L’arte del bronzoLe porte della pontificia basilica di San Vito dei Normanni

LE PORTE DELLA PONTIFICIA BASILICA DI SAN VITO DEI NORMANNI

E’ raro trovare artisti del nostro tempo che sappiano con la loro opera trovare unanime consenso, soprattutto su un terreno difficile come quello dell’arte per la chiesa. Non v’è infatti altro terreno artistico in cui l’artista debba confrontarsi con una ricchezza e pregnanza di significato, oltre che con i grandi del passato, più che la chiesa. Ernesto Lamagna è tra i pochi che riescono nel compito: lo dimostrano esemplarmente le Porte della Pontificia Basilica di San Vito dei Normanni.

L a Basilica di San Vito dei Normanni è stata costruita a partire dal 1571, anno della battaglia di Lepanto. Dopo varie traversie l’edificio venne aperto al culto nel 1595: venne dedicato a “Santa Maria della Vittoria”, in memoria di quella battaglia, con la quale le navi sotto la bandiera cristiana arrestarono l’espansione dei Mori nel Mediterraneo. Le porte oggi realizzate dal Lamagna celebrano il Giubileo, e lo fanno con particolare forza. Si tratta di un intervento scultoreo che assume particolare significato, proprio perché riguarda due porte: la Porta del Giubileo e la Porta Santa. La porta è simbolo di Cristo che con grazia redentrice salva: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me sarà salvo….” (Gv 10, 9). Come scrive il Card. Paul Poupard, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha steso la prefazione del volume dedicato all’opera del Lamagna: “La porta centrale, detta del Giubileo, presenta il mistero di Cristo morto e risorto. La scena della crocifissione è concepita come un momento di rivelazione di Dio Trinità: il velo del tempio si squarcia per rivelare il Dio della vita e della misericordia. A Lui si rivolgono i miseri della terra per essere accolti come veri figli. La tomba vuota è, poi, segno della resurrezione di Cristo, ma anche annuncio della resurrezione di tutti coloro che sperano e si affidano alla misericordia e alla bontà paterna di Dio. La porta del Giubileo, dunque, annuncia Cristo, vero salvatore dell’uomo, morto e risorto per la salvezza dell’uomo, di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. La porta laterale, la Porta Santa, alterna motivi storici a motivi teologici. In essa vediamo una scena che si riferisce alla battaglia di Lepanto, che segnò la vittoria sui mori. Alcuni superstiti di San Vito dei Normanni vollero ringraziare la Vergine con la costruzione della Basilica dedicata, appunto, a Santa Maria della Vittoria. Maria con il Bambino è, dunque, raffigurata in un altro pannello della Porta Santa, mentre schiaccia il demonio sotto i suoi piedi. La porta, inoltre, è concepita come immagine di quella lotta fra bene e male, vita e morte che percorre tutta la storia dell’uomo.” Antonio Rosato, Rettore della Pontificia Basilica di Santa Maria della Vittoria in San Vito dei Normanni, scrive: “… Nel maggio del 1995, dovendo celebrare i quattrocento anni dall’apertura al culto della Basilica e avendo ottenuto dal Santo Padre la celebrazione di un Anno Santo Giubilare, chiesi a Ernesto Lamagna se eravamo in tempo per realizzare una porta in bronzo – che doveva essere la Porta Santa – da porre sul lato nord della Basilica: nel giugno il contratto, a fine settembre – con una procedura di realizzazione che ebbe del prodigioso – l’elegantissima porta era già in opera…” E Mons. Felice Molfetta,Vescovo di Cerignola- Ascoli Satriano, aggiunge: “Dopo il tramonto dei grandi racconti teologici e delle pretenziose filosofie della prassi si va onorevolmente imponendo una sintesi nuova di queste due dimensioni lungo la via della bellezza. Il tempo che si annuncia – lo crediamo fermamente – sarà infatti quello di una ritrovata filocalia, di un amore della bellezza capace di farne riconoscere il volto nel Signore Crocifisso-Risorto, vera porta della bellezza che libera il frammento e lo redime per l’eternità”.

 

La facciata della Basilica di Santa Maria della Vittoria in San Vito dei Normanni. La bronzea porta del Giubileo si inserisce nell’insieme con autorità, completa e dà voce al disegno generale dell’architettura cinquecentescaq. Bozzetto della Porta del Giubileo La realizzazione."La figura di Cristo doveva essere il fulcro della composizione – scrive Lamagna – ed il primo modello da me realizzato fu proprio quello del Cristo alla Croce.

 

 

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