La Voce delle Diocesi

La voce della diocesi

Una finestra di dialogo per i Beni Culturali di ieri e di oggi Sono moltissime le iniziative che vengono intraprese nelle Diocesi italiane in merito alla conservazione dei Beni Culturali Ecclesiastici, alla edificazione di nuove chiese, alla presentazione di nuove opere d’arte, alla discussione su tematiche attinenti al rapporto vivo tra architettura, arte e Chiesa. La nostra rivista, CHIESA OGGI architettura e comunicazione, nasce come strumento di documentazione, di informazione e di servizio. Il servizio consiste proprio nel mettere in comunicazione le diverse realtà che si muovono nel vasto mondo dell’architettura per la Chiesa, con tutto quel che questo comporta, con tutte le implicazioni nel campo progettuale, tecnologico, artistico, liturgico, ecc. Gli Uffici diocesani che si occupano dell’edificazione di nuove chiese e del mantenimento dei Beni Culturali Ecclesiastici sono l’interlocutore di tutti coloro che a diverso titolo stanno partecipando o desiderano partecipare al progetto della chiesa e al suo rinnovamento. CHIESA OGGI architettura e comunicazione è l’unica rivista specializzata nell’architettura della chiesa in tutte le sue articolazioni: l’unica rivista che raggiunge sia le parrocchie italiane, sia chi nell’ambito professionale o imprenditoriale ha fatto dell’edificio chiesa una parte importante, talvolta esclusiva, della propria specializzazione.

Queste pagine sono a disposizione delle Curie diocesane: qui possono presentare le iniziative che hanno intrapreso, che stanno realizzando o che intendono concretizzare in futuro. Una iniziativa di una singola diocesi può essere fonte di ispirazione per altri, può essere motivo di dibattito, può essere occasione per suggerire soluzioni nuove a problemi specifici. Siamo sicuri che altri vorranno comunicarci le loro iniziative e che il flusso di informazioni, proposte, analisi, suggerimenti, richieste che su queste pagine troveranno ospitalità, sarà sempre più ricco e fecondo.

Inviate la Vostra comunicazione per posta elettronica: chiesaoggi@dibaio.com

www.chiesaoggi.it

DIOCESI DI PESARO
Troppi pavimenti per una Cattedrale

Si sa che la storia delle Cattedrali è complessa: si tratta di edifici che hanno vissuto profondi cambiamenti e recano stratificate, entro il loro organismo architettonico, testimonianze delle epoche più diverse. Non fa eccezione la Cattedrale di Pesaro: del corpo originale romanico, interamente rifatto in stile neoclassico a metà Ottocento, è rimasta visibile dall’esterno solo la facciata e la torre campanaria, mentre all’interno l’ambiente è stato risistemato interamente. L’architetto Carducci, che nel 1850 si occupò di ristrutturare e ripavimentare la cattedrale pesarese, lasciò alcune notizie relative al piano sopra il quale il nuovo suolo veniva posato: quando nel 1990 è stato necessario rimettere mano alla pavimentazione ottocentesca, già si sapeva che sotto il pavimento del XIX secolo doveva trovarsi qualcosa di molto importante. Tuttavia la sorpresa è stata grande: si è trovato un pavimento medievale databile dal VII al XII secolo. Un mosaico esteso per circa 650 mq che costituisce una testimonianza importantissima dell’epoca e che può raccontare molte cose sulla storia dell’arte e del cristianesimo nel capoluogo marchigiano. Se fosse stato tutto qui, il problema sarebbe stato di proteggere l’antico mosaico pavimentale pur mantenendo accessibile la cattedrale ai fedeli. Ma è emerso ben altro: mentre venivano sollevati alcuni brani della pavimentazione ottocentesca, si è scoperto che al di sotto del livello medievale si trova una pavimentazione ancor più antica , di epoca paleocristiana, con mosaici risalenti al IV secolo e forse anche precedenti. Non solo, al livello dell’edificio paleocristiano si trovano anche altri elementi di fondamentale valore storico, quali il primo battistero costruito nella cattedrale.

Mosaico pavimentale, Cattedrale di Pesaro

Ora il problema è che entrambi i pavimenti antichi, quello medievale e quello paleocristiano, dovrebbero essere mantenuti là dove si trovano, come vuole la regola del restauro. D’altro canto sarebbe anche necessario portarli entrambi alla luce per poter disporre della “documentazione” storica che essi rappresentano. Che fare? Don Giuseppe Signoretti, responsabile per i Beni Culturali della Diocesi di Pesaro, propende per una soluzione che consentirebbe di fruire di entrambi i suoli mosaicati: “Bisognerebbe staccare il pavimento medievale e ricollocarlo in una sede apposita a lato della Cattedrale. Questo consentirebbe di poter visionare entrambe le pavimentazioni. Già le Autorità civili hanno manifestato il loro consenso all’utilizzo di un’area attigua alla cattedrale per ricollocare il mosaico medievale: si tratterebbe naturalmente di studiare una sistemazione di carattere museale, in edificio appositamente costruito. Abbiamo sottoposto il problema al Ministero per i Beni e le Attività Culturali”. Il Ministero non ha negato la possibilità di compiere la complessa operazione, ma la sua portata, e la quantità di fondi necessari, è tale che si avanza a piccoli passi verso la possibile soluzione. Si spera anche in un intervento della Comunità europea. Nel frattempo la Cattedrale resta in funzione, ma assume un poco l’aria del cantiere. Vi sono specchiettature che consentono di osservare alcune porzioni della pavimentazione medievale, nella quale si vedono raffigurazioni geometriche e animali, e una singola specchiettatura che consente di occhieggiare anche su quella paleocristiana (che si trova di 270 centimetri circa al di sotto della pavimentazione oggi in uso).

 

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