La scelta progettuale per il Santuario di Maria Theotokos a Loppiano, si è orientata all’utilizzo di pietre, proprio perché – come racconta Chiara Lubich – “la chiesa in pietre sarebbe dovuta venir dopo aver dato testimonianza collettiva di unità realizzata tra pietre vive”. Nell’edificazione dell’opera infatti, il porfido “vive” accompagnato in alcuni elementi alla pietra arenaria. I progettisti hanno ricercato, oltre alla resistenza e alla funzionalità, il particolare movimento cromatico e le sue molteplici possibilità espressive, valorizzate dalla vivacità e brillantezza tipiche di questo materiale. La scalinata che conduce all’atrio – 8 scalini lunghi circa 20 m con pedate da 90 cm e uno spessore a vista di 7 cm – sono realizzate in porfido a piano naturale di cava, mentre l’atrio, sotto il porticato in vetro, è pavimentato con piastrelle posate alla “scozzese”. L’effetto geometrico è stato voluto anche per le rampe di accesso all’atrio, che sono state posate a file parallele, allineando, in senso longitudinale, i cubetti di 10 per 10 cm. Il senso di naturalità, di pietra “viva”, è espresso dalle lavorazioni a mano del porfido – con costa a spacco – in perfetta armonia con la pietra arenaria locale posata ad “opus incertum” per i muretti di contenimento delle aiuole. Oltre alla chiesa e alla cappella ecumenica,
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