La mansarda in campagna: una “tana” piena di sapori autentici


Vivere con ritmi e materiali più naturali

Se la casa è in campagna, la mansarda forse era un fienile. La memoria del passato dà sempre carattere al presente, un senso di appartenenza solidale in uno spazio che accoglie e protegge in modo semplice e primario.

If the house is in the countryside, the attic might have been a hayloft. Past memories always give
character to the present, providing a sense of united belonging in a space that welcomes and shelters you in a simple manner.

C’é chi ha sempre abitato in città e sogna di abitare in campagna, ma la campagna non gli basta: ogni sera, tornando a casa, vuol’essere accolto da una rustica mansarda.
Perché? Per via del suo inconscio, immagino, per il richiamo profondo esercitato su di lui dalla natura e dall’ancestrale capanna col tetto a due falde. Ben lo sanno i tanti stranieri, tra cui molti anglosassoni e scandinavi, che scendono in Italia, soprattutto in Toscana, per acquistare una casa di vacanze dove in prospettiva trasferirsi all’età della pensione.
All’architetto specializzato in ristrutturazioni “rustiche” la prima cosa che chiedono, prima ancora della cucina in muratura col lavandino in pietra, è la camera da letto in mansarda con le trine antizanzara. Mettete insieme un ambiente ancora agricolo con qualche angolo di bosco all’esterno, e uno spazio privato che ti accoglie sotto le eleganti
e protettive travi di un solido tetto tradizionale: avrete una miscela irresistibile di desideri e di memorie che si presenta come l’unica, vera e autentica evasione dalla nevrosi della vita moderna.
E in questo nido primigenio il posto dove consegnarsi al sonno e al sogno ha per forza da essere una mansarda. In qualche modo la mansarda in campagna corrisponde al loft in città: uno spazio estraneo, nato per altri in tutt’altra situazione e con altre esigenze, che è diventato nostro per appropriazione culturale. Una specie di macchina del
tempo che ci permette, come a certi miliardali il viaggio nello spazio, di sperimentare nuove dimensioni.

La grande poltrona in tela policroma diventa quasi un’amaca: è all’insegna della spensieratezza questa interpretazione dello spazio domestico che coinvolge in cavalcate trionfali di mondi sognati
Divani di Moroso

There are those who have always lived in the city and dream of life in the countryside, but for them the countryside is not enough: every evening, on coming home, they want to be welcomed by a rustic attic. Why?
Because of their subconscious, their imagination, and the profound effect of nature and the primitive hut with double-pitched roof.
The many foreigners, including a large number of English and Scandinavians, who buy a holiday home in Italy, especially in Tuscany, with the intention of spending their retirement there, know this only too well.
The first thing they ask for from the architect specialised in the renovation of rustic buildings, before talking of a masonry kitchen with stone sink, is the attic bedroom fitted with mosquito nets. If you combine a farm setting, perhaps with a wood nearby, and a private space that welcomes you beneath the elegant and protective beams of a
sturdy traditional roof, you will get an irresistible mix of desires and memories that really gives you the impression of getting away from it all. There are similarities between country and city attics.
Both are extraneous spaces made for others in completely different situations and with different requirements that have become ours by cultural appropriation.
They are a sort of time machine that allows us, as is the case with a handful of space-travelling millionaires, to experiment with new dimensions.

 

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