Interior bar e caffè

Servizio di Angelo Fiore, architetto

Dalla nascita delle prime botteghe del caffè ad oggi l’ambiente bar ha subito un radicale processo di trasformazione,
sia stilistica che tipologico-funzionale, che ne ha contaminato la funzione originaria: la sua declinazione in una molteplicità di varianti costituisce occasione per nuove sperimentazioni da parte di architetti e designers. Nati
come luoghi per la degustazione di bevande diventarono presto i punti di riferimento per la cultura e l’arte dei lumi. Al Caffè Florian di Venezia si incontravano e discutevano personaggi del calibro di Byron, Rousseau e Silvio Pellico, mentre al Procope di Parigi passavano d’Alembert e Voltaire. E infine è doveroso ricordare che nel 1764, a Milano, l’illuminista Pietro Antonio Pedrocchi commissionò all’architetto Giuseppe Jappelli un complesso sistema di attività che doveva diventare un punto di riferimento per l’alta borghesia di Padova e per gli studenti dei suoi atenei. Al grande edificio, costruito in forme neoclassiche, verrà aggiunto nel 1837 il Pedrocchino, realizzato in forme neogotiche, che ospita l’Ofelleria e il Ristorante. L’edificio, strutturato su un piano terra ed un piano nobile, ospita al suo interno diverse sale decorate a tema (sala bianca, rossa, verde, sala greca, etrusca…) con differenti funzioni: alcune sono
sale da the, una sala (quella ottagona o sala della borsa) era destinata alla contrattazione dei prodotti agricoli e delle
granaglie, la sala Rossini era destinata alle feste da ballo e alla musica. Questo rifletteva pienamente le idee di Pedrocchi che voleva uno spazio sempre aperto (il caffè senza porte), polifunzionale, a cui gli studenti potessero liberamente accedere per degustare bevande, conversare, studiare o semplicemente per leggere i giornali; era già un esempio di locale pubblico (molto sviluppato oggi) nel quale convivono diverse attività connesse al tempo libero. Un esempio attuale è il Pomodoro (foto 2), a Ferrara, progettato dallo Studio Giuseppe Dondoni: Verri fonda la celebre rivista "Il caffè" proprio con l’intento di "risvegliare" la cultura italiana.

Tipologicamente erano strutturati come grandi saloni, con salette minori più raccolte (sale da the), in cui tra stucchi e marmi policromi si ambientavano bene gli enormi lampadari in cristallo, i tavoli intarsiati e le sedute capitonnè. Le sale erano fisicamente separate da spessi muri (il sistema costruttivo dell’epoca implicava l’utilizzo di murature portanti) ornati da cornici e paraste, con decorazioni a tema. Il caffè Pedrocchi di Padova ha rivoluzionato il concetto di caffè, in quanto il progetto muove da un edificio di grandi dimensioni, nel quale troveranno posto diverse attività tra le quali un “ristosound”, che funziona come ristorante, dance club e per spettacoli live. Nel grande open space emergono i due banchi bar, diversi tra loro; il primo ha una forma sinuosa ed è realizzato in vetroresina colore azzurro lucido, l’altro è un parallelepipedo di marmo nero. La zona ristorante, suddivisa in due aree adiacenti al banco in marmo, è rialzata rispetto alla quota del locale, per rendere più intimo il momento della cena; il pavimento è in legno e l’arredamento è composto da tavoli bianchi e sedute in plastica anni ’60. Il soffitto varia a seconda delle zone: nell’area ristorante un abbassamento rende più accolto questo spazio, mentre sul bancone si raccorda con una parete formando un maxischermo, luogo di proiezioni luminose che variano e compongono un quadro scenografico sempre in movimento. Due pareti curve imbottite separano la zona ristorante dalla cucina, visibile attraverso un’apertura centrale. Il luogo presenta un carattere informale e dinamico, nel quale differenti funzioni sono sapientemente amalgamate in un ampio spazio fluido, di grande contemporaneità. Un altro 99IDEE interior bar e caffè esempio è l’Emporio Armani Cafè di Hong Kong (foto 3), progettato da Massimiliano e Doriana Fuksas, nato dalla consapevolezza che architettura e moda sono aspetti della nostra realtà e fanno parte dello stesso universo culturale. Il caffè/ristorante fa parte di un grande edificio che è luogo d’incontro e allo stesso tempo rappresenta uno stile di vita: abiti, accessori, gioielli, cosmetici, profumi, libri, fiori, arredamento per la casa e cucina italiana. I progettisti hanno generato un ambiente in cui luce e vetro si armonizzano per creare uno spazio fluido nel quale la gente si incontra, vive e fa acquisti. La struttura, priva di peso, si libra nello spazio attraverso pareti curve in vetro che costruiscono tre spazi: uno interno, uno esterno ed uno interstiziale. Il nastro rosso laccato disegna lo spazio fino alla hall; è una linea che definisce gli spazi (lounge, bar, ristorante, foyer) partendo da terra, trasformandosi prima in tavolo, poi in banco bar e avvolgendosi nella spirale del tunnel d’ingresso. Il limite fisico dello spazio è costituito da “pareti di luce” che variano di intensità luminosa e cromatica durante i diversi momenti della giornata.

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