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Negli ultimi anni, una delle linee di approfondimento più promettenti è quella che riguarda l’analisi della pratica dei singoli sport. Per quanto riguarda le attività natatorie (sport acquatici/nuoto), questa disciplina resta tra i primi 5 sport praticati dagli Italiani.
I dati indicano poi come l’attività natatoria abbia un suo specifico profilo in ogni territorio.
La pratica del nuoto è evidentemente più diffusa nelle regioni del Nord rispetto alle regioni del Centro e Sud d’Italia, con le eccezioni dell’Emilia Romagna e del Lazio che si collocano rispettivamente al 5° e 6° posto della classifica nazionale.
Questo sintetico quadro chiarisce come questo sport sempre più diffuso tra grandi e piccini costituisca una delle discipline più complete nel panorama delle attività fisiche.
I vantaggi sono: salute, sicurezza, benessere, armonia, forzae carattere.
Servono strutture adeguate e sotto questo profilo il quadro non è incoraggiante.
A oggi gli impianti natatori coperti e funzionanti sul territorio nazionale tra pubblici e privati sono circa 2.000 e di questi circa il 30% dovranno in tempi immediati essere adeguati sotto il profilo normativo e tecnologico provvedendo a manutenzioni edili di carattere straordinario il cui valore minimo per ognuno va da 250 a 500 mila euro.
Senza contare che l’80% delle piscine non utilizza né è dotato di impianti a basso consumo energetico (pannelli solari, fotovoltaici, cogeneratori, pompe di calore ecc.) il cui valore minimo in caso di integrazione va da 100 a 500 mila euro.
Un vero paradosso, se si pensa che proprio gli impianti natatori rappresentano le strutture più energivore diffuse in area urbana. Chiaramente questo gap ha delle ricadute dirette sulla gestione degli impianti, al punto che spesso i comuni, in assenza di interventi da parte del privato, preferiscono tenere chiuso l’impianto.
Proprio da questa convinzione si sviluppano l’attività e l’impegno del Credito Sportivo nel settore del nuoto.
Da oltre un anno, l’Istituto sta lavorando in sinergia con la Federnuoto con la quale, proprio in occasione dei Campionati Mondiali di Nuoto di Roma 2009, ha sottoscritto una convenzione triennale con una dotazione complessiva di 200 milioni di euro per la concessione di mutui agevolati per la costruzione di impianti natatori.
Un prodotto ad hoc, il mutuo SWIM, al quale possono accedere le società e le associazioni sportive affiliate alla FIN, ma anche altri soggetti indicati dalla stessa Federazione, che beneficiano di uno speciale contributo ad abbattimento dei tassi nella misura dell’1%.Ma incentivare la costruzione o la riqualificazione degli impianti natatori non è sufficiente, è necessario studiare soluzioni finanziarie che possano portare ricadute positive direttamente sulla gestione degli impianti. Le piscine, è noto, sono strutture con ingenti costi: energetici dovuti al riscaldamento (di acqua e aria), filtrazione illuminazione, idrici, di manutenzione.
Spesso nel caso di impianti pubblici la limitatezza del budget può portare a disservizi, a condizioni ambientali poco confortevoli o addirittura alla chiusura degli impianti. Il consumo elevato di risorse energetiche e idriche, e il budget di gestione spesso limitato, rendono le piscine un terreno ideale per interventi di razionalizzazione energetica.
Secondo le stime del programma RESPEC (Reduce Swimming Pool Energy Costs) del DOE (Dipartimento dell’energia degli Stati Uniti d’America) è possibile un risparmio medio del 50% sui consumi delle piscine, sfruttando le tecnologie oggi disponibili.
In questo senso il Mutuo Energetico dell’ICS consente di investire nelle energie rinnovabili negli impianti sportivi, in particolare nel fotovoltaico, a condizioni particolarmente agevolate, grazie alla possibilità di ottenere contributi negli interessi ancora più alti rispetto a un mutuo ordinario, che si sommano ai vantaggi derivanti dal Conto Energia. Ma l’Impegno dell’ICS non si ferma qui e attualmente è allo studio la possibilità di offrire nuove soluzioni finanziarie con cui sarà possibile sostenere vari interventi di razionalizzazione dei consumi energetici che possono ridurre fortemente le spese, con costi che si ripagano in pochi anni.
Uno di questi è la Cogenerazione che per la piscina è un’applicazione ideale, vista la domanda contemporanea di energia termica ed elettrica durante il funzionamento.
Inoltre, particolare attenzione il Credito Sportivo la sta rivolgendo anche verso i sistemi di copertura della vasca.
La copertura che viene utilizzata usualmente per le piscine scoperte può portare infatti grossi vantaggi anche alle piscine coperte, basti pensare che in entrambi i casi il 70% del calore disperso dalla piscina se ne va per evaporazione. La copertura riduce poi fortemente le perdite per evaporazione quando la piscina, inutilizzata, può essere coperta. Inoltre, per le piscine scoperte il telo protegge da sporco, insetti, detriti ecc., diminuendo i costi di pulitura e può essere un utile elemento di sicurezza quando la piscina non è sorvegliata.
L’uso congiunto di pannelli solari termici e della copertura può così aumentare il periodo di apertura delle piscine scoperte, riducendo ulteriormente il periodo di ritorno economico degli investimenti.
Infine, lo sforzo dell’ICS sta nel finanziare progetti che quanto più possibile siano attenti a mantenere il “valore sociale” dell’impianto, erroneamente confuso con il valore sportivo.
La distinzione va fatta.
Lo sport destinato al benessere della persona deve veder riconosciuto il proprio valore come risorsa capace di generare crescita sociale ma anche economica e imprenditoriale, così come risorsa capace di generare nuovi posti di lavoro.
Chi invece dedica il proprio operato alla crescita dello sport agonistico va assistito in modo diverso, con interventi molto più mirati e sostanziali, soprattutto nella gestione degli impianti.

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