LA NATURA SOTTO LA LENTE


I vetri serigrafati permettono l’ingresso della luce e del paesaggio.

Vaillo & Irigaray progettano un grande vuoto abitato su cui poter aggregare altri spazi che ne
definiscono il programma abitativo e che allo stesso tempo ne individuano la flessibilità funzionale,
modificandosi secondo le diverse esigenze abitative.

Progetto di Vaillo & Irigaray, architetti
Servizio di Raffaela Balestrieri
Foto di Josè Manuel Cutillas – Antonio Vaillo

Se l’icona del nostro tempo è lo schermo ultrapiatto privo di ogni connotazione e asperità, liscio e perfetto, la casa ideale del nuovo Millennio è una scatola vuota, è il luogo privilegiato di un’intimità tanto radicale, tanto paradossalmente e narcisisticamente esibita grazie a ogni tipo di trasparenza e traslucidità possibili, un luogo dal quale si osserva da spettatori il cambiamento continuo di uno scenario artificiale che si trasforma a dispetto di una realtà esterna sempre più sciatta, degradata e insignificante.

A Pamplona, capoluogo della comunità autonoma
della Navarra, città spagnola con il più alto livello di qualità della vita, all’interno di uno dei tanti golf club che caratterizzano il territorio, Vaillo & Irigaray realizzano Casa Gorraiz. Una residenza bassa, che entra con discrezione nel disegno del paesaggio, tessendo relazioni minute e complesse con un luogo in cui convivono diversi mondi e diversi tempi: il lento silenzio della verde pianura e il fragore dell’attività del centro storico. La natura quale dispositivo progettuale si insinua all’interno del progetto appropriandosene. Il vetro del rivestimento esterno
si comporta come una lente d’ingrandimento riproducendo piccole sezioni di bambù in successione serigrafica. I dintorni vengono riflessi sulle facciate e il verde invade l’edificio evitando in tal modo l’appropriazione fisica del terreno amplificandone i dintorni.

Passando dal giardino, si attraversa il soggiorno per affacciarsi a una terrazza interna.
Nell’immagine la zona salotto inserita in un volume a doppia altezza.

dispositivi progettuali utilizzati per Casa Gorraiz prevedono l’inserimento all’interno dell’alloggio di un patio che fornisce alla casa e ai relativi locali il necessario livello di privacy, di luce, di aria e di rapporto con la natura.
Il patio garantisce una stanza in più all’interno dell’alloggio ed il collegamento individuale verso il cielo. Lo spazio interno dell’alloggio è fluido, libero da impedimenti. Passando dal giardino, si attraversa il soggiorno per affacciarsi ad una terrazza interna, il cui spazio è a doppia altezza.
Qui trovano sistemazione la zona salotto e, nel volume soppalcato, la camera da letto e la biblioteca. Utilizzando il dispositivo della flessibilità il progetto attiva un processo attraverso cui gli spazi intermedi, le reti e il verde diventano realtà dell’abitare; diventano dispositivi che interagiscono direttamente e in maniera determinante sulla qualità dello spazio dell’abitare lasciando quel grado di versatilità dedicato alle differenti modalità di appropriazione degli utenti. Grazie alle numerose variabili inserite all’interno del progetto dell’abitazione, gli inquilini possono modificare lo spazio a loro immagine e somiglianza diventando i veri artefici dell’abitare.
(Da Ville e case prefabricate n° 25)

La serigrafia del rivestimento eterno si identifica con il paesaggio e appare come una grande tenda mimetica confondendone i confini tra la struttura e ciò che essa contiene.

 

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