Il restauro della cappella di San Rocco in cattedrale


La cappella di San Rocco, seconda a cornu Epistulae nella cattedrale di Santa Maria Madre di Dio, fu eretta nel 1503 a spese della Corporazione dei Maestri lombardi e riallestita un secolo più tardi in ottemperanza alle norme post-tridentine. Nel 1966 vi furono traslate le spoglie di Mons. Massimo Rinaldi, missionario scalabriniano e vescovo di Rieti fra il 1924 ed il 1941. Nel dicembre 2005, si è conclusa un’importante fase del suo processo di beatificazione: nei mesi successivi, in vista della solenne cerimonia che proclamerà le virtù di Mons. Massimo Rinaldi, è stato avviato il restauro della cappella, a restituire almeno in parte gli affreschi secenteschi compiuti da Vincenzo Manenti (1600-1674), divulgatore della tarda maniera nel territorio reatino.

Dell’assetto originario, non resta che la statua lignea raffigurante San Rocco nelle vesti di pellegrino, collocata nella nicchia dell’altare. Alle pareti, oltre alla tela che associa San Giovanni Battista e San Francesco d’Assisi, restano leggibili San Prosdocimo, San Sebastiano, San Giuseppe e San Martino agli angoli della cappella di pianta ottagonale. Il restauro, di Cecilia Gugliandolo e Ihab Samy Nasseralla, ha riportato alla luce nelle vele le effigi dei quattro Evangelisti e nelle cornici ovate del cupolino le storie di San Rocco, opera del Manenti.
Uno degli affreschi restaurati
di Vincenzo Manenti.

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