Il Programma iconografico

A sinistra: Ruberval de Monteiro mentre dipinge il volto di Cristo sulla parete absidale.

ll Programma iconografico
Il programma iconografico è opera dell’artista cristiano Ruberval de Monteiro, benedettino brasiliano profondamente legato alla tradizione dell’Europa cristiana, anche attraverso le sue ascendenze che affondano le radici in Polonia e in Spagna. La composizione principale, collocata dietro l’altare all’interno del presbiterio, è costituita dalla Discesa agli Inferi, quale immagine riassuntiva del Mistero della Risurrezione cui la chiesa è dedicata, raffigurata secondo l’antico schema iconografico attinto alla prima predicazione apostolica: “Questi non fu abbandonato negli inferi né la sua carne vide la corruzione” (At 2,31). L’evento teologico della Discesa agli Inferi servì per molti secoli a sintetizzare le catechesi battesimali: ogni uomo che riceve il Battesimo si può infatti riconoscere in quell’Adamo che per primo ricevette l’annuncio della salvezza come scrive l’apostolo Pietro: “E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione” (Pt 3, 19). Nella Discesa agli Inferi della chiesa di Umbertide, il movimento della discesa del Signore si combina con quello della risalita, ciò che corrisponde al significato teologico dell’evento: il primo Adamo viene risollevato dal Nuovo Adamo che lo riporta con sé, presso il Padre; e non bisogna dimenticare che l’altra denominazione di questa scena è quella di Risalita di Adamo. Il Cristo che disceso nelle viscere tenebrose della terra calpesta le porte scardinate degli Inferi regge nella sinistra la croce astata, strumento della sua vittoria sulla Morte, e con la destra afferra saldamente Adamo per il polso. Antico Adamo e Nuovo Adamo sono come incollati uno all’altro attraverso i loro reciproci sguardi: infinitamente serio quello di Colui che per amore ha appena attraversato l’abisso di dolore della Passione e della morte; tremendamente consapevole del costo della propria debolezza e fisso nel volto del suo Salvatore quello di Adamo la cui espressione trasmette anche una fiducia e un abbandono senza limiti. Prostrata ai piedi del Signore, la prima Eva, la “madre dei viventi”, è al tempo stesso la donna storica che ha baciato i piedi di Gesù e li ha lavati con le sue lacrime, onorata per sempre dal riconoscimento del suo Signore come colei che “ha tanto amato”: nella sua postura si legge devozione, pentimento e soprattutto una totale consegna di sé per amore. Tutta la composizione ha un forte andamento ascensionale, sostenuto dal suo inserimento in un rettangolo verticale, ma reso soprattutto attraverso la figura slanciata e luminosa del Cristo risorto, esaltata dalla mandorla ovale oblunga che lo avvolge di luce dorata nella parte superiore del corpo e di cui la sommità non è visibile: un particolare che accentua il dinamismo ascensionale di questa Risalita di Adamo perennemente in atto. Nei cinque spazi della fascia superiore, in posizione simmetrica rispetto alla Discesa agli Inferi, sono raffigurate scene relative al periodo postpasquale. Incominciando da sinistra l’Apparizione dell’angelo alle donne portatrici di profumi il mattino di Pasqua: sono le prime testimoni indirette della Risurrezione. Il giovane albero verdeggiante evoca l’albero della Croce nel quale si è manifestato l’albero della Vita. Nel secondo quadro, l’Apparizione di Gesù alla Vergine Madre, evento di cui i Vangeli non parlano ma convincimento comune della Chiesa siriaca orientale – la più vicina alle prime comunità di ebrei diventati cristiani – autorevolmente sostenuto dal grande padre siriaco santm’ Efrem e poi raccolto dalla Chiesa universale: colei che dall’Angelo aveva ricevuto la buona novella della sua maternità divina, riceve ora dal Figlio l’ottima nuova della definitiva vittoria della Vita sulla Morte. È evidente l’intento dell’artista di strutturare questa scena come seconda gioiosa Annunciazione. Che poi l’evento sia nascosto è legato al mistero stesso della persona della Vergine Madre: dagli Atti degli Apostoli risulta chiaramente che la prima comunità ecclesiale l’aveva posta al proprio centro: era lei la testimone privilegiata di tutto il Mistero dell’amore manifestato nella pienezza dei tempi. Il riquadro centrale, in corrispondenza con la Discesa agli Inferi, è occupato dalla Cena dei Discepoli di Emmaus con il Signore il cui carattere eucaristico è chiaramente evidenziato dal pane tagliato in quattro pezzi.

"…il movimento della discesa del Signore si combina con quello della risalita, ciò che corrisponde al significato teologico dell’evento: … “

 

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