Il problema degli altari barocchi

Una finestra di dialogo per i Beni Culturali di ieri e di oggi

Sono moltissime le iniziative che vengono intraprese nelle Diocesi italiane in merito alla conservazione dei Beni Culturali Ecclesiastici, alla edificazione di nuove chiese, alla presentazione di nuove opere d’arte, alla discussione su tematiche attinenti al rapporto vivo tra architettura, arte e Chiesa. La nostra rivista, CHIESA OGGI architettura e comunicazione, nasce come strumento di documentazione, di informazione e di servizio. Il servizio consiste proprio nel mettere in comunicazione le diverse realtà che si muovono nel vasto mondo dell’architettura per la Chiesa, con tutto quel che questo comporta, con tutte le implicazioni nel campo progettuale, tecnologico, artistico, liturgico, ecc. Gli Uffici diocesani che si occupano dell’edificazione di nuove chiese e del mantenimento dei Beni Culturali Ecclesiastici sono l’interlocutore di tutti coloro che a diverso titolo stanno partecipando o desiderano partecipare al progetto della chiesa e al suo rinnovamento. CHIESA OGGI architettura e comunicazione è l’unica rivista specializzata nell’architettura della chiesa in tutte le sue articolazioni: l’unica rivista che raggiunge sia le parrocchie italiane, sia chi nell’ambito professionale o imprenditoriale ha fatto dell’edificio chiesa una parte importante, talvolta esclusiva, della propria specializzazione.

Queste pagine sono a disposizione delle Curie diocesane: qui possono presentare le iniziative che hanno intrapreso, che stanno realizzando o che intendono concretizzare in futuro. Una iniziativa di una singola diocesi può essere fonte di ispirazione per altri, può essere motivo di dibattito, può essere occasione per suggerire soluzioni nuove a problemi specifici. Siamo sicuri che altri vorranno comunicarci le loro iniziative e che il flusso di informazioni, proposte, analisi, suggerimenti, richieste che su queste pagine troveranno ospitalità, sarà sempre più ricco e fecondo. Inviate la Vostra comunicazione per posta elettronica: chiesaoggi@dibaio.com

La cattedrale di Nostra Signora Assunta a Ventimiglia. La Cattedrale di S. Michele Arcangelo ad Albenga

Diocesi di Ventimiglia – San Remo
Il restauro della Cattedrale La Cattedrale di Ventimiglia, di origini altomedievali (VIII sec. d.C.) è un edificio a tre navate che ha subito vari rimaneggiamenti. Nel corso dei decenni passati è stata oggetto di interventi che hanno teso a riscoprire la sua conformazione originaria. Ce ne parla l’Architetto Piero Gonella, Incaricato diocesano per i Beni Culturali.
Nel 1600 in tutta la cattedrale furono eseguite intonacature e decorazioni a stucco che hanno completamente coperto i paramenti murari originali. Nel 1874, su progetto dell’Architetto Arborio Mella, si mise in opera un restauro di tipo neoclassico assai discutibile: gli elementi originari furono ulteriormente mascherati sotto foderature di malta di calce che peggiorarono i risultati del restauro precedente. Negli anni dal 1965 al 1972 è stato realizzato il restauro più importante: sono state scrostate tutte le murature e tolti tutti gli intonaci barocchi e le altre aggiunte e superfetazioni, è stato rimosso l’altare maggiore per affrontare lo scavo dell’abside e raggiungere la cripta e l’antica chiesa sotterranea (VIII sec.). Oggi le murature e la volta in pietra hanno di nuovo l’aspetto della struttura romanica, con inevitabili piccole aggiunte per integrare le precedenti demolizioni. Nel complesso l’edificio dà un’immagine molto pulita.
Quella di rimuovere le aggiunte posteriori all’edificazione originaria è una scelta inconsueta…

Una scelta coraggiosa, maturata negli anni ’60 e ’70, grazie alla volontà del Vescovo, Angelo Raimondo Verardo, a cura del Prof. Nino Lamboglio dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri e con la preziosa collaborazione del Can. Angelo Nanni. Oggi forse non sarebbe possibile ripercorrere la stessa strada. Il ripristino del volto romanico ha comportato la rimozione di diversi elementi barocchi. La facciata stessa era stata rimaneggiata in epoca barocca, con due aperture in corrispondenza delle navate laterali: con il ripristino della forma romanica le due aperture sono state chiuse. È stato tuttavia necessario ricorrere a un nuovo intervento recentemente… «In occasione dell’anno giubilare abbiamo dovuto intervenire per eliminare varie infiltrazioni d’acqua; è stata rifatta tutta la copertura, la precedente era in tegole marsigliesi, ma al di sotto si è ritrovato un originario manto in ardesia che oggi è stato riproposto; si è anche provveduto alla completa pulizia della superficie di tutti i paramenti murari esterni e alla loro impermeabilizzazione con prodotti specifici. All’interno si è rifatto completamente l’impianto elettrico e di illuminazione. Un intervento sostanziale, reso possibile grazie ai contributi ministeriali per il Giubileo extra Lazio e ai contributi della Carige.
In che direzione proseguiranno gli interventi entro il territorio della Diocesi?
Vogliamo completare i lavori al complesso della cattedrale, ultimando il restauro del Battistero: già in parte l’intervento è realizzato, si sono effettuati importanti scavi archeologici, è stato rifatto il pavimento, ma gli interni devono ancora essere ultimati, così come i nuovi impianti. L’intervento sulla Cattedrale è senza dubbio il più importante per la Diocesi, ma non meno importanti sono tutti gli interventi di carattere conservativo sulle chiese di tutto il territorio, necessari per salvare un patrimonio di incommensurabile valore. Il prossimo intervento di grande rilevanza che intendiamo realizzare è quello sulla chiesa di S. Michele, edificio di origini tardo medievali che fa parte, come la Cattedrale, del circuito artistico-architettonico di Ventimiglia Alta, molto visitato dai turisti, in particolare stranieri. Il problema maggiore è come finanziare tutti gli interventi necessari: pur utilizzando tutte le fonti di contributo esistenti, spesso non riusciamo a realizzare neppure ciò che sarebbe necessario; interventi più grandi, come quello citato della chiesa di San Michelesono irrealizzabili senza la collaborazione di sponsor privati.
I lavori di restauro includono anche l’adeguamento?
L’adeguamento liturgico della cattedrale di Ventimiglia è stato realizzato col restauro degli anni ’70. L’altare maggiore, di stile barocco, è stato smontato e conservato in attesa di una ricollocazione adeguata. È stato realizzato un nuovo altare, con una lastra in pietra a forma di mensa e il corretto reimpiego di un reperto archeologico altomedievale a formare la base. Manca un elemento fondamentale quale l’ambone, per il quale attualmente è usato un importante leggio. Per quel che riguarda invece la concattedrale di S. Siro a San Remo, negli anni ’80 è stato attuato un intervento di adeguamento che sembra soddisfacente. C’è l’altare rivolto verso il popolo e un imponente ambone di nuova fattura. Stiamo ora mettendo allo studio la collocazione della cattedra vescovile e della sede del celebrante. Anche il fonte battesimale, attualmente collocato entro il presbiterio, attende una collocazione più soddisfacente. Si pensa di portarlo fuori dal presbiterio, lasciando spazio libero per dare risalto alla cattedra. Questa attualmente è in legno ed è mobile, mentre si desidera collocarla in una posizione fissa. Anche in altre chiese parrocchiali si sta ponendo mano allo studio dell’adeguamento liturgico definitivo, anche se solo in poche è già realizzato.

Diocesi di Albenga-Imperia
Il problema degli altari barocchi Mons. Fiorenzo Gerini, responsabile dell’Ufficio Amministrativo della Diocesi di Albenga-Imperia, si interessa anche delle opere di restauro e di adeguamento, oltre che della nuova edilizia di culto. Qui ci parla dei principali interventi di restauro realizzati nella sua Diocesi.
Monsignore, anche nella Sua Diocesi la Cattedrale ha subito importanti interventi nel recente periodo?
L’intervento più importante operato in Cattedrale risale al periodo 1965- 70, quando è stato eliminato quanto il barocco aveva aggiunto all’originale edificio romanico. Inoltre è stata riportata la pavimentazione al livello originale, abbassando il piano di calpestio di circa 1 metro rispetto al piano stradale.
Il Vostro è stato quindi un intervento simile a quello realizzato sulla cattedrale di Ventimiglia?
Sì. Ed è stato portato avanti grazie all’intervento dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, all’epoca presieduto dal Prof. Nino Lamboglia, della Soprintendenza di Genova, esperto di archeologia sottomarina di fama internazionale, ma anche grande cultore e conservatore del patrimonio storico e artistico della Liguria.
Non c’è alcun rimpianto per l’intervento barocco che è stato rimosso?
La nostra zona è ricca di testimonianze barocche di valore, che rispettiamo e conserviamo. Si può dire che le chiese medievali mantenutesi nelle forme originarie siano prevalentemente quelle abbandonate. Quelle conservate hanno subito trasformazioni e sovrapposizioni barocche. In alcune località gli edifici originali furono abbattuti per fare posto a nuove chiese barocche. In accordo con la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici della Liguria è in corso la schedatura dei manufatti medioevali reimpiegati e disposti a ornamento sui sagrati. In Diocesi abbiamo avuto tre famiglie di architetti che hanno operato molto nel ‘700, i Ricco, i Belmonte, i Marvaldi. Hanno lasciato un patrimonio barocco non indifferente, non solo in questa diocesi, hanno esteso la loro attività anche oltre i confini, nel genovesato. Ma la Cattedrale fa storia a sé. Con le trasformazioni barocche erano stati sfondati gli archi a sesto acuto che univano le colonne della navata. Il che causava un indebolimento strutturale: questo fu anche motivo determinante per la rimozione di buona parte delle sovrapposizioni barocche. Gli archi sono stati ricostruiti secondo l’imposta originale e ciò ha dato nuova stabilità all’edificio. All’epoca di questo intervento è stato anche realizzato l’adeguamento liturgico degli spazi e in particolare del presbiterio dove è stato collocato un nuovo altare marmoreo, impreziosito da un paliotto bifronte di recupero. Un successivo intervento è stato realizzato con i fondi per il Giubileo: ripristino delle coperture in ardesia e restauro della facciata.
Sono stati completati gli adeguamenti di tutte le chiese barocche?
L’argomento è ancora dibattuto. Il problema è se si possa staccare la mensa dal dorsale, o no. Il nostro ufficio è del parere che in molti casi sia possibile questo tipo di adeguamento, ma la soluzione non trova accoglimento presso la Soprintendenza. Quella di collocare un nuovo altare al di fuori del presbiterio non ci sembra un’alternativa accettabile. Comporterebbe la compresenza di due altari, renderebbe più problematica la manutenzione dell’altare storico, in certi casi porterebbe alla rimozione delle balaustre. La soluzione che si propone da parte nostra consentirebbe di mantenere funzionante e inalterato lo spazio del presbiterio, nel pieno rispetto dell’impianto architettonico.
Quali altri interventi prevedete in Albenga?
Dobbiamo intervenire sul Battistero, edificio del V secolo a pianta ottagonale, collocato accanto alla Cattedrale. Quali i principali problemi? Le infiltrazioni di acqua. Il piano del Battistero è alla quota dei tempi della costruzione della Cattedrale: circa 1,5 metri al di sotto del piano stradale. Il livello dell’acqua di falda si trova a una quota assai vicina e varia secondo le piene del fiume Centa, che lambisce la città. Nel novembre passato, con le alluvioni, il livello del fiume ha dato luogo a un preoccupante allagamento dell’edificio. I Vigili del Fuoco lo hanno prontamente svuotato, tuttavia persiste il danno costante dell’umidità di risalita e i conseguenti fenomeni di efflorescenza e di sali. Sarebbe necessaria un’opera di impermeabilizzazione… Non sarebbe sufficiente. La Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici sta studiando il problema. Sembra che la soluzione ottimale sia la realizzazione di una via di deflusso delle acque.

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