Un mezzo comodo, sicuro e adattabile.

I risvolti estetici e attinenti al comfort che derivano dalle qualità tecnologiche

Testo Leonardo Servadio

Un mezzo di trasporto: questo è l’ascensore. Come l’automobile, o l’autobus, o il tram. Ma di tutti il più sicuro: non solo, anche quello che ha maggiori possibilità di sviluppi futuri. Anzitutto per gli edifici esistenti: se sono privi di ascensore, vi sono impianti di grande agilità e adattabilità che possono essere collocati, sia esternamente al palazzo, sia all’interno, adattandosi agli spazi esistenti. Vi sono infatti impianti di grande flessibilità, modulabili al millimetro anche in vani scala dagli spazi angusti: poiché, grazie alle soluzioni tecnologiche più avanzate, si possono installare impianti privi di contrappeso, che lasciano tutta la dimensione del vano corsa per la cabina. È ovvio inoltre che gli edifici nuovi tenderanno a raggiungere altezze sempre più cospicue e, in quest’ottica, l’importanza del raccordo verticale nei palazzi sarà sempre maggiore. E non è un caso che negli edifici condominiali più nuovi si tende
a raddoppiare il vano ascensore: perché?
Se si guarda solo all’aspetto dell’utilizzo, si riscontra che, pur entro un condominio di non enormi dimensioni, il “traffico” si concentra in orari specifici: il momento in cui le persone escono di casa la mattina per raggiungere i luoghi di lavoro, e il momento del ritorno la sera. Sono momenti limitati nel tempo, ma è importante che in tali circostanze vi sia sempre una cabina disponibile: perché il passaggio avviene in condizioni di particolare sensibilità: c’è il nervosismo dovuto al fatto che occorre rispettare gli orari di entrata (a scuola, in azienda, all’appuntamento…); c’è il fatto che si esce di casa forse ancora intorpiditi dal sonno: e magari si desidererebbe avere maggiore agio di tempo per “rientrare” nella routine del lavoro quotidiano.
Dall’economia spaziale alla silenziosità, al risparmio energetico: gli avanzamenti tecnologici offrono un panorama in cui la comodità è sempre più protagonista.

In alto, un’installazione tipica di un ascensore esterno all’edificio, in castelletto metallico con tamponamento in cristallo trasparente.

L’ascensore diventa un passaggio cruciale: è lo strumento che letteralmente accompagna la persona nel momento in cui esce di casa. Svolge cioè una funzione “liminale”: è il raccordo tra le due soglie: quella dell’appartamento e quella che immette all’aria aperta, al traffico urbano, agli impegni. Solitamente si considera l’ascensore come lo strumento principe per “l’abbattimento delle barriere architettoniche”: esso ha anche un’altra, importantissima funzione, forse mai adeguatamente sottolineata: “l’abbattimento delle barriere psicologiche” tra il cantuccio riposto e tranquillo, protetto e sicuro della casa, e il mondo esterno. E viceversa, naturalmente. Concretamente, come può uno strumento – considerato usualmente solo sotto il profilo “tecnologico” – rispondere a questa esigenza? In primo luogo la risposta avviene attraverso l’offerta di uno spazio comodo ed esteticamente gradevole.
Attiene all’aspetto della comodità anche la possibilità di avere cabine ampie, e di disporre di due vani corsa anziché di uno solo, così che gli eventuali tempi di attesa possano essere abbattuti. La tecnologia, cioè l’aspetto invisibile dell’ascensore, è quella che assicura alcune delle prestazioni fondamentali che rendono confortevole questo mezzo. Anzitutto la silenziosità.

Pagina a lato: in Via de’ Banchi, nel centro storico di Firenze, il vano ascensore in acciaio e cristallo occupa l’angolo del cortile: accesso affiancato al portone (mod. MonoSpace® di KONE).
Il movimento è solitamente associato al rumore: a questo ci hanno abituati i mezzi di trasporto basati su motori termici, dall’autobus all’automobile, al treno, all’aereo. Chiunque abbia provato a usare mezzi prodotti una ventina di anni or sono, sa che una delle differenze immediatamente percepibili, rispetto ai mezzi più nuovi, è che questi ultimi sono silenziosi: e la silenziosità di un mezzo di trasporto – qualsiasi mezzo, ascensore incluso – è una funzione del livello tecnologico. Tanto maggiore la tecnologia, tanto minori gli attriti, tanto più basso il rumore. Nel caso degli ascensori, il primo impatto uditivo si ha al momento in cui la cabina si ferma al piano e si aprono le porte.
Se questa operazione è accompagnata dal commento sonoro di un soffice soffio d’aria, la sensazione che se ne ricava è quella di una estrema facilità di movimento. Di una assoluta precisione dei meccanismi: in altri termini, di qualcosa che veramente funziona.

Un’installazione tipica di un ascensore interno all’edificio, nel vano scala, in castelletto metallico con tamponamento in cristallo trasparente e lamiera tamburata verniciata.

Caratteristiche tecniche

Impianti: ascensori Mod. MonoSpace® e Mod. MaxiSpaceTM di KONE Mod. MonoSpace®
Rispondenza normative: 95/16/CE; 89/336/CE; legge 13; EN81/70
Portata: da 320 a 1.000 Kg Velocità: 1,0 – 1,6 m/s
Corsa massima: 55 m N. max fermate: 16 Interpiano massimo: 11 m
Gruppi impianti: duplex, triplex oquadruplex Inserzioni orarie: 180
Manovra: universale; collettiva in discesa; collettiva completa
Porte: laterali/centrali
Apertura porte: 700/750/800/900/1000/1100 mm
Altezza porte: 2000/2100 mm
Range dimensioni cabine: larghezza cabina da 750 a 1600 mm profondità cabina da 1000 a 2100 mm
Ingressi: singoli/opposti
Motore: sincrono assiale a magneti permanenti
Rispetto dell’ambiente: consuma il 70% in meno rispetto a un impianto idraulico; il 98% degli imballaggi è riciclabile Recupero di energia: quando il motore agisce in funzione frenante il sistema recupera fino al 25% dell’energia impiegata per il funzionamento
Illuminazione interna: LED o tubi fluorescenti T5 a basso consumo. Impianti predisposti per l’allaccio ai pannelli fotovoltaici

Un’installazione tipica di un ascensore interno all’edificio, nel vano scala, in castelletto metallico con tamponamento in cristallo trasparente.

Pagina a lato, dall’alto: edificio residenziale a Torino, costruito su un’area ex industriale (progetto Arch. Elio Luzi). Genova, condominio di via Stallo. Uno stabile residenziale d’epoca il cui pregio è evidenziato dagli elaborati elementi in ferro battuto, quali il seminato veneziano e la ringhiera. L’ascensore è inserito nel vano scala come contrappunto di modernità. Complesso residenziale nel centro di Milano, Savoia Properties (Arch. Gian Maria Beretta, Arch. Roberto Beretta, Progettista Studio Ariatta). Edifici nuovi realizzati su un’area precedentemente occupata da edifici degli anni ‘60. Il legno è presente e ben caratterizzante: lo si nota nel vano di ingresso che dà adito all’ascensore.

 

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