Le nuove sorgenti luminose I vantaggi offerti dalle nuove lampade LED sono molteplici: dimensioni e pesi minimi, lunghissima durata, buona efficienza energetica, assenza di IR e UV, alta qualità cromatica. Risultano molto interessanti in particolare per l’illuminazione delle opere d’arte nei luoghi di culto. Tra le varie funzioni che la luce artificiale deve assolvere all’interno
Anche in una chiesa si illuminano i capolavori dell’arte sacra per offrirli alla visione dei fedeli, ma qui prevale l’intento devozionale; in altre parole la finalità principale non è l’esposizione o la messa in mostra, bensì la testimonianza artistica (e anche storica) che è al servizio della preghiera, favorisce il raccoglimento e la contemplazione, aiuta e supporta il credente nell’accostarsi al sacro. Pertanto il dare luce a una chiesa è un’operazione che non può essere confusa con l’illuminazione di un qualsiasi luogo aperto al pubblico. E la complessità del tema impone al progettista la conoscenza di tutte le caratteristiche tecniche, funzionali ed estetiche dei prodotti da mettere in opera, al fine di poter sfruttare appieno l’evoluzione tecnologica del settore. Da questa evoluzione sono nate le nuove sorgenti luminose di piccolo formato che si rivelano particolarmente adatte per l’illuminazione delle chiese e delle opere d’arte. Ci riferiamo ai cosiddetti Power LED (acronimo di Light Emitting Diode), diodi luminosi destinati non solo alla segnalazione ma anche alla vera e propria illuminazione. Si chiamano appunto Power LED per distinguerli da quelli segnaletici.
Caratteristiche e vantaggi L’illuminazione delle opere d’arte Gianni Forcolini, architetto LED è l’acronimo di Light Emitting Diode (diodo ad emissione luminosa). Il primo LED èstato sviluppato da Nick Holonyak Jr. (nato nel 1928) nel 1962 dispositivo sfrutta le proprietà ottiche di alcuni materiali semiconduttori per produrre fotoni a partire dalla ricombinazione di coppie elettrone-lacuna. Gli elettroni e le lacune vengono iniettati in una zona di ricombinazione attraverso due regioni del diodo drogate con impurità di tipo diverso, e cioè di tipo n per gli elettroni e p per le lacune. Il colore della radiazione emessa è definito dalla distanza in energia tra i livelli energetici di elettroni e lacune e corrisponde tipicamente al valore della banda proibita del semiconduttore in questione.
I LED sono uno speciale tipo di diodi a giunzione p-n, formati da un sottile strato di materiale semiconduttore drogato. Quando sono sottoposti ad una tensione diretta per ridurre la barriera di potenziale della giunzione, gli elettroni della banda di conduzione del semiconduttore si ricombinano con le lacune della banda di valenza rilasciando energia sufficiente da produrre fotoni. A causa dello spessore ridotto del chip un ragionevole numero di questi fotoni può abbandonarlo ed essere emesso come luce. I LED sono formati da GaAs (arseniuro di gallio), GaP (fosfuro di gallio), GaAsP (fosfuro arseniuro di gallio), SiC (carburo di silicio) e GaInN (nitruro di gallio e indio). L’esatta scelta dei semiconduttori determina la lunghezza d’onda dell’emissione di picco dei fotoni, l’efficienza nella conversione elettro-ottica e quindi l’intensità luminosa in uscita. Anche se è cosa poco nota, i LED sono "macchine reversibili", infatti se la loro giunzione viene esposta direttamente ad una forte fonte luminosa o ai raggi solari, ai terminali appare una tensione, dipendente dall’intensità della radiazione e dal colore del led in esame (massima per il Blu). Questa caratteristica viene abitualmente sfruttata nella realizzazione di sensori, per sistemi di puntamento (inseguitori solari) di piccoli impianti fotovoltaici o a concentratore.
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