Il ventaglio della sobrietà

SAN LORENZO IN CESAREA A RAVENNA
Ravenna: la città degli antichi mosaici, dei mille riflessi di colore nella semioscurità, città dal glorioso passato. Achille Valentini ha scelto la via della sobria modernità per individuare un “tipo” di chiesa contemporanea che offrisse risultati moderatamente innovatori per quel che attiene alla disposizione liturgica, entro una struttura solida, che mira non a impressionare ma ad accogliere.

Secondo quanto riferisce lo storico Andrea Agnello, vissuto nel IX secolo, attorno all’anno 25 dell’era cristiana venne costruita, nel quartiere di Cesarea che univa la città di Ravenna a Classe, una basilica intitolata a San Lorenzo. Questa basilica, cui erano annessi un mausoleo (ove si riteneva fosse sepolto Teodosio) e un monastero, era rinomata per le ricche decorazioni di mosaici e marmi. Era uno di quei “santuari del mare” come S. Apollinare in Classe, così chiamati per essere prospicienti il mare, che erano meta di pellegrinaggi dalle altre sponde. Questa basilica venne demolita attorno al 1553, per riutilizzare i suoi materiali nell’edificazione della basilica di S. Maria in Porto, all’interno della città. In seguito Ravenna decadde e la decadenza durò secoli. Solo nel secondo dopoguerra la popolazione tornò a incrementarsi di numero. Questo portò alla costruzione di nuovi quartieri, anche nell’antica zona di Cesarea. Di qui la necessità di una nuova chiesa parrocchiale, capace di rispondere alle esigenze dell’accresciuta comunità. La nuova chiesa venne concepita nel 1975, in accordo col vescovo di allora, oggi cardinale, Ersilio Tonini. Inaugurata nel 1977, la chiesa venne consacrata più tardi. In tempi successivi, compatibilmente con le disponibilità economiche, furono aggiunti la canonica, la sala parrocchiale con le aule per gli incontri e il catechismo, i porticati di collegamento e la recinzione del vasto giardino. Nell’anno 2000 il complesso è stato completato con il campanile che si erge a fianco della chiesa e che è subito divenuto elemento di riferimento e simbolo del quartiere araldo del luogo, prodromo di Cesarea per chi giunge dalla città, da Rimini e da Forlì e dal forese. La chiesa è stata intitolata a san Lorenzo in Cesarea per richiamare l’antica basilica, come per ridarle nuova vita dopo tanti secoli. Progettare chiese non è mai stato facile. Particolarmente difficile era negli anni settanta: il tema della casachiesa, che era stato in precedenza luogo di fecondo dibattito su quali dovessero essere le caratteristiche dello spazio di culto post-conciliare, in quegli anni dominati da forti contrasti ideologici, tese a generare spazi mimetizzati, quasi catacombali.

L’eccessiva fiducia nel cemento a vista, inteso come materiale dal sapore grezzo, schietto e povero, produsse molti edifici destinati a deperire in fretta, dando luogo a fenomeni di infiltrazione dell’umidità e di danneggiamento delle superfici. Molti sono gli edifici in cemento a vista che nel giro di pochi anni presentano segni di forte degrado, di corrosione, di abbandono; aspetti questi che sono assai lontani da quello che dovrebbe essere una chiesa: casa comune, luogo dell’incontro tra gli uomini, nel nome del Padre. E pertanto luogo di massima dignità; una dignità che deve trasparire con chiarezza nel disegno architettonico, nei materiali, nel suo modo di porsi verso l’abitato. Ma una chiesa nuova è qualcosa di più del suo progetto architettonico. In quanto abitata dalla comunità e in quanto luogo di incontro con l’Altro, la chiesa, nuova o storica che sia, è sempre viva, si evolve, matura, si completa sempre di più. Oppure, se abbandonata, per quanto alto e magnifico sia stato lo sforzo progettuale che l’ha prodotta, decade e svilisce. Nel caso di San Lorenzo in Cesarea abbiamo una chiesa curata e perfezionata nel tempo, dal progettista, Achille Valentini, e dalla comunità parrocchiale. Il suo cantiere è rimasto aperto per cinque lustri e la pregevole confezione del manufatto, la qualità del cemento a vista, ne ha garantito la conservazione nel tempo mentre le parti mancanti andavano via via aggiungendosi fino a comporre la totalità del complesso parrocchiale, che si raccoglie attorno alla chiesa ma che include diverse e articolate funzioni. La pianta della chiesa è stata concepita da Achille Valentini come una mano aperta che si protende simbolicamente attraverso il giardino: un segno di invito rivolto ai fedeli.

All’interno viene rispettatata la stessa simbolica concezione che consente al celebrante, essendo l’altare situato nel “palmo della mano” e rialzato di due gradini, di avere di fronte e attorno a sé tutti i fedeli ai quali, a loro volta, consente una partecipazione attiva e coinvolgente ai riti. Le pareti in cemento armato, debitamente coibentate, sono interrotte da vetrate protette e da artistiche grate in ferro. Una soluzione originale che recupera l’uso del ferro forgiato come elemento decorativo per l’aula celebrativa. In luogo della vetrata istoriata si è preferita la luce naturale del sole. La copertura della chiesa si restringe verso l’area dell’altare salendo di quota. Questo, col gioco delle aperture di luce, serve per conferire l’adeguata preminenza al fulcro celebrativo. La configurazione “a ventaglio” della pianta permette di non perdere l’assialità dell’aula, il suo “orientamento”, ben visibile nella tensione tra portone, altare e parete absidale. Il nuovo campanile, per quanto costruitosolo ora, è parte integrante del progetto originale della chiesa, alla quale si richiama per uniformità di struttura e materiali e, con le sue tre vele aperte, si presenta suggestivo nella sua linearità verticale che diffonde sul vicino abitato la voce delle campane. L’ampia area su cui insiste il complesso parrocchiale, prospiciente la via Romea, presenta un parco a verde dedicato a giochi per i più piccini, con numerose panchine che permettono ai genitori e agli anziani di sostare e custodirli, e un ampio sagrato pavimentato che porta all’ingresso della chiesa. Notevoli i percorsi coperti che ritmano lo spazio esterno e indicano la via di entrata nell’aula.

Chiesa di San Lorenzo in Cesarea, Ravenna
Indirizzo: Via Romea Sud, 88, Ravenna
Progetto: Dr. Ing. Arch. Achille Valentini
Calcoli c.a. chiesa: Dr. Ing. Pietro Zavagna Calcoli
campanile: Dr. Ing. Luigi Focaccia
Data inizio e conclusione lavori: Chiesa 1977-1979, Campanile 1999-2000
Impianti acustici: Fulgor Service (Piano di Arcola, SP)
Campane: Fonderia De Poli (Vittorio Veneto, TV)
Automazione campane: BB (Treviso)
Rivestimento di copertura: Pannelli Isolfen SV N3
Pavimento: Klinker colore testa di moro
Altare e pavimento presbiterio: Palissandro svizzero
Fotografie: Giorgio Biserni (Ravenna)

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