La cultura del bagno in Giappone

I giapponesi hanno la reputazione di vivere in spazi abitativi piccoli (in un appartamento di 60mq di solito vivono 4/5 persone) ed essenziali, ed per questo che hanno sempre cercato soluzioni innovative che risolvessero questo problema in nome di un’idea di abitazione bella e spaziosa. Michael Freeman e Michiko Rico Nosé hanno realizzato un interessante libro, che presentiamo in queste pagine, sulle consuetudini abitative del Giappone contemporaneo dal titolo “Japan Modern, New Ideas for Contemporany Living”. Gli autori mettono in evidenza come le nuove case rispecchiano il rapporto con la tradizione, notando che “le più interessanti soluzione sono quelle che massimizzano in maniera semplice l’area fisica della casa”. Sicuramente molte idee stimolanti ci vengono da questi esempi proprio per le nostre case dove troppo spesso l’ambiente bagno viene penalizzato in nome di una mancanza di spazio. In Giappone, il bagno – come notiamo in “Japan Modern”- per antiche consuetudini e tradizioni viene considerato molto importante e insieme al giardino rappresenta la parte estetica e filosofica del rapporto che ognuno di noi ha con il proprio corpo. Questo rapporto, infatti, non viene nascosto ma rappresentato, tant’è che nelle case tradizionali questo è direttamente e visivamente collegato con il giardino. Nelle case giapponesi tradizionali il bagno è diviso in due parti: quella dove si trova l’ “ofuro” , una vasca da bagno giapponese e una doccia per lavarsi prima di immergersi e rilassarsi nella sua bollente temperatura; e quella dove si trova la toilette. Restando seduti, ci si può radere usando uno specchio. Questa disposizione è ancora usata e fa capire come il bagno sia considerato innanzitutto una sala dedicata principalmente al benessere psicofisico. Esempio di tutto ciò è la casa a Shinjuku, nella area urbana di Tokyo, qui i proprietari volevano spendere poco e realizzare una abitazione moderna con un occhio alle tradizioni. Ma non si è badati a spese nella realizzazione del lussuoso ofuro: la vasca, il soffitto e le pareti sono realizzate con legno di Cipresso Giapponese, che è considerato uno dei materiali più costosi per il suo profumo, il suo calore, e per il suo tono cromatico. Stessa cosa nella villa che Kengo Kuma ha realizzato a Atami nella penisola di Izu, immersa nell’acqua è realizzata completamente in acciaio e soprattutto vetro. Un gioco di materiali traslucidi e di suggestive riflessioni accompagna le viste sul paesaggio oceanico che si godono da ogni punto della casa. Il bagno è pensato in relazione al paesaggio tanto che sembra di stare su un terrazzo all’aperto. Suggestiva la proposta dell’architetto Akira Kusumi per una casa dedicata agli ospiti all’interno del parco di una grossa villa. Ispirato dalle forme tribali awajiane ha disegnato una sala da bagno che risente nella definizione degli spazi della cultura giapponese. La vasca sembra nascere dalla pavimentazione ed è legata prospetticamente al paesaggio con un esposizione verso il tramonto, mentre la toilette è separata da pareti a mezza altezza intonacate su rete. Il bagno svolge lo speciale ruolo di cardine nella casa a Funabashi progettata dall’architetto Norisada Maeda. Sfruttando un desiderio del cliente, l’architetto voleva sfuggire all’influenza occidentale sintetizzata dalla regola LDK (soggiorno-pranzo-cucina) comunemente accettata dal dopoguerra come base per disegnare una casa; pensando di progettare partendo dal bagno, come tradizione giapponese. Il bagno con la solita doccia all’ingresso è un cubo di vetro al centro della abitazione privo di water è dedicato interamente al relax e a ristorarsi dopo una lunga giornata di lavoro. Non poteva mancare Eisaku Ushida, l’esponente più d’avanguardia dell’architettura giapponese che si è sempre occupato di rendere fluido lo spazi progettato. Il bagno che ha disegnato per la casa nella nuova cittadella della scienza di Tsukuba sembra essere una piccola navicella appoggiata tra l’interno e l’esterno della casa. Molto originale la struttura della sala da bagno è definita da oblò che portano una luce diffusa e piacevole al suo interno. Infine splendida la soluzione che l’architetto Denso Sugiura ha trovato per la Tiny House con un bagno legato alla stanza degli ospiti da un pannello di vetro scorrevole

The Japanese have a reputation for inhabiting the minimum space possible – with only the bare essentials being taken into consideration (an apartment measuring 60 square metres is generally inhabited by 4/5 people). This means that, in the name of the idea of a beautiful, spacious home, they have always looked for innovative solutions to solve this problem. Michael Freeman and Michiko Rico Nosé have written an interesting book – which will be presented in these pages – on contemporary Japanese living habits entitled “New Ideas for Contemporary Living”. The authors highlight how new houses reflect a relationship with tradition, noting that the “most interesting solutions are those that maximise, as simply as possible, the physical area of the house”. A number of stimulating ideas have been gleaned from these examples; only too often, in our houses, the bathroom is penalized on account of lack of space. In Japan, according to old habits and traditions, the bath-room (see “Japan Modern”) – together with the garden – are conside-red extremely important, and represent both the aesthetic and philo-sophical part of our relationship with our bodies. In fact, this relationship is not hidden but clearly shown – to the point where, in traditional houses, the bathroom is directly and visibly connected to the garden. In typical Japanese houses, the bathroom is divided up into two parts: one houses the “0furo”, a Japanese bath with shower enabling one to wash oneself before sinking down and relaxing in the boiling water; the other half houses the lavatory. Washing in the “ofuro” means sitting on an upturned bucket: after soaping oneself it is necessary to pour buckets of water over one’s head; by remaining seated, one can then shave whilst holding a mirror. This arrangement is still used and leads us to understand that the bathroom is considered, first and foremost, a room dedicated to mental and physical well-being.

di / by Stefano Cappello

 

 

 

 

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