La natura addomesticata: vetro e fuoco

Vetro e fuoco

L’occhio dilaga verso lo sfondo e gli elementi naturali nuvole, terra e cielo entrano in tutto il loro splendore nello spazio domestico. Quadri naturali caratterizzati dal continuo cambiamento del ciclo delle stagioni, aprono e rinnovano ogni giorno il dialogo con la natura, con il mistero delle cellule che trasmutano nella luce il tempo definito da un continuo passaggio di toni. Stefano Modini, che ha ereditato la passione per il legno dal padre e con la sua consolidata esperienza nel settore ha ottenuto il prestigioso riconoscimento del Marchio di Eccellenza Artigiana, ci guida nella conoscenza dei serramenti in legno.

La luce non ha solo la funzione pratica di illuminare o di scaldare lo spazio abitativo ma anche di plasmare i pieni e i vuoti. La forma, la posizione e le grandezze delle aperture sulle pareti opache determinano, in modo preponderante, l’aspetto esteriore dell’edificio e influenzano il modo di vivere lo spazio interno, infatti la luce naturale con le sue qualità benefiche esercita un effetto positivo sullo stato di benessere abitativo, valorizza gli ambienti e permette all’uomo un contatto con il mondo esterno. Di fronte a queste esigenze il ruolo della finestra è fondamentale per consentire la comunicazione e lo scambio con l’esterno, l’ingresso nello spazio domestico della luce naturale e il passaggio dell’aria, per garantire la protezione dagli agenti atmosferici – come pioggia, vento e neve -, l’isolamento termo-acustico degli ambienti interni e una confortevole e protetta visuale interna. Attraverso la finestra che contorna l’immagine delimitandola o esaltandola, si percepisce l’ambiente esterno: una vista aperta sul paesaggio naturale (campi, colline, montagne o specchi d’acqua), uno scorcio del centro storico o su edifici monumentali, una panoramica di tetti e comignoli che si innalzano verso il cielo, una strada assolata intravista tra i listelli di una persiana, uno sguardo sulla frenesia cittadina, è la vivace e colorata immagine del mondo che ci arriva attraverso una essenziale e calda cornice in legno. Quando l’infisso è a vista conta anche la percezione del materiale. Il legno, materia viva e naturale, per la sua straordinaria varietà di caratteristiche trasmette un forte messaggio emotivo in quanto rimane sempre lo specchio dell’universo vegetale di cui è spoglia permanente.

L’intera storia dell’ambiente di crescita è inscritta nella sua struttura che si è formata nel corso di lunghi decenni, e si manifesta visivamente nelle innumerevoli forme venature e colori. Un frammento ligneo diventa agli occhi di un falegname restauratore, un archivio databile in base alle informazioni in esso contenute. In netto contrasto con quanto accade ai materiali artificiali, in cui la rapidità e la schematicità dei procedimenti realizzativi si riflette in un ristretto fascio di informazioni permanentemente inserite nella struttura del materiale (ad esempio: composizione e modalità di raffreddamento per un pezzo di fusione), un elemento ligneo gode di un unicità biologica equivalente all’impronta digitale umana, che dilaga all’infinito la varietà di configurazioni disponibili dalla grande scala al dettaglio. Da quanto detto si percepisce la necessità di conoscere il materiale, le tecniche e i metodi costruttivi che concorrono alla realizzazione dell’organismo architettonico. Purtroppo, in questo insieme, l’infisso in legno, come componente essenziale ma non autonomo del sistema di vetrazione, è stato per secoli visto solo come un elemento necessario per fornire una valida risposta funzionale in grado di risolvere un ben preciso problema tecnologico. (Rita Ghisalberti)

“Perché un paesaggio sia importante bisogna limitarlo, dimensionarlo con una decisione radicale: occultare gli orizzonti con dei muri e rivelarli interrompendo i muri stessi in punti strategici. Il muro si interrompe e lo spettacolo appare: luce, spazio… Abbiamo a disposizione muri dritti, un suolo che si distende, aperture che sono passaggi per l’uomo o per la luce, porte o finestre. Le aperture fanno chiaro o scuro, gaio o triste. I muri risplendono di luce, o sono in penombra o in ombra, rendono gaio, sereno o triste. La vostra sinfonia è pronta. L’architettura ha per scopo quello di rendere gaio o sereno”

1.(sopra) Uno spazio delimitato da due ampie vetrate che danno sul golfo di Trieste: al centro un elegante camino progettato e realizzato dall’ufficio tecnico di Palazzetti. “In questa realizzazione abbiamo puntato sulla simbiosi interno esterno con un camino lavorato a tutto tondo, realizzato in marmo Rosa Portogallo con delle particolari venature grigie per richiamare la morbidezza e i colori del paesaggio carsico”.

2. Unifocus prodotto da Focus e distribuito da Celsius è un camino da incasso con focolare racchiuso da vetri. “La sicurezza e la facilità d’impiego di un camino ergonomico si uniscono, in questo modello, alla distinzione e alla sobrietà di una forma elementare, semplice ed essenziale”

 

Il camino sotto la finestra
Il camino è uno degli elementi che si ritrovano costantemente nelle ville progettate da Luigi Vietti, poiché come lo stesso architetto afferma “Il camino è l’elemento funzionale e decorativo allo stesso tempo, oltre alla tecnica bisogna saper impiegare anche la fantasia e allora il camino diventa un oggetto così bello e stimolante che può essere spunto per bellissime soluzioni creative di tutto un arredamento”. Un esempio? Lo spettacolare camino in una villa di montagna, è la cornice in legno per il “quadro” della natura. Le due canne fumarie sono state incassate nella parete e si ricongiungono poi nella parte superiore, uscendo sul tetto con un unico comignolo. La cornice del camino, in legno, si lega con molta coerenza al rivestimento della parete ed al pavimento, sempre dello stesso tipo di legno.

 

Posa in opera degli infissi
Un problema relativo ai serramenti era costituito dalla posa. Una più marcata standarizzazione, e un unificazione nella tipologia e nella forma del vano ha permesso di semplificare e perfezionare il sistema di posa. Attualmente il serramentista, in collaborazione con il verniciatore e il vetraio, tende a fornire il serramento finito, verniciato e completo di vetri, grazie alla recente tecnologia costruttiva del falso stipite. Il sistema tradizionale consisteva nel posizionare il telaio maestro che veniva zancato e murato direttamente alla mazzetta. Dopo la muratura si procedeva con l’intonacatura del muro e della parte circostante al serramento. Il problema maggiore, oltre a notevoli ritardi sui tempi, dovuti alla presenza di diverse maestranze (il muratore, il serramentista, il vetraio e il verniciatore), è l’insudiciamento dell’infisso che doveva essere pitturato successivamente. Oggi per esemplificare i lavori, per avere meno problemi e per scollegare l’intervento in cantiere delle maestranze, è molto in uso il falso stipite, una struttura lignea grezza, fornita direttamente dal serramentista, che permette al muratore di stabilire la luce dell’apertura e di terminare il suo lavoro con l’intonacatura delle pareti. In un secondo tempo arriva il serramentista posatore che installa, con adeguati elementi di fissaggio (schiume sigillanti e viti) nel vano il blocco unico già finito della finestra. Questo sistema di posa ha agevolato la produzione standardizzata e industriale degli infissi.

Durata del serramento
L’infisso in legno deve durare a lungo pur essendo esposto a escursioni ed a sbalzi sia termici che igronometrici, ai raggi solari e in particolare ai raggi ultravioletti e al biodegradamento per muffe e insetti. Il nemico numero uno è il sole, forse ancora più dell’acqua, infatti una delle cause principali del degrado del legno è l’azione fotochimica dei raggi solari. Da queste considerazioni sul degrado del legno a causa di fattori ambientali, consegue che gli infissi devono essere adeguatamente protetti e isolati dagli elementi che costituiscono la causa dell’alterazione. La verniciatura o il trattamento con impregnanti vanno visti principalmente sotto quest’ottica. Gli impregnanti simili agli olii, che si davano una volta, hanno il vantaggio di non creare spessore sul legno e di consentire una naturale traspirazione del materiale. Le ultime generazioni di impregnanti contengono una sorta di filtro all’azione dei raggi solari. Ci sono impregnanti funghicidi, battericidi che contengono sostanze utili a prevenire le aggressioni di funghi e batteri. I continui cambiamenti climatici, dall’umido al secco comportano continue sollecitazioni di assorbimento dell’umidità e di disidratazione della fibra del legno. Per ovviare a questo inconveniente si usano degli impregnanti idrorepellenti, che hanno la funzione di regolare gli scambi di umidità tra ambiente e legno. Lo strato idrorepellente limita l’assorbimento di umidità da parte del legno e allo stesso tempo consente l’uscita dell’umidità presente e protegge l’infisso da eventuali piogge battenti.

Per un ottima combustione
Per un ottimo funzionamento del camino è determinante che la presa d’aria comburente sia collegata con l’esterno o con un locale più ventilato, per permettere il costante ricambio di ossigeno all’interno dell’ambiente, una perfetta combustione della legna e di conseguenza un maggiore sviluppo di calore. (Disegno Palazzetti)

 

Aereazione dell’ambiente
Nelle vecchie case si trovano ancora delle finestre in legno con telai sottili e finestre semplici, le vecchie finestre, facevano sempre entrare un po’ d’aria fresca senza doverle aprire, quelle moderne sono a tenuta d’aria e il ricambio nei locali risulta spesso insufficiente. Il problema si presenta specialmente nelle giornate fredde quando le finestre non vengono aperte molto volentieri. Quindi negli ambienti con infissi a doppio vetro con telaio a tenuta stagna, che ha quindi una chiusura ermetica, è indispensabile installare una adeguata presa d’aria esterna per assicurare il flusso d’aria e quindi di ossigeno necessario alla combustione e per evitare l’immissione del fumo nell’ambiente. A questo proposito ci spiega Ermanno Vandini che la normativa 10683 stabilisce che qualsiasi fonte di fuoco: stufe, camini, forni a gas, a legna hanno necessità e l’obbligo della presa d’aria. La stufa necessita di aperture con diametro di almeno 80 mm, per il camino invece la dimensione minima è il cinquanta percento della dimensione della sua canna fumaria. Per i forni di cottura a gas delle cucine la dimensione minima è 120 mm. La presa d’aria è sempre obbligatoria anche per stufe e camini chiusi. Il camino ha un risucchio di aria ambiente che si misura in 50/60 metri cubi aria ora quindi la presa d’aria nel camino non solo è obbligatoria ma anche necessaria per assicurare una combustione ottimale della legna. L’afflusso naturale dell’aria deve avvenire per via diretta, è consentita anche una ventilazione indiretta, attraverso il prelievo dell’aria da locali attigui a quello da ventilare, ma non devono contenere caldaie o apparecchi a gas e non devono essere rimesse, garage o depositi di materiali combustibili. La presa d’aria che consente la ventilazione diretta deve essere comunicante con l’esterno con aperture permanenti realizzate sulle pareti del locale da ventilare. Il flusso d’aria deve avvenire liberamente, quindi le bocche di apertura sia interne che esterne alla parete non devono essere ostruite. Queste possono essere protette con reti o griglie metalliche. La presa d’aria assicura diversi vantaggi: garantisce un continuo rifornimento d’ossigeno per la combustione senza prelevarlo dall’ambiente in cui è posto il corpo scaldante ed evita fuoriuscite di fumi, infatti se il camino dispone solo dell’aria dell’ambiente, per funzionale produce una fuoriuscita di fumi, causa dalla depressione creata nel locale.

 

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