L’insostenibile leggerezza di un soppalco


Tratto da:
99 Idee Ambient 01
L’insostenibile leggerezza di un… soppalco
AFFACCIATA SU UN BELLISSIMO PANORAMA ROMANO, UNA MANSARDA CHE, GRAZIE AL SOPPALCO RICAVATO AL POSTO DELL’ANTICO SOLAIO, SI SVILUPPA SU DUE LIVELLI ED IN CUI LA LUCE, I COLORI, LA TRADIZIONE E LA MODERNITÀ CONTRIBUISCONO INSIEME A DEFINIRE UNO STILE ED UNA ATMOSFERA DI GRANDE IMPATTO E VALORE
Luce e colori, queste sono le variabili entro cui si è mosso il concetto che è alla base del progetto di ristrutturazione della mansarda romana presentata in queste pagine. Una luce tipica come soltanto la capitale sa regalare, così solare e rassicurante, gioiosa, avvolgente e calda che viene ampliata, resa parte integrante dell’intero appartamento ricavato in un ex convento del ‘400 grazie all’impiego del bianco, del gialli dei toni naturali e freddi alternati senza soluzione di continuità nel lungo e continuo svolgersi dei locali della casa. In posizione centrale è la grande stanza di soggiorno/pranzo, le cui pareti dipinte di un vivace color giallo (a pareggiare il peso visuale delle bellissime travature in legno del soffitto restaurate e lasciate a vista) continuano per la doppia altezza del locale. Un’altezza derivante dall’aver convertito ad abitazione gli ultimi solai della casa, e che si è dimostrata fondamentale per poter ricavare in questo locale un soppalco su cui trova posto un angolo studio, che presenta la particolarità di aver recuperato il complesso gioco di feritoie che davano luce ed aria alla soffitta, rendendole parte integrante di questo nuovo spazio ed elemento forte, caratterizzante dell’intero progetto. La cucina, attigua alla zona pranzo, da cui è separata solo da un setto senza chiusure, è pensata attorno ad un’isola che raccoglie il lavello ed i fornelli ed è sovrastata da una bellissima cappa in cristallo ed acciaio. Un uso, questo di materiali e forme estremamente moderni, che diventa il più giusto ed efficace dei contrappunti per l’impianto dell’abitazione e che ottiene quindi di sottolineare in maniera efficace ma inequivocabile i pochi, accuratamente scelti e raffinatissimi pezzi di antiquariato di cui la casa è arricchita. Nella pagina a sinistra, il particolare dell’angolo studio e delle feritoie della soffitta recuperate e integrate nel progetto di arredamento.
Al di là della zona pranzo, in posizione simmetrica rispetto alla cucina, si apre il cuore di questa mansarda, la zona più intima e raccolta dell’intera casa. Si tratta di un grande, spazioso locale adibito a biblioteca in cui un complesso sistema di scaffalature che si rincorre lungo le pareti, seguendo la forma degli antichi muri e plasmandosi a seguire nicchie, finestre, sporgenze e rientranze è stato di un volutamente neutro e non invasivo color bianco come a voler enfatizzare il drammatico aspetto della grande moltitudine di libri che tutt’intorno sono raccolti e sistemati in bella vista: una quantomai efficace testimonianza della grande passione per l’arte e la cultura dei proprietari dell’appartamento. In posizione centrale nel locale il grande camino in pietra a cui sono accostati i divani che fungono da seduta per quello che possiamo definire l’angolo conversazione, una vera oasi che pemette di socializzare anche nel sancta sanctorum del raccoglimento e della lettura, sistemati in maniera tale da lasciare aperto e scenograficamente esposto il boccafuoco del camino, come si conviene al giusto e degno protagonista di questo locale. Per dare ancora maggior impatto alla necessaria atmosfera calda e tranquilla della biblioteca, i colori impiegati sono stati accuratamente scelti tra dei toni caldi e naturali, che ben si sposano con il grande, pervsivo e riposante bianco delle pareti e delle librerie. Si tratta dell’elegante color miele del parquet in tavole di castagno che riveste tutto il calpestio di questo livello di solaio, e dei mobili antichi (primi tra tutti lo scrittoio a cui è stato riconvertito un tavolo a ribalta dell’ottocento e la specchiera antica sulla mensola del camino di provenienza orientale), ma anche del tono rosso scuro dei grandi tappeti che impreziosiscono il pavimento contribuendo a rendere più ovattato e confortevole tutto l’insieme.
Due scorci del locale biblioteca che testimoniano la ricercata atmosfera di pace e tranquillità appositamente studiata per questo locale. Gli scaffali laccati che corrono lungo le pareti incorniciano di volta in volta il camino, le finestre o lo scrittoio.
Anche nella zona notte sono stati ancora
una volta riproposti gli stessi principi impiegati nell’arredamento del resto della casa: rigore e intimità. La luce che entra copiosamente dalle grandi finestre aperte sul sottostante panorama capitolino, viene riflessa ed amplificata dalle grandi superfici lasciate libere e dalla intelligente scelta dei colori impiegati (quasi dappertutto ancora una volta un luminoso bianco che lascia però volentieri spazio ad un allegro azzurro cielo per la camera da letto per i bambini) e permea lo spazio diventando quasi un elemento architettonico reale ancorché intangibile e leggero, che certo contribuisce in maniera determinante a definire il tono ed il carattere di una abitazione tanto speciale. In questa pagina, dall’alto verso il basso due viste della camera da letto principale, la seconda camera da letto ed il bagno padronale con la suggestiva soluzione per la vasca racchiusa in una sorta di quinta muraria a cui si accede grazie ad una piccola scaletta in legno.

L’edificio che ospita questa mansarda è un antico convento del 1400 nel centro di Roma, ed è stato oggetto di un attento ed accurato restauro statico e conservativo. Ricavare dall’antico solaio e dal livello sottostante un unico appartamento collegato da una scala che unisse i due piani, ha previsto una fase di recupero e ripristino delle parti strutturali (muri, tetto e solai) e la riprogettazione dell’intera pianta interna, con una nuova distribuzione degli spazi abitativi a seguire le esigenze di uno stile di vita moderno.

Appartamento a Roma.
Realizzazione architetto Cristina Liguori.
Servizio di Lucio Leone Foto di Marina Papa.

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