L’arte del fabbro

 
Tratto da:
Il ferro battuto N°24
L’arte del fabbro

Africa: cultura e tradizione

Tom Joyce è un’artista americano che da sempre si occupa, come un archeologo, di ritrovare opere significative in ferro. Con una meticolosa ricerca è riuscito a selezionare e archiviare numerosi oggetti che fanno parte dell’eredità di varie tradizioni metallurgiche ritrovate a sud del deserto del Sahara in Africa. Joyce ha cercato di accentuarne “le loro qualità
estetiche, per apprezzarne il grado di civiltà, poiché l’arte non può essere giudicata al di fuori della realtà e dell’ideologia dei gruppi che la esprimono”. Scoprendo le tecniche antiche si agevola la comprensione e ‘apprezzamento
delle arti del metallo.

Il catalogo “La forza della vita sull’incudine. L’ ar te del fabbro in Africa”, raccoglie le opere selezionate da Tom Joyce. “Esistono circa mille lingue che rappresentano le diverse credenze sociali e religiose esistenti fra i membri delle comunità di questo grande continente. L’arte del ferro prodotta da ciascuna cultura, anima questi principi ed è inseparabile dalle loro culture fortemente sviluppate. Ogni oggetto prodotto dal fabbro rivela una parte essenziale di queste tradizioni artistiche”. Questi oggetti trasmettono infatti, le idee e il significato del loro utilizzo, e aiutano
a comprendere meglio, non solo il passato e il presente della società in cui sono state prodotte, ma anche il futuro. I fabbri in Africa hanno sviluppato sistemi efficaci per lavorare il ferro e per portare questo minerale alle temperature appena vicino al punto di fusione, condizione necessaria per la forgiatura. Il ferro è stato successivamente forgiato sulla pietra, battuto sull’ incudine e trasformato in barre raffinate per essere infine commercializzato. Le religioni e le mitologie si sono evolute interpretando i processi metallurgici.

Nelle foto in senso orario: la zappa rappresenta un simbolo importante della vita agricola nei villaggi africani. La
statua sulla copertina in alto rappresenta Amma, il creatore dell’universo e di tutta la vita. Primo essere, generato da
Amma, era Nommo. Gli indigeni richiedevano un clima umido e lasciavano un’offerta come ringraziamento. Il coltello, ikul,
simbolo di pace, è stato introdotto dal re di Kuba nella Repubblica democratica del Congo. Il Mbole rappresentava la caviglia dell’uomo e della donna: era offerto come buon auspicio prima del matrimonio. Lama gettante che rappresenta la ricchezza: troppo fragile per il combattimento, è valuta di scambio per le tribù che la forgiano e la usano.

Nel quindicesimo secolo gli Europei hanno incominciato a esplorare il litorale africano, creando il commercio delle materie prime, incominciando proprio ad importare il ferro dall’Africa.Tutte le opere raccolte sono dunque uno strumento per comprendere l’evoluzione di questo metallo e soprattutto le tradizioni di un popolo. “La maggior parte di queste tradizioni rimangono nascoste alla vista.Tuttavia queste opere simboleggiano l’etica e l’estetica dei loro creatori. Un patrimonio storico e culturale che può essere perso se decontestualizzato dalla sua area d’origine e che perciò, pur risiedendo in uno spazio alieno, deve essere osservato come parte di un tutto” afferma Joyce. L’intento è dunque quello di presentare la storia di ciascun oggetto in modo completo come se fosse all’interno del proprio spazio d’origine. Opere di Tom Joyce si trovano nelle collezioni pubbliche in Europa e negli Stati Uniti. Attualmente Joyce vive e lavora a Santa Fe, nel nuovo Messico.

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