La progettazione di nuove chiese Premessa La presente Nota intende costruire un riferimento e uno stimolo al dialogo fra committenti (pastori, liturgisti, popolo di Dio) e progettisti (architetti, artisti, artigiani e tecnici) che deve iniziare nella fase stessa dell’ideazione e configurazione di un nuovo spazio sacro, e svilupparsi nella fase successiva del suo arredo e della sua utilizzazione. Parte prima 1. Spazio architettonico e celebrazione cristiana Il luogo nel quale si riunisce la comunità cristiana per ascoltare la parola di Dio, per innalzare a Lui preghiere di intercessione e di lode e soprattutto per celebrare i santi misteri, è immagine speciale della Chiesa, tempio di Dio, edificato con pietre vive. Così l’edificio di culto cristiano corrisponde alla comprensione che la Chiesa, popolo di Dio, ha di se stessa nel tempo: le sue forme concrete, nel variare delle epoche, sono immagine relativa di questa autocomprensione. Pertanto, la progettazione e la costruzione di una nuova chiesa richiedo, innanzitutto, che la comunità locale si sforzi di attuare il progetto ecclesiologico liturgico scaturito dal Concilio Vaticano Il che, in sintesi, esprime due convinzioni: 2. La chiesa come edificio, immagine della chiesa, popolo di Dio La realtà della Chiesa nella sua profondità misterico-sacramentale si esprime nell’immagine storico-salvifica del «popolo di Dio», e si manifesta in modo speciale nell’assemblea liturgica, soggetto della celebrazione cristiana (cfr. SC 11). Infatti Gesù Cristo, Verbo incarnato, sacramento del Padre, partecipa per mezzo dello Spirito la sua mediazione salvifica al popolo profetico, sacerdotale e regale, la cui ragione d’essere è l’annuncio, la lode, il servizio (cfr. LG 10). 3. La promozione di una nuova comunità ecclesiale locale Costruire una chiesa «di pietre» esprime una sorta di radicamento della Chiesa "di persone» nel territorio (plantatio Ecclesiae) il che esige un discernimento della comunità a cui il nuovo edificio è destinato. 4. Un progetto culturale, pastorale ed ecclesiale Non si può partire dalla chiesa considerata solo come opera muraria. Prima ci si deve porre di fronte ai soggetti per i quali sarà edificata e al Soggetto divino a cui è riferita. Il che vuoi dire individuare un gruppo umano che abbia una sua autonomia «territoriale», farsi carico delle sue attese, corrispondere alle sue istanze, condividere la sua crescita di fede. Solo così si potrà indirizzare ad un preciso interlocutore l’annuncio cristiano e promuovere un itinerario che conduca alla risposta di fede, sino alla delineazione di una sede degna – l’edificio chiesa – capace di esprimere simbolicamente il Mistero che edifica il popolo di Dio. 5. La nuova chiesa e la comunità diocesiana La costruzione di una nuova chiesa per una parrocchia presuppone e invoca la sensibilità di una «Chiesa madre». È la comunità diocesana che, sotto la guida del Vescovo, pastorale maestro, con i suoi carismi e ministeri e tramite le sue strutture si incarna nella realtà locale, per crearvi uno spazio di accoglienza, dove la fede suscitata dall’annuncio trovi il suo sigillo sacramentale, e la comunità una più precisa identità ecclesiale e una consapevole apertura alla missione. Ne deriva un profondo legame spirituale tra l’edificio parrocchiale di culto e la chiesa cattedrale, sede del magistero episcopale e segno di unità della diocesi. Una comunità diocesana non può gestire la costruzione di una nuova chiesa come fatto soltanto burocratico-amministrativo. Deve pensarla come «casa del popolo di Dio», 6. La chiesa nel contesto urbano Lo spazio interno di una chiesa ha certamente un’importanza prioritaria, dal momento che esso trascrive architettonicamente il mistero della Chiesa-Popolo di Dio, pellegrino sulla terra e immagine della Chiesa nella sua pienezza. D’altra parte, una valida e concreta interpretazione dei rapporti interno-esterno ed edificio-contesto costituisce una delle acquisizioni più importanti della coscienza critica dell’architettura contemporanea. B) Il progetto degli spazi interni La disposizione generale di una chiesa deve rendere l’immagine di un’assemblea riunita per la celebrazione dei santi misteri, gerarchicamente ordinata e articolata nei diversi ministeri, in modo da favorire il regolare svolgimento dei riti e l’attiva partecipazione di tutto il popolo di Dio (cf PNMR, 257). 8. L’altare L’altare è il punto centrale per tutti i fedeli, è il polo della comunità che celebra. Non è un semplice arredo, ma il segno permanente del Cristo sacerdote e vittima, è mensa del sacrificio e del convito pasquale che il Padre imbandisce per i figli nella casa comune, sorgente e segno di unità e carità. Dovrà pertanto essere ben visibile e veramente degno; 9. L’ambone È il luogo proprio della parola di Dio. La sua forma sia correlata all’altare, senza tuttavia interferire con la priorità di esso; la sua ubicazione sia pensata in prossimità all’assemblea (anche non all’interno del presbiterio, come testimonia la tradizione liturgica) e renda possibile la processione con l’Evangeliario e la proclamazione pasquale della Parola. Sia conveniente per dignità e funzionalità, disposto in modo tale che i ministri che lo usano possono essere visti e ascoltati dall’assemblea. Un leggio qualunque non basta: ciò che si richiede è una nobile ed elevata tribuna possibilmente fissa, che costituisca una presenza eloquente, capace di far riecheggiare la Parola anche quando non c’è nessuno che la sta proclamando. Accanto all’ambone può essere collocato il grande candelabro per il cero pasquale. 10. La sede del Presidente La sede esprime la distinzione del ministero di colui che guida e presiede la celebrazione nella persona di Cristo, Capo e Pastore della sua Chiesa. Per collocazione sia ben visibile a tutti, in modo da consentire la guida della preghiera, il dialogo e l’animazione. Essa deve designare il presidente non solo come capo, ma anche come parte integrante dell’assemblea: per questo dovrà essere in diretta comunicazione con l’assemblea dei fedeli, pur restando abitualmente collocata in presbiterio. Si ricordi però che non è la cattedra del Vescovo, e che comunque non è un trono. La sede è 11. Il battistero e il fonte battesimale Nel progetto di una chiesa parrocchiale è indispensabile prevedere il luogo del Battesimo (battistero distinto dall’aula o semplice fonte collegato all&rsquo 12. Il luogo e la sede per la celebrazione del sacramento della Penitenza La celebrazione del sacramento della Penitenza richiede un luogo specifico (penitenzieria) o una sede che metta in evidenza il valore del sacramento per la sua dimensione comunitaria e per la connessione con l’aula della celebrazione dell’Eucarestia; deve inoltre favorire la dinamica dialogica tra penitente e ministro, con il necessario riserbo richiesto dalla celebrazione in forma individuale. Perciò la sede sia progettata contestualmente a tutto l’edificio e si realizzi scegliendo soluzioni dignitose, sobrie ed accoglienti. 13. La custodia eucaristica Il Santissimo Sacramento venga custodito in un luogo architettonico veramente importante, normalmente distinto dalla navata della chiesa, adatto all’adorazione e alla preghiera soprattutto personale. Ciò è motivato dalla necessità di non proporre simultaneamente il segno della presenza sacramentale e la celebrazione eucaristica. 14. I posti dei fedeli La collocazione dei posti per i fedeli sia curata in modo particolare mettendo a disposizione banchi e sedie perché ciascuno possa partecipare con l’atteggiamento, con lo sguardo, con l’ascolto e con lo spirito alle diverse parti della celebrazione. 15. Il posto del coro e dell’organo Il coro fa parte dell’assemblea e deve essere collocato nell’aula dei fedeli; deve comunque trovarsi in posizione e con arredo tale da permettere ai suoi membri l’adempimento del compito proprio, la partecipazione alle azioni liturgiche e la guida del canto dell’assemblea. Per ragioni foniche e funzionali, la collocazione dell’organo a canne sia studiata e progettata attentamente fin dall’inizio, tenendo conto del suo naturale collegamento con il coro e con l’assemblea. 16. Il programma iconografico Il programma iconografico, che a suo modo prolunga e descrive il mistero celebrato in relazione alla storia della salvezza e all’assemblea, deve essere adeguatamente previsto fin dall’inizio della progettazione. Va pertanto ideato secondo le esigenze liturgiche e culturali locali, e in collaborazione organica con il progettista, dell’artigiano e dell’arredatore. Anche la croce, l’immagine della beata Vergine Maria, del patrono e altre eventuali immagini (ad esempio, il percorso della via crucis normalmente situato in luogo distinto dall’aula) devono essere pensate fin dall’inizio nella loro collocazione, favorendo sempre l’elevata qualità e dignità artistica delle opere. Ciò contribuisce a promuovere l’ordinata devozione del popolo di Dio, a condizione di rispettare la priorità dei segni sacramentali. È bene conservare l’antica consuetudine di collocare dodici o almeno quattro croci di pietra, di bronzo o di altra materia adatta sulle pareti in corrispondenza con il luogo delle unzioni di dedicazione. 17. La cappella feriale Si preveda di norma una cappella distinta dalla navata centrale e adeguatamente arredata per la celebrazione con i piccoli gruppi di fedeli. Essa può identificarsi con la cappella per la custodia del Santissimo Sacramento, nella quale l’altare deve comunque essere distinto dal tabernacolo. 18. L’arredo Circa l’arredo della chiesa, occorre ricordare innanzitutto che non si tratta di un generico abbellimento estrinseco né di oggetti di carattere puramente utilitaristico, ma di suppellettili pienamente funzionali che vanno attentamente progettate perché siano armonicamente connesse con l’insieme dell’edificio. Nella scelta degli elementi per l’arredamento si abbia di mira una nobile semplicità piuttosto che il fasto, si curi la verità delle cose e si tenda alla educazione dei fedeli e alla dignità di tutto il luogo sacro (cfr. PMNR 279). C) I luoghi sussidiari annessi alla chiesa 19. La sacrestia La sacrestia deve essere un ambiente decoroso, sufficientemente ampio, arredato non solo per accogliere celebranti e ministri, ma anche per la conservazione dei libri, delle vesti e dell’arredo liturgico e dotato di altri supporti necessari (servizi igienici, anche per i fedeli). Si preveda un deposito per gli oggetti e strumenti vari e un locale opportunamente attrezzato per la preparazione dell’addobbo floreale. Accanto alla sacrestia potrebbe essere previsto un luogo per il «colloquio» fra sacerdoti e fedeli, così da favorire la necessaria riservatezza. 20. Il sagrato È questa un’area molto importante da prevedere in quanto capace di esprimere valori significativi: quello della «soglia», dell’accoglienza e del rinvio; per quest 21. L’atrio e la porta All’aula liturgica si accede attraverso un atrio e una porta d’ingresso. Mentre l’atrio è spazio significativo dell’accoglienza materna della Chiesa, la porta è l’elemento significativo del Cristo, «porta» del gregge (cfr. Gv 10, 7). 22. Campanile e campane Il campanile non deve essere escluso dalla progettazione; come elemento architettonico, e non solo come supporto per le campane, può costituire un qualificante componente di riconoscibilità dell’edificio religioso. Per dimensioni e per struttura sia però tale da non richiedere un troppo forte investimento finanziario. D) Edifici per il servizio pastorale e casa parrocchiale 23. Questi ambienti siano dignitosi, di stile sobrio ed essenziale, capaci di assolvere la loro funzione di abitazione, accoglienza e ospitalità per la missione della Chiesa. Si abbia cura che le attività in esse previste non costituiscano fattore di intralcio visivo o acustico per l’aula liturgica. Parte seconda Il cantiere della chiesa A) Le condizioni del progetto 24. La riconoscibilità della chiesa. Nella fase di ideazione di una chiesa, insieme a quella delle altre costruzioni ad essa collegate (ad es. le opere pastorali), si fanno evidenti due esigenze prioritarie: 25. Committenti e progettisti Si assicuri un effettivo dialogo dei committenti con i progettisti in modo che da questa stretta collaborazione nel rispetto delle competenze di ciascuno, il progetto possa valorizzare pienamente la tradizione architettonica ecclesiale e locale. 26. Il dimensionamento della chiesa Si eviti la ricerca forzata della monumentalità e il ricorso alla mera esibizione strutturale. La capienza dell’aula liturgica, più che alla popolazione parrocchiale, deve essere commisurata alle esigenze della celebrazione. Un’assemblea è in grado di celebrare in modo adeguato ed efficace se non supera una dimensione funzionale (500 persone circa, secondo i dati dell’esperienza). B) La comunità e la progettazione 27. Soggetti, modi e tempi della progettazione Progettare una nuova chiesa significa dare spazio adeguato al progetto pastorale e culturale di una comunità religiosa, che si pone a servizio degli uomini presenti sul territorio, per annunciarvi la Parola, celebrare l’Eucarestia e testimoniare la carità. Diversi sono i soggetti, i modi di partecipazione e i tempi dell’iter progettuale. C) I problemi tecnici e gestionali 28. Attenzione di carattere generale Dal momento che nella progettazione dell’edificio ecclesiale si tende spesso a privilegiare l’aspetto estetico nei confronti delle componenti tecnologiche, si auspica l’interdisciplinarietà già nella fase progettuale. A tal proposito, è bene ricordare che i problemi tecnici dei grandi spazi sono più ardui da affrontare di quegli spazi minori. 29. La scelta dei materiali Al fine di garantire la durata dell’edificio e per il rispetto dovuto a quanto i fedeli hanno offerto con generosità, si scelgano materiali tradizionali, sperimentati, durevoli, noti per le loro caratteristiche, evitando sperimentazioni e tecniche inedite che comportano rilevanti spese di manutenzione nel breve periodo. 30. Illuminazione In una attenta progettazione, la luce naturale concorre nell’architettura ad assicurare rilevanti effetti estetici, ma deve consentire anche i giusti livelli di luminosità funzionale, sia per l’assemblea sia per lo spazio presbiteriale e altri spazi, in modo che nelle ore diurne non si debba fare che un limitato uso di altre fonti di luce. La luce artificiale dovrebbe rispecchiare il più possibile le funzioni della luce naturale. Fatta salva l’esigenza delle luci di emergenza, delle spie luminose per le norme di sicurezza, il quadro elettrico sia ubicato in sacrestia e qui facciano capo i comandi di tutti i circuiti della chiesa. Assicurare le esigenze fondamentali di luminosità (come del resto anche quelle termiche e di aerazione), occorre che vengano precisate le possibilità di soddisfare le richieste liturgiche più frequenti della comunità (liturgie eucaristiche, momenti dell’anno liturgico, ecc.), ma anche garantite le condizioni per affrontare eventi più rari e straordinari (ad es.: veglie di preghiera, rappresentazioni sacre, ecc.). 31. Climatizzazione Per l’aula liturgica e i locali annessi è necessario assicurare un ricambio naturale d’aria, facilitando l’apertura e la chiusura degli infissi. Va comunque garantito un accurato controllo affinché non vi siano fonti localizzate di condensa. 32. Acustica Nella progettazione di una nuova chiesa a livello strutturale, di forma e di qualità di materiali si tengano presenti le regole fondamentali che garantiscano in genere un risultato acustico accettabile. È importante ricordare che eventuali vizi d’origine sono difficilmente rimediabili con l’impianto di amplificazione. 33. Esigenze di sicurezza e di regolare manutenzione Pur essendo le chiese esonerate dalla approvazione dei vigili del fuoco, esiste un obbligo morale di garantire la sicurezza, curando ad es. gli accessi con numero, dimensione, posizione e senso di apertura delle porte di fuga. 34. Incarico di progettazione Per la progettazione e realizzazione degli impianti (termici, elettrici, fonici e di aerazione) e per la progettazione strutturale ci si affidi a professionisti e a imprese di provata qualificazione. E bene che presso gli uffici di Curia si trovino puntuali riferimenti al riguardo. La progettazione degli impianti sia eseguita contemporaneamente a quella edilizioarchitettonica e strutturale. Quest’ultima in particolare non è da sottovalutare, visto che ambienti di dimensioni fuori dell’ordinario comportano difficoltà di calcolo ed esecutive, che conducono a scelte talvolta contrastanti con le linee architettoniche. Se ciò viene fatto a cura dell’impresa e quindi solo prima dell’inizio dei lavori, ne deriva la necessità 35. Copia dei progetti Al termine dei lavori il committente esiga la copia completa, aggiornata con le varianti avvenute in corso d’opera, di tutti i progetti, compresi quelli degli impianti idrico, termico, elettrico, messa a terra, fognario, di sonorizzazione. Ciò al fine di facilitare gli interventi di manutenzione, soprattutto di quella periodica e preventiva. La documentazione è da conservare nell’archivio parrocchiale.
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