Interni di montagna

Appartamento a Verrand, una frazione di Courmayeur.
Realizzazione della padrona di casa.

Servizio di: Luisa Carrara.
Foto di: Athos Lecce.
Testo di: Walter Pagliero.

Non si può dimenticare che in Val d’Aosta i nativi parlano francese, mentre in Sudtirolo (o Alto Adige) la tradizione è
quella della lingua tedesca. Se intorno a Bolzano gli interni delle case alpine ricordano i castelli del Tirolo, è altrettanto naturale che in Val d’Aosta si faccia riferimento a quelli tra Francia e Italia. In Tirolo predomina il gotico e il barocco, due
stili legati alla religione, nel Nord del Piemonte è invece il primo ‘600 con la sua clarté geometrica ad avere il sopravvento. E se le modanature in Tirolo tendono ad arricchirsi di forme mistilinee, in Val d’Aosta sono rigorosamente squadrate e rettangolari. La stessa cosa per i soffitti: con medaglione centrale nel Nord Est, regolarmente squadrettati nel Nord Ovest.

Sembra un interno tirolese rivestito in legno, ma non è cosi’.
Si tratta invece di una tradizione alpina valdostano-piemontese.
Although it may look like a tyrolean interior covered in wood, it is actually typical
of the style found in valle d’aosta and piedmont

I legni più amati dai valdostani sono quelli di pino o di
abete tenuti il più possibile chiari, una preferenza che si
ritrova nel versante francese delle Alpi: forse perché amano
una certa luminosità. Anche i colori dei tessuti d’arredamento
sono diversi: rosso e verde nello stile tirolese; violetto, salvia e rosa antico in quello valdostano.
Pine and fir, kept as light-coloured as possible, are the most popular woods of the Valle d’Aosta, a preference that is also
to be found on the French side of the Alps, probably because
they like a certain degree of luminosity. Furnishing fabrics
are also different, Tyrolean style preferring red and green,
the Valle d’Aosta favouring violet, sage green, and old rose.

Nelle foto: il soggiorno principale con due cassapanche ad angolo trattate in modo da diventare divani, e il tavolo da
pranzo in rovere con antiche sedie a rocchetto coperte in velluto.

One must not forget that natives of the Valle d’Aosta speak French, whereas natives of South Tyrol (Alto Adige) traditionally speak German. So if the interiors of alpine houses around Bolzano recall the castles of Tyrol, it follows that
those in the Valle d’Aosta should be in the style of French and Italian castles. In Tyrol there is a dominance of gothic
and baroque, two styles connected to religion, whereas in northern Piedmont the style of the early Seicento predominates with its geometric clarity. And whereas Tyrolean mouldings tend to be adorned with mixtilinear forms, in
the Valle d’Aosta they are strictly square and rectangular. The same goes for ceilings: central medallions in the northeast, evenly arranged in squares in the northwest.

Lo stile di riferimento di questi interni è quello francese che prende il nome da Luigi XIII (1610- 1643) caratterizzato da strutture in legno “a rocchetto”, cioè con grossi dadi inseriti in bastoni scanalati al tornio (nella foto a sinistra sono presenti nelle gambe e nelle traverse delle sedie e della poltrona). È uno stile severo che non ama le curve ma le linee rette disposte secondo gli assi cartesiani (Cartesio è infatti di questo periodo). Era uno stile condizionato dal nuovo atteggiamento di rigore e precisione diffuso dagli scienziati che in quel periodo (subito dopo Galileo) stavano ponendo le basi dell’investigazione scientifica puntando sul metodo delle misurazioni obiettive. E i pannelli delle boiseries alle pareti venivano scanditi in rettangoli “cartesiani” più alti che larghi per esaltare la verticalità della stanza (qui l’altezza ridotta
dei soffitti tarpa un po’ le ali al sistema decorativo). Un’altra caratteristica dell’arredamento di quell’epoca sono i tessuti di stoffa pesante, quasi degli arazzi, che ricoprono sedie e poltrone: viene di moda il “millefiori” che segue di poco la moda dei dipinti con soggetto floreale inaugurata alla fine del secolo precedente da Jan Bruegel dei Velluti.

Nelle foto : l’angolo del pranzo sottolineato da antichi piatti inglesi bianchi e blu appesi alla parete. Le sedie in stile Luigi XIII sono dell’800, mentre la poltrona rivestita con tessuto a disegno millefiori è del ‘600. Un angolo della cucina nascosta da una porta in legno scorrevole.

French Louis XIII (1610-43) style is used in these interiors and is characterised by ‘a rocchetto’ structures in wood, which consist of large die inserted in sticks worked at the lathe (you can see them in the left photo in the legs and crossbeams of the chairs and armchair). The style is severe and does not like curves, favouring straight lines arranged along Cartesian coordinates (Descartes was in fact from this period). The style was condition
ed by a new fashion for rigour and precision promulgated by scientists who during that period (immediately after Galileo) were laying the foundations of scientific research based on a method of objective measurement. Wainscoting was divided into ‘Cartesian’ rectangles that were higher than they were wide in order to emphasise the verticality of the room (here the reduced height of the ceiling somewhat clips the wings of the decorative system). Another furnishing characteristic of the time were textiles made of heavy fabrics, almost tapestries, that covered chairs and armchairs; the ‘millefiori’ fashion followed that of floral-inspired paintings that was started at the end of the previous century by Jan Bruegel the younger.

“…è il legno delle pareti, di grande qualità e trattato
a cera, a creare questa raffinata e calda atmosfera…”

Questo appartamento fa parte di in uno dei primi condomini costruiti al Verrand, la rinomata frazione a Est di Courmayeur che si trova a cinquecento metri (su strada pianeggiante) dalla centrale via Roma e nello stesso tempo è a pochi passi dalla funivia più importante della valle. Gode così di un’invidiabile vista sulle montagne e sulle piste da sci di questo splendido angolo della Valle d’Aosta. L’appartamento si apre al visitatore con un ampio soggiorno interamente rivestito di pino, con cornici riprese dalla tradizione del barocco piemontese. Lo stesso trattamento del legno continua in tutta la casa, nel corridoio che porta alla zona notte come anche nelle camere da letto. In quella padronale vi sono tre armadi che movimentano le pareti e formano anche una nicchia per la testata del letto, quasi fosse un accenno di alcova. Molto calore psicologico viene dato dal tanto legno, ma anche dal tipo dei tessuti scelti: la testata è in velluto
a coste mentre il copriletto è in velluto devorè. Il soffitto in legno è scandito da quadrati con al centro un fiore stilizzato inciso nel legno cirmolo.

In queste foto, la gradevole atmosfera che regna nella zona notte grazie all’arredamento poco colorato e volutamente morbido. Ogni elemento è coordinato: questo dà un’immediata sensazione di rigore e di controllo, che è il contrario del disordine del mondo contadino.

This apartment is in one of the first condominiums built in Verrand, the renowned hamlet to the east of Courmayeur; it is five hundred metres from the central Via Roma and a stone’s throw away from the most important cableway of the valley. This splendid corner of the Valley d’Aosta has an enviable view of the mountains and ski slopes. The apartment opens up to the visitor with a large living room covered entirely in pinewood, with frames in traditional Piedmontese baroque style. The same use of wood continues throughout the house. In the master bedroom three wardrobes provide movement to the walls and also create a niche for the head of the bed, almost like an alcove. A lot of psychological warmth is provided by so much wood, but also by the type of textiles chosen: the headboard is in corduroy and the bed cover is in worn corduroy. The wooden ceiling is divided into squares and has a stylised flower carved into the stone pine.

Per sdrammatizzare l’aristocratica raffinatezza delle boiseries, su una parete di passaggio e nella stanza dei ragazzi sono state inserite due paia di sci storici con ancora l’attacco Kandahar originale. Questo serve a sottolineare che qui non siamo in un appartamento di città, ma in un pied-a-terre confortevole che serve a rilassare e far riposare sia l’anima che il corpo tra una sciata e l’altra. Se poi qualcuno lo trova elegante, ai proprietari non può che far piacere. Il legno, che nel suo splendore semiopaco fodera e nobilita le pareti e i soffitti di quasi tutte le stanze, là dove manca (come nei bagni) viene sostituito con grandi mobili lignei dello stesso tipo ma risalenti all’inizio del ‘900, anche se i sanitari incassati sono modernissimi. I pavimenti, più rustici delle boiseries, sono stati realizzati con molto regolari listoni di rovere spazzolato. Le porte, tipicamente valdostane, sono di recupero e provengono da una costruzione dell’800 demolita per fare spazio al progresso. La cucina, dotata di tutti i comfort moderni (forno a colonna, lavastoviglie silenzioso, piano cottura in vetroceramica) è volutamente nascosta dietro una porta scorrevole che chiusa simula la parete.

“…il tono è quello di una antica dimora patrizia ridimensionata
sulle misure di oggi…”

Nelle foto: La stanza dei ragazzi foderata con listoni di rovere spazzolato.
Un bagno e lo studio.
L’ingresso nel soggiorno, con una poltrona in pelle anni ‘30.

To play down the aristocratic elegance of the wainscoting, two pairs of old skis, still with the original Kandahar attachment, have been inserted in one of the walls of the passageway and in the children’s room. This helps underline that this is not a city apartment but a comfortable pied-à-terre for relaxing body and mind after a good day’s skiing; if anyone finds it elegant, so much the better. The wood, which with its semi-opaque splendour lines and provides elegance to the walls and ceilings of almost all the rooms, is replaced in the bathrooms by large pieces of furniture of the same type but dating to the early nineteen hundreds, even if the builtin sanitary fixtures are very modern. The floors, which are more rustic than the wainscoting, are made with even planks of brushed oak. The doors, typical of the
style of Valle d’Aosta, have been salvaged from a nineteenth century building that was demolished to make way for progress. The kitchen, fitted with all mod cons, is deliberately hidden behind a sliding door that looks like the wall when closed.


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