipo di Vibo Valencia; proposta di design elegante, raffinata, presentata in maniera molto gradevole, con una grafica chiara ed essenziale, un gioiello tecnologico per il benessere di una stanza d’acqua.
Il progetto MOD (moduli abitaivi ecologici) di Gessica Carloni, Laboratorio di Tesi di Ingegneria Edile-Architettura, Dip. D.A.R.D.U.S. di Ancona, è un sistema costruttivo di moduli abitativi e nasce dall’idea di una casa naturale, facilmente montabile, adatta per costruzioni di emergenza, moduli, campeggi, rispettando i criteri di qualità e sostenibilità.
Il legno è il materiale scelto, per le sue proprietà termo-igrometriche, elevata resistenza e facilità di montaggio. Le unità abitative sono costruite con pannelli a tre strati, di cui vengono esplicate tutte le prestazioni e le caratteristiche. Pannelli per pareti e solai componibili con travi lamellari. La pelle ecologica e dinamica è l’elemento più significativo del lavoro, con l’uso di materiali riciclati, variabili a seconda delle esposizione solare, concepite come removibili e intercambiabili proprio per coniugare la modularità, il sistema prefabbricato, la creatività e la personalizzazione di uno spazio abitativo, temporaneo o meno. Di notevole lode anche gli studi sul sistema aggregativo , la composizione dell’insieme, mixati (Mod 2, Mod 4, Mod 8) così da offrire una flessibilità anche per gli spazi ricreativi. La presentazione si arricchisce di uno studio di esempi, casi di riferimento, esempi citati, criticati, proprio a dimostrazione di un valido percorso di ricerca scientifica a supporto della soluzione sperimentale proposta. Il livello di comunicazione e la definizione degli aspetti tecnici sono molto chiari e coincisi; il progetto è completo.Maurizio Pino racconta l’esperienza di Tesi Il sistema territoriale Catanzaro_Lamezia Terme 2051_In-fra-città, relatore: prof. arch. Laura Thermes, Università degli Studi ‘Mediterranea’ di Reggio Calabria, Facoltà di Architettura.
Le nuove strade e superstrade hanno fatto della Calabria una regione che si può percorrere in poco più di due ore da un capo all’altro, ma non c’è segno di cambiamento nella mentalità dei calabresi, essi continuano a pensare come quando vivevano isolati … Ora c’è il problema della capitale regionale. È evidente che nessuna delle tre città capoluogo di provincia ha la struttura urbanistica e culturale necessaria per poter diventare capitale d’una regione moderna. Sono, francamente, piuttosto brutte e scomode: tre grossi borghi gonfiatisi a dismisura, intasati di automobili. Secondo il buonsenso la capitale bisognerebbe costruirla altrove, in una zona centrale, bella e salubre, costruirla ex novo, anche nella speranza che possa in qualche modo svincolarsi dagli ambienti politici locali, tutti più o meno strutturati a clientela. E poichè è facile prevedere che Sant’Eufemia, ove si congiungono l’autostrada e la ferrovia e dove stanno costruendo un aeroporto, diventerà il centro commerciale della regione, la nuova città potrebbero farla nascere sulle alture circostanti che sono bellissime, a non più di mezz’ora di macchina. E vicino, ma non troppo affinché non ne sia disturbata o contagiata, potrebbero costruire la nuova università residenziale, per la quale i denari necessari sono stati già stanziati da tempo e che non è stata ancora costruita per il solito motivo che tutti la vorrebbero a casa loro (estratto dalla presentazione, Giuseppe Berto, L’inutile sommossa, Resto del Carlino, 19 agosto 1970, pubblicato postumo ne ‘Il mare dove nascono i miti’, Monteleone, 2003)
Gli studi preliminari e l’interpretazione dei segni del paesaggio fanno di questo lavoro un interessante caso di studio, che apre un vivace dibattito sul tema, sull’utopia ‘infra-città’, presentato con un ricco repertorio di immagini storiche, di disegni spontanei come i rilievi del contesto di riferimento; discussa e apprezzata la proposta progettuale.

Ultimo dei progetti, che chiude il Laboratorio è quello presentato da Emanuela Venturi, con la propria Tesi di Laurea in progettazione Ambientale, con il prof. S. Dierna, Università di Roma ‘La Sapienza’: il Ciclo dell’acqua: sistemi di depurazione e riciclaggio come dispositivi per la progettazione sostenibile degli spazi aperti. La presentazione si apre con una citazione: L’acqua è il principio di tutte le cose: tutto viene dall’acqua e nell’acqua tutto torna (Talete di Mileto 634-548 a.c.), premessa della filosofia progettuale seguita. La tematica vien illustrata in maniera molto attenta, scientifica; le tecnologie di trattamento delle acque sono il carattere del progetto che si sviluppa attraverso l’interpretazione di casi di studio. Le problematiche, gli obiettivi e le strategie, con semplificazioni grafiche, introducono le raffinate scelte del progetto per l’area Rocchetta diGualdo Tadino, dal progetto generale al dettaglio dell’intervento proposto. Si evidenzia il carattere bio-climatico dell’intero progetto.

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