Il personaggio

Carmen Bedini è un’artista riconosciuta a livello nazionale ed internazionale per aver partecipato a personali e collettive. È presente nei più prestigiosi annuari d’arte moderna e contemporanea ed ha vinto prestigiosi premi in concorsi a tema tra cui alcuni progetti d’arte sacra. La sua attività artistica l’ha vista spesso in contatto con l’Accademia di Brera con i suoi docenti ha partecipato a manifestazioni e mostre. Conosciamola meglio attraverso il racconto di Stefania Provinciali, Giornalista Critico d’Arte. ‘La casa di un artista è spesso un laboratorio dove si incontrano il gusto del vivere quotidiano ed il percorso creativo più intimo e segreto. Tutto ciò vale ancor più se l’artista è donna, legata al piacere della famiglia e del lavoro in uno spazio che le appartiene e che si muove in sintonia con il bisogno di ricchezza interiore e spirituale. “La casa per me è un involucro su misura in cui rilassarmi, riposare, pensare, creare, studiare, cambiare, reinventare” dice Carmen Bedini. “Ho bisogno dei momenti con gli amici ma anche dei momenti di solitudine, di pausa, di ripensamento, per concentrarmi e trovare il filo di me stessa”. L’opera e la vita dell’artista trovano, così piena adesione al piacere del creare tra le mura del suo appartamento, a due passi dalla suggestiva piazza del Duomo e circondato dal verde di un giardino che si affaccia sullo ‘stradone’, antico, elegante viale alberato, ideato dal Petitot, primo boulevard italiano esemplato su quelli parigini, con il suo punto di fuga nel ‘Casino’, ritrovo mondano per la città settecentesca.

Carmen Bedini ritratta davanti al camino nel suo studio. Sullo sfondo la figura dell’Angelo Annunziante ottenuto con colate di materia viva che si snoda con elegante purezza attraverso eteree pieghe e panneggi.

L’autrice, in una casa ‘moderna’ ben inserita in questa cornice, all’interno di un intreccio tra cultura, tecnologia, particolari architettonici e dettagli di strutture arcaiche, si muove in pieno ritmo evolutivo affidandosi alla manipolazione della materia, ai colori, al segno e all’interpretazione degli elementi di natura, per concretizzare idee e forme in opere di forte intensità spirituale e narrativa. Alle pareti sullo sfondo di un camino sembrano ‘inseguirsi’ e sovrapporsi le immagini più rappresentative di questa singolarissima vicenda artistica, fatta di segni e simboli, fortemente intrisi di religiosità ed adesione ai significati della vita. Stretto è il legame fra luce, spazio, segno e colore, elementi tutti presenti nelle sue creazioni, dipinti e tecniche miste a carattere spesso tridimensionale, costruiti secondo un preciso progetto iconografico che l’autrice va di volta in volta componendo, quasi un intreccio alchemico dove l’oggetto raffigurato ed il colore acquistano significati simbolici. Spiccano il rosso del fuoco, rappresentazione dello spirito, della scienza e dell’amore liberatore, l’oro arma di luce, il verde, interpretato come speranza, forza e immortalità, l’azzurro, via verso l’infinito, il bianco per dare densità alla materia. A fianco le simbologie del cerchio, eterno soffio della divinità, ripreso in numerose opere, il quadrato unione del cielo e della terra, il triangolo che diventa espressione di potenza creatrice lungo un viaggio spirituale dove i tracciati figurativi si intersecano con materici colori composti da polveri purissime intrise di oro zecchino, emblema di un’alchimia spirituale. L’operazione è complessa, carica di significati sottesi ma svolta sul filo di una attenta eleganza di forme e colori. Elementi esaltati dal fuoco dal camino davanti al quale l’artista si pone come una ‘vestale’ dei giorni nostri che mantiene vivo il rituale per allontanarsene poi nella ricerca di quella purezza assoluta ed irraggiungibile a cui solo l’arte può aspirare’.

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