La completezza dell’insieme

Chiesa Parrocchiale dello Spirito Santo a Torremaggiore (Foggia)

Frutto di un attento lavoro compositivo, questo progetto di Michele Giarnetti e Lucia Giarnetti realizza una singolare coerenza tra architettura e l’intervento artistico di Ernesto Lamagna. Il disegno del campanile è stato tra i vincitori del Concorso Nazionale per il Progetto di un Campanile indetto da CHIESA OGGI architettura e comunicazione nel 1999.

E’ la forza della composizione architettonica. Basata su concetti semplici, come semplici sono le forme geometriche di base; ma, ricomposte seguendo il filo di un’idea precisa, costituiscono un quadro complesso e articolato. Il discorso germina dall’intersecarsi di due elementi: il muro e il cerchio. Visto in pianta, il muro attraversa diagonalmente il lotto quadrangolare su cui insiste la chiesa. E diventa elemento di alta significatività, proprio perché crea un limite e una direzione. Stabilisce un di qua e un di là. Da un lato, verso il sagrato, il muro diventa l’elemento lineare che raccorda l’edificio della chiesa al campanile. Dall’altro lato, separa i luoghi di servizio (aule dell’oratorio, sala parrocchiale, canonica) dalla chiesa. Il muro attraversa il cerchio di base dell’aula ecclesiastica: in tal modo gli attribuisce quella direzionalità che altrimenti non avrebbe. Una duplice direzionalità: quella data dal muro stesso e quella ortogonale ad esso. Su questa seconda direttrice è posto l’asse dell’aula. Così che il portale si apre di rimpetto al muro di fondo e sporge verso l’esterno del perimetro convesso, protendendosi sul sagrato con una serie di scarti che diventano
filtro d’ingresso e alloggiamenti che ospitano da un lato il battistero, dall’altro la penitenzieria. Ecco che così si stabilisce una duplice progressione spaziale, che è anche spirituale e simbolica. Per chi entra in chiesa dalla strada, la progressione acquisisce un valore spirituale iniziatico e riconduce attraverso il sagrato all’interno dell’aula liturgica, passando per i luoghi dell’iniziazione cristiana e della riconciliazione. Per chi sta fuori dalla chiesa, per chi la
guarda da lontano, l’immagine del campanile, pur saldamente ancorato al complesso, diventa segnale eloquente. Un campanile che è allo stesso tempo singolo, perché avanzato verso la strada, ma strettamente collegato al luogo della celebrazione. Anch’esso dotato di una figurazione geometrica semplice, è inteso col valore simbolico del faro. Lo ricorda con efficacia, per esempio nella scelta della bicromia: più chiaro il materiale della base, più scuro quello dello sviluppo superiore, distinto dal lungo taglio della croce. Come un faro, appunto, poggiante sulla roccia.
Il campanile è stato tra i vincitori del “Primo concorso nazionale per il progetto di un campanile” indetto da CHIESA OGGI architettura e comunicazione nel 1999, ed è stato costruito dopo quell’evento.

Vista del complesso dal sagrato. Il campanile
è collegato al complesso tramite il lungo muro.
La torre campanaria appare come un faro, anche
grazie alla bicromia della copertura.

Varcata la soglia, l’aula si presenta protesa verso la grande parete che attraversa e salda tutto il complesso. Il suo biancore incornicia l’altare e fa da sfondo al crocifisso. Il corridoio aperto tra i banchi dell’aula e le due travi lignee del soffitto stabiliscono una forte immagine di assialità. E la pendenza del tetto, che va abbassandosi verso il presbiterio, accentua il senso del “precipitarsi” di tutto lo spazio verso il polo liturgico principale. In corrispondenza col presbiterio
le pareti dell’aula si aprono in setti curvi orientati verso l’altare, che focalizzano l’attenzione dei fedeli, anche grazie allo specifico direzionamento della luce. Ai due lati dell’altare, la sede del presidente e l’ambone. A sinistra (per chi guarda dall’aula) si apre lo spazio del coro. Sulla destra invece è posta la cappella feriale, che occhieggia attraverso setti e aperture: allo snodo tra i due ambiti si trova il tabernacolo.

La sede del celebrante, in marmo di Apricena,
come l’altare, di cui ripercorre il disegno.
Vista generale dell’aula. L’altare è un monolito e si
pone come luogo verso cui converge tutto l’insieme.

Il disegno nell’insieme risulta lineare e articolato, semplice e armonico. Su tale compostezza globale si innesta la collaborazione artistica tra il maestro Ernesto Lamagna e il maestro Albano Poli, che rifinisce con naturalezza lo spazio architettonico. Il crocifisso, elemento scultoreo centrale, per dimensioni e cromia della croce appare connaturale all’ambiente. Con la figura bronzea del Cristo entra in un dialogo immediato quella dell’angelo, che contraddistingue l’ambone. Anche altare e sede presidenziale si uniscono allo stesso modo in un colloquio di intima prossimità. Così la prospettiva del presbiterio assume un equilibrio mirabile di forme e masse, di immediata leggibilità segnica e liturgica. La luce, che con soavità filtra dai lati e dalla copertura, accarezza la bianca parete di fondo, staccandola dal resto dell’ambiente, come una presenza tanto concreta quanto eterea.

S. Em. Card. Paul Poupard
Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura

”Grazie alla collaborazione feconda tra i committenti e l’artista, è stata realizzata una singolare unità tra architettura, elementi decorativi e suppellettile, che rimanda a una profonda e meditata concezione unitaria… La chiesa dello Spirito Santo si presenta come un modello in cui finalmente le esigenze della liturgia e del culto sanno perfettamente armonizzarsi con quelle tecniche e artistiche…”

Vista della vetrata che sovrasta
l’entrata, opera di Lamagna.
Il portone esterno,
anch’esso elaborato dall’artista.
La pianta del complesso imperniato e attraversato dal muro.

Chiesa dello Spirito Santo a Torremaggiore
Progetto architettonico: Arch. Michele Giarnetti, Arch. Lucia Giarnetti,Torremaggiore
Calcoli strutture: Ing. Aldo Paranzino
Impresa edile: Pasquale Ciuffreda & Figli, Foggia
Opere artistiche: Maestro Ernesto Lamagna
Vetrate e arredi sacri: Progetto Arte Poli,Verona
Legno lamellare: Arch Legno, Ascoli Piceno
Rivestimenti esterni: Lecablock Foggia, Foggia
Campane: Fonderie Capanni, Castelnovo ne’ Monti (RE)
Elettrificazione campane: Brevetti Giannattasio, Pontecagnano (SA)
Corpi illuminanti: Targetti Sankey, Firenze
Diffusione sonora: Quasar Elettronica, Foggia

Due stazioni della Via Crucis.

S.E.R. Mons. Michele Seccia
Vescovo di San Severo

“Se nel contesto urbanistico di Torremaggiore la
Chiesa dello Spirito Santo si pone in costante dialogo
con la realtà, non schiacciando il paesaggio circostante
ma accogliendolo ed esaltandolo, al suo interno
essa si articola in forme e luoghi organicamente
modulati e simbolicamente riconoscibili… La
decorazione diventa una vera “carta d’identità” della
chiesa… appare come la naturale manifestazione
di un intimo assetto: una fioritura che sboccia dalla
profondità di un edificio…”

S.E.R. Mons. Felice di Molfetta
Vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano

Questa casa ha una “fissità dinamica” in quanto si
ispira al principio della novità nella continuità. Insistendo nell’area geoculturale del romanico-pugliese, a esso si ispira lasciandosi guidare dai criteri della purezza e della essenzialità delle linee, dominate e innervate dalla luce nonché dall’uso dei materiali: la
pietra, il bronzo, il mosaico… In questo ampio e articolato progetto iconografico non manca lo spazio
per la pietà popolare, espressa dalla Via Crucis, opera
musiva di alto valore… Fedele interprete della pulcritudine divina è stato Ernesto Lamagna… un artista colto e tecnicamente preparato che ha attraversato con il suo stile inconfondibile e suggestivo i decenni più impegnativi della vicenda figurativa italiana…”

Vista laterale dell’aula. Si notano le aperture da cui filtra la luce verso il presbiterio.

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