Il Tema – Le Metodiche – Il Corso

Diretto da: Carlo Chenis
Periodico allegato a Chiesa Oggi architettura e comunicazione

2004. Seconda edizione del Corso di perfezionamento in arte per la liturgia “Di-segnare” Dio con la preghiera del “Padre Nostro”.
La seconda edizione del Corso di perfezionamento in arte per la liturgia si è svolta nell’ambito delle manifestazioni connesse all’XI Biennale di Arte Sacra Contemporanea sul Padre Nostro. Oltre al fascino spirituale del Convento passionista, dove San Gabriele dell’Addolorata chiuse i suoi giorni mortali, si sono così aggiunte le suggestioni dirompenti offerte da maestri del contemporaneo.

Il tema

Il Corso ha mostrato come l’iconografia del Padre sia realizzabile attraverso la sua “riflessione” nella persona umano-divina di Cristo, negli insegnamenti di Cristo sul Padre, nella ricapitolazione in Cristo di tutte le cose.
Si tratta di un’iconicità simbolica, ovvero ridondante nelle significazioni e metaforica nelle rappresentazioni.
Intuire ed esprimere la presenza del Padre significa ammirare Gesù Cristo, icona perfetta e splendente di chi è nell’“alto dei cieli”. L’ammirazione più alta di Gesù è però ai piedi della croce, poiché solo partendo dallo “svuotamento” del Cristo, in cui si misura l’eclissi del divino, si può contemplare il fulgore della sua resurrezione e ascensione al cielo,
così da invocare il Padre, affinché “sia fatta la sua volontà”. Paradossalmente l’estetica cristiana sembra ratificare
gli assunti di talune estetiche nichiliste ostentanti l’orribile, che condizionano ancora i percorsi accademici.
In opposizione a queste, quella cristiana sublima l’“ora delle tenebre e della morte” in “ora della fede e dell’attesa”, per cui dalla rappresentazione della disperazione nichilista si passa a quella della speranza teologale e della misericordia operosa. Per gli stagisti la visione simbolica del Padre è stata il punto di riferimento costante.
Non sono mancate visitazioni aniconiche atte ad indicare l’ineffabilità del Padre e, nel contempo, il suo splendore, oltre che immagini iconiche capaci di figurare gli attributi del Padre e parimenti la sua provvidenza.

Le metodiche

Le opere prodotte dagli stagisti sono state “verificate” sotto molteplici punti di vista. Stilistico: maestri e critici hanno seguito e giudicato esteticamente i lavori secondo parametri accademici, pur nel rispetto della creatività personale.
Contenutistico: i discenti hanno spiegato ai docenti il significato di quanto prodotto inculturandolo nell’ordito iconologico cristiano. Cultuale: a ciascuno è stato chiesto di immaginare le proprie soluzioni nell’ambito di una
chiesa edificio, al fine di una loro contestualizzazione spaziale e liturgica. Fruitivo: attraverso mostre e catalogo le opere sono entrate in risonanza con il sentito comune per una valutazione collettiva. Celebrativo: i partecipanti hanno offerto quanto realizzato nell’Eucaristia a chiusura della Festa degli Artisti, quale segno del proprio impegno per l’arte sacra. Gli stagisti, disegnando la preghiera del “Padre nostro” hanno, dunque, svolto un ministero atto a esprimere nel linguaggio contemporaneo la divina rivelazione. Accostandosi ai grandi Maestri della contemporaneità presenti in Biennale, hanno dimostrato continuità e rinnovamento dell’arte cultuale. Tematizzando l’esperienza religiosa si sono avvantaggiati rispetto ai Maestri “lontani”, in quanto hanno maggiormente percepito il sensus Ecclesiae.

Il corso

Testimonia una partecipante:“Tutto è cominciato il 18 settembre 2004, giorno in cui […] ha avuto inizio il Corso. Esso è stato organizzato dalla Fondazione Staurós di cui è responsabile l’energico Padre Adriano Di Bonaventura ed è collaboratore Giuseppe Bacci, instancabile e indispensabile braccio destro, entrambi guidati dalla sapiente
supervisione del prof. Carlo Chenis, esperto di arte sacra, nonché Segretario della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, convenuto assieme ad altri eminenti professori degli atenei italiani, tutti qualificati nelle specifiche discipline che il Corso ha offerto. La scommessa che Staurós ha lanciato è stata quella di interpellarci sul tema dell’arte per la liturgia attraverso lezioni frontali al mattino e laboratori pratici nel pomeriggio, durante
i quali ci siamo misurati con la nostra capacità e incapacità di produrre un’opera d’arte sacra, attraverso il tema del Padre Nostro, prescelto dalla XI Biennale. […] Un’esperienza viva, accesa,e aspetto che a illuminarla sia la memoria
che oggettiva sempre tutto” (Anna Di Corcia). Il successo del Corso – scrive il critico Silvia Scarpulla – è da
addebitarsi “alle acute intuizioni ed al coordinamento della Fondazione Staurós, che si è avvalsa dell’intenso lavoro creativo dei maestri Omar Galliani e Franco Nocera, assistiti da Enzo Orti e Serena La Scola. La loro insostituibile sensibilità ed i loro preziosi insegnamenti hanno sostenuto gli allievi in un percorso di conoscenza, d’interpretazione
e di creazione di una trama che ha raccontato della confortante presenza di un Padre comune”. L’impresa degli
stagisti non era volta all’imitazione quanto alla rivisitazione. Ogni partecipante doveva “recitare in icona” l’Oratio Dominica, procurando non solo di provare personalmente sentimenti religiosi, ma soprattutto di oggettivare
tali effervescenze spirituali, onde far pregare i fruitori. La “visione” di quanto in Biennale si è così tradotta in impegno fattivo capace di coinvolgere i partecipanti in un lavoro collettivo e individuale. Gli stagisti hanno percorso un iter ascensionale dall’indistinto sacrale allo specifico cristiano. Hanno mostrato di muoversi su tre direttive: l’indicibilità
del Padre nella sua divina essenza, la visione del Padre nel Verbo incarnato, la presenza del Padrenella storia umana.Tali aspetti sono stati risolti in “preghiera visuale” rivolta al Padre che “è nei cieli”, di cui Gesù Cristo è icona.

L’iniziativa MASTER, una finestra sul futuro, è stata avviata da CHIESA OGGI architettura e comunicazione, per contribuire alla diffusione delle proposte emerse nei master e negli stage che si stanno organizzando sul fronte nazionale e internazionale. Si vogliono così proporre spunti di ricerca e di discussione, offerti da giovani architetti ed artisti, dopo un percorso formativo interdisciplinare. Di fronte allo iato tra Chiesa ed arte, oltre che dinanzi alle difficoltà espressive dell’arte sacra nel post-‘900, ogni stimolo può essere criticamente utile per riportare l’arte sacra all’interno del vissuto ecclesiale, nel contesto sociale, tra gli interessi professionali.

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