In una filanda dismessa

Dentro un parco a Nord di Milano

Progetto e Testo di: Tiziano Ciceri, architetto
Foto di: Athos Lecce

Un piccolo appartamento su due livelli viene valorizzato ed espanso da una girandola di idee e di suggestioni tra l’high tech e l’etnico rivisitato.

Questo intervento ha un’ubicazione particolare: è all’interno di un grande parco, quello delle Groane a Nord di Milano, e rappresenta la conclusione di un progetto che prevedeva la ristrutturazione e lottizzazione di una vecchia filanda. La sfida è apparsa subito affascinante; inserire un’abitazione con caratteristiche moderne in un contesto ricco di storia senza che diventi un elemento a sé stante. In questo senso il portico ha svolto un ruolo importante in quanto funge
da filtro tra l’interno dell’abitazione e la corte: per meglio caratterizzare il passaggio sono state recuperate tre sedie impagliate con un tavolo in massello di noce ed è stato restaurato un vecchio torchio.

Per consentire a chi vi abita una vita privata più riservata sono state impostate siepi di piracanta e un glicine che una volta cresciuto farà da parete verde (ma solo nei mesi caldi perché in autunno e inverno perde le foglie, n.d.r.). La metratura dell’appartamento è limitata a 40 mq al piano superiore e 26 a quello inferiore. Avendo il soffitto più basso, si è scelto di dedicare il piano interrato alla zona notte. Un’altra scelta è stata quella di mettere un solo tipo di pavimento (grès porcellanato marrone sfumato) e di rivestimento murale in modo da garantire continuità ai due livelli dell’appartamento dando l’impressione di vivere in spazi più ampi. In questa logica si è voluto un arredo con tonalità omogenee al grigio caldo delle pareti: rovere tinto scuro per i mobili, tessuto marrone per il divano, veneziane di legno scuro e stuoie marroni.

In tutti i locali vi è la stessa pittura in resina spugnata che vuole riprodurre un effetto di intonaco rustico proprio per rendere l’ambiente più accogliente e legato alle preesistenze. La posa del grès e il posizionamento dei mobili ad un’altezza da terra prestabilita sono stati fatti in modo da spezzare con una linea perimetrale immaginaria i muri verticali, che al piano terra risultavano essere troppo alti rispetto all’esigua superficie calpestabile. Nella zona giorno il piano d’acciaio della cucina e la struttura cromata delle sedie creano un piacevole contrasto con i toni caldi del pavimento. Anche riguardo al bagno, per garantire la continuità di colori e materiali, si è preferito mettere al posto di una classica cabina doccia un telaio di rovere scuro da dove scende una tenda a pacchetto in un tessuto impermeabile usato per gli ombrelli.

Scendendo la scala di ferro che conduce alla zona notte si respira un’atmosfera più etnica: una lampada a terra cilindrica rivestita da esotiche bustine da tè emana luce e profumi sia verso la vasca da bagno incassata in un parallelepipedo di muratura, sia verso il letto d’impostazione orientale appoggiato a pannelli di scorze di legno. Ai piedi del letto scende una lampada Penta rivestita in tessuto marrone che illumina anche la cabina armadio chiusa da stuoie.

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