La città balneare continua

Vorrei cercare di affrontare brevemente il complesso fenomeno dell’insediamento turistico adriatico fronte costa, denso e continuo, schiacciato tra la compressione delle colline a ridosso della costa e osservato a distanza dai rilievi dei centri storici che insistono sulle creste collinari. Una condizione insediativa determinata dalla particolare conformazione della dorsale appenninica che torna a caratterizzare anche altri contesti  italiani soprattutto quello peninsulare ligure e quello sud tirrenico.
Ma, in particolare, nel tratto marchigiano, il fenomeno assume una condizione estrema e forti specificità. Vediamo perché.

Il turismo balneare
Lo sviluppo del sistema turistico balneare medio adriatico ha saturato prima le periferie dei principali insediamenti sul mare, poi gli intervalli tra i centri abitati, quindi le aree di risulta tra le diverse concentrazioni insediative. Restano pochi vuoti che coincidono con aree industriali dismesse, con particolari zone vincolate, con fasce condizionate da difficoltà orografiche o con piccoli comparti inedificati per ragioni politiche e contingenti.

Turismo e stanzialità
Le modalità insediative del turismo generalmente si sono intrecciate con l’insediamento stanziale generando sistemi complessi in continua ibridazione o trasformazione (alberghi trasformati in appartamenti, villini demoliti e ricostruiti come case a schiera, scuole o servizi sociali rigenerati come attrezzature per il tempo libero, e poi ancora contenitori industriali riprogettati come centri commerciali oppure trasformati in discoteche o altri luoghi del gioco e dell’intrattenimento).

Turismo e fabbriche
Questa città del turismo che moltiplica i suoi abitanti e incrementa esponenzialmente la sua energia produttiva nei mesi estivi, oltre a costituire la principale risorsa del territorio si sovrappone ad un tessuto industriale che nelle regioni medio adriatiche ha una sua storia e una sua legittima necessità. L’insediamento industriale convive con quello turistico secondo due diverse modalità: da una parte collocandosi in ‘seconda linea’, e cioè arretrando di alcune centinaia di metri dalla costa o addentrandosi nelle penetrazioni vallive; dall’altra parte accettando a sua volta l’ibridazione con l’insediamento turistico, e cioè trasformando la sua destinazione da produttiva (fabbrica) a commerciale (mercato).
In definitiva si sovrappongono tre sistemi insediativi diversi: quello residenziale stanziale, quello turistico stagionale e quello produttivo, in un continuo interscambio di ruoli e in una compatibilità di relazioni difficile e instabile, che rischia spesso il collasso in termini di servizi e mobilità.

Il sistema della mobilità nord-sud
Lungo la linea medio adriatica scorrono tre infrastrutture della mobilità: la Strada Statale n.16, l’Autostrada A14 e la Linea ferroviaria adriatica. I tre canali di traffico corrono a poca distanza dal mare (escludendo solo i promontori costieri), in genere più vicino al mare la ferrovia, poi la statale e quindi l’autostrada; ma talvolta i sistemi si affiancano e si sovrappassano oppure si stringono ridossandosi al mare.
Se l’autostrada e la ferrovia hanno problemi di traffico intenso, risolvibili nel caso della A14 con la terza corsia o con raddoppi (il problema riguarda soprattutto gli alti costi nelle tratte in galleria) e nel caso della ferrovia con una razionalizzazione degli orari (per ora non è prevista l’alta velocità) e con un potenziamento delle tratte trasversali vallive, il problema della SS 16 è quello di avere cambiato completamente ruolo. La conurbazione adriatica l’ha infatti trasformata ora in strada urbana, ora in strada mercato, sempre comunque in un percorso locale, percorribile a velocità molto ridotta e con fenomeni gravi di intasamento. Tanto che questa strada statale rappresenta per l’ANAS forse il problema più urgente del piano di risanamento del suo patrimonio carrabile.L’insediamento turistico parallelo alla costa
A mio avviso una delle ragioni più evidenti della ‘criticità’ di questo sistema è la naturale disposizione dell’insediamento balneare parallelo alla costa e addossato alla spiaggia. Lo spessore si assottiglia o si ispessisce solo in virtù delle differenti condizioni orografiche, della pressione di strade e ferrovia e/o della presenza dei maggiori centri abitati. Questa modalità insediativa è più che ovvia, in quanto segue il principio della maggiore vicinanza possibile al mare per sfruttarne la rendita di posizione sia per chi costruisce, sia per chi compra le case, o gestisce le attrezzature e gli spazi della balneazione.

I risultati sono:
 consumo enorme di suolo
 privatizzazione del fronte mare
 deprezzamento delle ‘seconde linee’
 saturazione dei servizi e delle attrezzature
 intasamento della mobilità
 impermeabilità alle relazioni con l’interno collinare.

I borghi alti di mare
Molti di questi insediamenti abitati lungo il mare costituiscono l’espansione ‘moderna’ di centri storici posti sulle colline, avamposto appenninico lungo la costa. La storia ha depositato questi insediamenti in tempi lunghi e lenti, il loro ‘raddoppio’ costiero, sospinto dalle necessità di valorizzare l’industria turistica è invece avvenuto nello spazio di poche decine di anni, cui ha fatto seguito lo sviluppo industriale e la realizzazione delle infrastrutture della mobilità.
A fronte di un notevole valore storico e paesaggistico, questi centri storici collinari generalmente non hanno una vera capacità di richiamo turistico e restano lo ‘sfondo’ di un turismo stagionale che guarda al mare. Il distacco tra questi centri e le urbanizzazioni costiere è spesso caratterizzato da discontinuità orografiche occupate dai tre canali di mobilità lineare di cui abbiamo parlato che finiscono per costituire un ulteriore sbarramento alle ipotesi di relazione collina-mare. Nell’intervallo geografico tra San Benedetto del Tronto e Ancona (escludendo il Conero) solo alcuni di questi centri hanno avuto fortuna – tra i pochi: Torre di Palme, Marano, Grottammare – ma non tanto per un naturale riequilibrio delle possibilità di attrattiva turistica, quanto come occasioni di investimento immobiliare orientato ad una utenza di esigenze più elevate e con maggiori disponibilità economiche.

Le penetrazioni vallive
Come si sa, la città continua adriatica schiacciata verso il mare, si apre nell’entroterra in  corrispondenza delle valli fluviali che, con una certa regolarità, incidono le propaggini appenniniche più vicine alla costa. Questo fenomeno geografico è l’unico reale ‘incidente’ che modifica il sistema, convogliando verso l’interno il sistema urbanizzato costiero, che genera immediati sottosistemi infrastrutturali e produttivi, ma solo raramente coincide con una ‘apertura’ del turismo balneare verso altre forme di turismo applicabili all’interno di queste propaggini appenniniche. In genere lo sviluppo delle dinamiche turistiche lungo le valli è condizionato dalla presenza di un polo di attrazione sia storico-culturale che economico, come le città d’arte di Teramo, Ascoli, Fermo, Macerata, Urbino …

Sistemi turistici paralleli dell’entroterra
Immaginiamo di riuscire a connettere le emergenze storiche collinari e l’alta valenza paesaggistica delle creste collinari subappenniniche con una rete di relazioni ancora lineari e parallele alla costa: si verrebbe a creare un doppio sistema del verde con lo ‘spazio delle spiagge’ lungo il mare e lo ‘spazio del parco subcollinare’ a monte del sistema infrastrutturale nord-sud. Immaginiamo ancora di connettere questi due sistemi con relazioni trasversali e ortogonali alla costa, sfruttando le depressioni col
linari che coincidono con fossi, torrenti o piccoli fiumi. Solo alcune di queste trasversalità si spingeranno in profondità nell’entroterra assumendo l’intera complessità di un sistema insediativo lineare (residenze, fabbriche, elementi naturali, qualche presenza storica, ma poco turismo). Naturalmente la mobilità all’interno di questo sistema, alla piccola scala, dovrebbe essere di carattere ciclo-pedonale e comunque, se carrabile, di basso impatto ambientale.
Si verrebbe insomma a creare una rete costituita da due assi longitudinali nord-sud e bretelle fitte di collegamento trasversale (dal punto di vista figurativo una ‘scala a pioli’).
Lo spessore complessivo del sistema insediativo sarebbe così maggiore e l’insediamento turistico con i relativi servizi potrebbe distribuirsi in modo più ampio seguendo i nodi e le linea di forza delle nuove relazioni a rete.

Il testo muove da una Ricerca di Interesse Nazionale finanziata dal MIUR, condotta da un gruppo di docenti/ricercatori della Facoltà di Architettura di Camerino, e da studi e progetti elaborati con gli studenti di un Laboratorio di Progettazione architettonica.

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