L’Architetto Madre

L’architettura come “Proporzione e Qualità”; l’architettura intesa come “Edifici a forma d’uomo”; l’etica dell’Architetto intesa come “Architetto Madre” in rapporto al Committente definito “Padre”.

E in ragione di questa scienza e arte e di questo rapporto “l’architetto dee essere onorato e premiato di degno salario conveniente di tale scienza”.

Ma anche conoscenza della materia nella sua piena concretezza: calce, pietra, legno, metallo: elementi che nella mente, nell’ ”idea” dell’architetto diventano edifici e città.

Nel Filarete l’architetto e l’urbanista si propongono come un pensiero unico e indivisibile dando luogo all’ “idea” che disegna il primo rinascimento quattrocentesco.Infatti, per il Filarete il disegno, a cui dedica tre libri del suo trattato, era oltre che un indispensabile tramite di qualsiasi argomentazione architettonica, un’attività intellettuale, strumento di comunicazione del pensiero, forma sensibile dell’idea, “fondamento e via d’ogni arte che di mano si faccia”. Una concezione, in questo, molto simile a quella dell’Alberti che definiva il disegno “un tracciato preciso e uniforme, concepito nella mente, eseguito per mezzo di linee ed angoli, e condotto a compimento da persona dotata d’ingegno e di cultura”.

Ma non solo: infatti, nel secondo libro del trattato si legge un passo molto significativo, dove si considera il rapporto fra il “signore dell’edificio”, cioè il committente, e l’architetto. Il primo è considerato il padre dell’edificio, il secondo è assimilato alla madre. La madre conclude la gestazione con un modello, che presenterà orgogliosa al padre. Tutto questo piano tende a dimostrare che l’edificio deve essere considerato un organismo vivente.

Questa appassionata considerazione alimenta i primi elementi fondanti l’etica professionale dell’architetto, ovvero un principio universale attraverso cui può essere giudicata la bontà delle azioni, il che significa che un fine giusto sarà il risultato dell’utilizzo di giusti mezzi.Filarete inoltre introduce nel suo trattato molti elementi cristiani, ma altrettanti derivati da Platone; in questo caso l’uomo cristiano, infatti, tratta di architettura e di disegno su basi filosofiche radicali.

L’“Idea”, traducibile più correttamente con “forma”, è dunque il vero oggetto della conoscenza: ma essa non è soltanto il fondamento della teoria della conoscenza della realtà, ossia la causa che ci permette di pensare il mondo, bensì ne costituisce anche il fondamento dello studio dell’essere, essendo il motivo che fa essere il mondo. Le idee rappresentano l’eterno Vero, l’eterno Buono e l’eterno Bello, a cui si contrappone la dimensione vana e transitoria dei fenomeni sensibili.

Per Filarete, come per Platone, solo la conoscenza intelleggibile, cioè concettuale, assicura un sapere vero e universale; l’opinione invece, fondata su stadi inferiori del conoscere, è portata a confondere la verità con la sua immagine.

Architettura come idea e come concretezza del disegno dell’edificio compiuto e proporzionato a forma d’uomo; l’architettura quindi come sapere vero e universale, non come opinione e immagine.

Filarete ama poi citare Vitruvio e da questo trae la conoscenza, la formazione, l’essere e l’etica dell’architetto:

“Dal momento che questa disciplina è così estesa, adorna e ricca di differenti e molteplici contenuti, non ritengo che possano a buon diritto chiamarsi d’un tratto architetti se non coloro che sin dall’infanzia, salendo per questi livelli di educazione nutriti della conoscenza della maggior parte delle discipline artistiche e letterarie, siano giunti al supremo tempio dell’architettura.
Ma forse sembrerà straordinario agli inesperti che la natura umana possa apprendere
perfettamente e ricordare un così ampio numero di nozioni.
Una volta però che avranno capito che tutte le discipline hanno tra loro una relazione e una connessione, reputeranno che ciò si possa facilmente realizzare. Infatti tutto quanto il sapere è costituito da queste parti come un unico organismo.

Cosa sia l’Architettura, e come debbano esserne istruiti gli Architetti è una scienza, ch’è adornata da più dottrine, e da varie erudizioni, col sentimento delle quali giudica di tutte quelle opere, che sono perfezionate dalle arti rimanenti. Ella nasce dall’esperienza non meno che dal raziocinio.
L’esperienza è una continua, e consumata riflessione sull’uso, la quale sì perfeziona coll’operare sulla materia di qualunque genere necessaria giusta l’idea del disegno.Il raziocinio poi è quello che può dimostrare le cose fabbricate, e manifestarle con prontezza, e con la proporzione dei rapporti.
Laddove bisogna che egli sia uomo di talento, e riflessivo nella dottrina; perciocché ne talento senza disciplina, ne disciplina senza talento possono rendere perfetto un’artefice.

Sia perciò egli letterato, pratico nel disegno, erudito nella geometria, e non ignorante d’ottica, istruito nell’aritmetica, … abbia, udito con diligenza i filosofi, saprà di musica, non deve ignorare la medicina, avrà cognizione delle leggi dei giurisprudenti, intenda l’astronomia, e i moti del cielo;…

La filosofia poi fornisce l’Architetto d’animo grande, e fa ch’egli non sia arrogante, ma piuttosto manieroso, giusto, e fedele, e ciò che maggiormente preme, che e’ non sia avaro, perciocché non può degnamente farsi niun’opera, se non da chi è sincero, ed incorrotto.
Non sia egli parziale, ne abbia l’animo dedito a ricevere regali, ma con gravità sostenga la propria carica col riportarne buon nome; poiché questo l’ordina la filosofia.” (Vitruvio).

A tutto questo il Filarete aderisce e lo attualizza alla luce di un nuovo mondo che nasce: il Rinascimento è infatti la riscoperta dell’autonomia umana nell’arte e nella scienza; non più solo dogmi, ma anche una nuova luce si affaccia. In questo senso l’Etica vitruviana rinasce e ritrova linfa profonda.

Il Filarete fiorentino e poi l’architetto ideatore della milanese Cà Granda ha saputo così fondere basilari elementi classici da Platone a Vitruvio tali da alimentare la fonte del Rinascimento quattrocentesco in un nuovo umanesimo, con l’Uomo non solo al centro della letteratura, della filosofia, dell’arte, della scienza, ma anche a fondamento dell’Architettura, “disciplina così estesa, adorna e ricca di differenti e molteplici contenuti”.

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