La ristrutturazione come recupero delle memorie

Un antico casale in Umbria

Un antico casale immerso nelle verdi colline dell’Umbria, quasi disperso tra i boschi, persa la sua naturale funzione produttiva, sembrava ormai destinato al degrado irreversibile: ma la ristrutturazione lo ha recuperato a una nuova vita preservandone la memoria architettonica

Ritrutturazione di: geom. Marco Peverini

Di casali come questo sono cosparse tutte le pendici delle colline e delle montagne, sia delle Alpi e Prealpi sia dell’Appennino e collane collegate, e le campagne che rendono il paesaggio italiano così bello e così vario: sono
spesso piccoli gioielli di architettura spontanea, tesori di funzionalità in cui niente è lasciato al caso, nienteè superflua decorazione ma tutto è pura bellezza, la bellezza della semplicità e dell’umiltà.

Ma l’abbandono delle campagne e delle montagne, ormai diventate, da madri generose di frutti quali erano, avare matrigne di una vita stentata e scarsa di comodità, ha privato questi casali di una funzione produttiva e quindi dei suoi abitanti, trasferitisi nei paesi o nelle città a cercare il sogno di un piccolo benessere o almeno di una meno affannosa dignità economica. E su queste costruzioni è dunque calato un velo di oblio, un sottile strato di immobilità, il tarlo lento ma costante del degrado sotto i colpi delle avversità atmosferiche e dell’incuria ormai quotidiana, fino al totale e irrimediabile annullarsi nello sfaldamento di pietre, malte, legni.

Fortunatamente per questo casale, come per tanti altri, il destino aveva in serbo un colpo di coda insperato: il cittadino che si reca qui in gita, lo nota nella sua bellezza coperta dalla polvere degli anni, se ne innamora perdutamente e decide di farlo suo, di riportarlo come era una volta, di recuperarne la memoria e l’uso e di tramandarlo ai suoi discendenti. E allora inizia un’intensa e affannosa ricerca di artigiani che ancora sappiano lavorare la pietra come si faceva un tempo e ora non si fa più, di carpentieri che conoscano il legno come una persona di famiglia e lo sappiano riportare alla sua naturale bellezza, di muratori che ancora posseggano il segreto delle malte di un tempo, che hanno resistito tanti secoli, e sappiano lavorarle perché ne durino altrettanti ancora.

Il progetto di ristrutturazione
ha riguardato anche l’intorno
al casale: è stato ridisegnato il
giardino, consolidati i
movimenti del terreno,
sistemati gli spazi pavimentati
a pietra attorno all’edificio e
soprattutto creata una bella
piscina immersa nel verde.
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La ristrutturazione ha voluto mantenere le preesistenze dell’antico casale, per riportarle alla luce e preservare la memoria dell’intera architettura dell’edificio: innanzitutto si sono scrostati i vecchi intonaci, tra l’altro abbastanza degradadati e non più aderenti, rimettendo in vista il tessuto di pietre locali dal naturale colore caldo, e si sono consolidate le parti di malta non più coerente con le pietre. Poi si è dovuto mettere mano al tetto, la cui struttura portante di legno era malridotta a causa dell’umidità e dell’incuria: smontati i coppi, da recuperare in buona parte e da integrare con quelli nuovi a finitura antichizzata, e tolto il vecchio assito ormai pieno di fessure, la struttura si è rivelata

Nelle foto: La pianta del piano terra ha visto poche ma sostanziali modifiche: nel primo locale si è creato un piccolo bagno, da due stanze si è ricavata la zona cucina-pranzo con abbattimento parziale di una parete, mentre il soggiorno è rimasto invariato.
Il primo piano è stato “rivoluzionato” per originare tre camere, tre bagni e due cabine armadio, demolendo totalmente una parete e ricavando un secondo passaggio in un’altra: da notare l’armonioso disegno delle nuove pareti.

risanabile con alcuni interventi di ripristino strutturale nei giunti con barre di resina e malte epossidiche, con una generale sabbiatura e impregnatura, con la posa di un nuovo assito di perline a maschio-femmina, per evitare infiltrazioni e spifferi, con la posa di una doppia serie di lastre isolanti tra i travetti secondari e infine con la posa dei coppi vecchi e nuovi. Internamente si è creata la scaletta di collegamento tra i due piani (prima, come tradizione dei casali umbri e toscani, i due livelli erano uniti solo dalla scala esterna con loggiato), si sono rimesse a vista le pareti di pietra, scrostando gli intonaci novecenteschi, si sono in parte recuperati gli antichi pavimenti; al piano terra si è parzialmente demolita una parete di spina, con conseguenti rinforzi strutturali, per rendere comunicanti cucina e pranzo, al primo piano, destinato alla zona notte, le demolizioni e i nuovi tavolati sono stati più consistenti, per creare
tre camere da letto, ognuna con un bagno comunicante, e due comode cabine armadio.

 
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