Il nuovo ingresso dei Musei Vaticani

Attraverso le antiche mura
Il nuovo intervento consente un movimento fluido e controllato delle migliaia di visitatori che ogni giorno accedono al Museo.Una nuova apertura nelle storiche mura immette nell’atrio ricavato nel terrapieno sotto il Cortile delle Corazze e da qui una rampa a volute media il dislivello e il dislocamento tra la quota della strada e il luogo dal quale si dipartono i percorsi museali.

Vista interna delle volute della grande rampa che media un dislivello di 22 metri e, allo stesso tempo, consente un dislocamento orizzontale Il nuovo intervento resta quasi completamente nascosto al di sotto del piano del Cortile delle Corazze. Alla vista appaiono solo alcune pareti vetrate. Vista dall’alto del modello del nuovo intervento nel contesto degli edifici storici del Vaticano.

In realtà, l’opera chiamata “Nuovi Ingressi dei Musei Vaticani” travalica largamente la sua denominazione. Essa consiste, oltre che ovviamente dei nuovi ingressi, di un sistema di attrezzature utili non solo per il pubblico e per l’organismo museale, ma anche per la città di Roma, che trae vantaggio dall’alleggerimento dell’affollamento nelle aree pubbliche antistanti il Museo. La collocazione scelta per il nuovo ingresso – all’interno dei terrapieni esistenti entro il bastione nord delle mura vaticane, in un punto prossimo all’ingresso costruito negli anni ’30 del XX secolo e sotto il piano del Cortile delle Corazze, nasce da diversi motivi. Per la vicinanza di questo sito al precedente ingresso, che resta come uscita dai Musei, e per la volontà di risolvere il problema delle nuove esigenze riducendo al minimo le volumetrie emergenti. Va ricordato inoltre che nel punto scelto per il nuovo intervento si sono localizzate nella storia le emergenti esigenze di crescita e di sviluppo dei Musei Vaticani. L’evoluzione di questa porzione di città è documentata in diverse rappresentazioni iconografiche. Mentre la pianta di Roma del Bufalini (1551) documenta la parziale realizzazione del corpo Est del primo Belvedere; mentre poi quella del Tempesta (1593) mostra l’avvenuto completamento dei due lunghi corpi ispirati al tema bramantesco, già quella del tempo di Paolo V (Maggi, 1615), riporta un primo sviluppo spaziale quadrato, costituito da basse costruzioni di servizio contigue alla Palazzina di Innocenzo VIII. Sarà questa il primo elemento di un processo di successive crescite volumetriche nei secoli dal XVII al XX. I capisaldi di tale espansione saranno il costituirsi, sul finire del XVIII secolo, del Museo Pio-Clementino con i decisivi segni architettonici turriti dell’Atrio dei Quattro Cancelli e della Sala Rotonda del Museo Pio-Clementino. Nel corso del XX secolo sorgeranno, nei primi anni ’30, la Pinacoteca e negli anni ’60 il Museo di Paolo VI. I corpi edilizi di questi ultimi due interventi si estendono al di là dell’Atrio dei Quattro Cancelli, orientati in senso Est-Ovest.

Veduta della hall di ingresso verso il grande portone Il “Cortile delle Corazze” trasformato in sala superiore cui conduce la grande rampa. La copertura è costituita da una vetrata “tridimensionale”. Oltre la parete vetrata a sinistra nell’immagine si intravede l’Atrio dei Quattro Cancelli. Veduta della rampa che conduce ai livelli superiori mentre avanza verso il cuore dei Musei Vaticani

La parte centrale e terminale dell’intervento attuale si svolge entro lo stratificato sistema architettonico maturato nei secoli al di sotto del Cortile delle Corazze e al di sotto e al di sopra del piazzale posto tra i “Quattro Cancelli” e i Musei creati nel XX secolo. La parte iniziale del nuovo ingresso invece è contenuta entro il terrapieno retto dal muraglione di cinta fortificata, nella parte nord del Vaticano. Il nuovo intervento si inserisce nell’interrato dell’ala interstiziale esistente tra il gruppo museale settecentesco ed elementi museali del Novecento, e realizza lo sdoppiamento delle funzioni di ingresso e uscita che invece, nella soluzione costruita negli anni ’30 e attiva fino alla fine del secolo passato, erano unite nella rampa Momo, alla quale ora si riserva solo la funzione di uscita. Del nuovo complesso che funge da elemento di connessione e di organizzazione della mobilità, compaiono parzialmente all’esterno soltanto la copertura trasparente della nuova rampa di salita, posta a fianco della rampa Momo, e il lineare, semplice taglio diagonale nelle mura dell’ingresso nuovo, con la bronzea porta dello scultore Cecco Buonanotte.

Due disegni prospettici della grande rampa. A lato della rampa, che si avvolge a elica mentre avanza anche in senso orizzontale, è posta la scala mobile e la batteria di ascensori.

Il nuovo intervento è strutturato in due poli, ciascuno articolato in spazi che a loro volta si aprono su più livelli. Il primo polo, ricavato nel terrapieno del Bastione, contiene l’atrio dei Musei. Risulta di libero accesso (salvo i controlli di sicurezza) prima del controllo del biglietto d’ingresso. E’ una vera piazza urbana interna, su due livelli uniti da uno scalone ad andamento diagonale. L’impostazione architettonica ha puntato a valorizzare la controfaccia interna delle Mura.
Da qui uno scalone ad andamento diagonale e due ascensori conducono al livello superiore intermedio che si affaccia sull’atrio stesso. Il secondo polo è costituito dalla zona di confluenza dei quattro settori museali. Collega al livello superiore (atrio dei Quattro Cancelli) l’accesso al percorso museale e l’uscita verso la scala Momo, ampliando la grande terrazza verso i giardini. Al livello inferiore è posta una galleria che collega il ritorno dalla Sistina e dai Palazzi Apostolici con un accesso al Cortile delle Corazze e con il ristorante nonché la possibilità di ritornare alla rampa Momo. Il primo polo, quello degli ingressi della città del Vaticano, si trova al livello della strada. Il secondo, sulla collina vaticana, si connette col livello del piazzale dei Quattro Cancelli. La differenza di quota tra i due poli è di circa 22 metri. Il dislivello è superato da un sistema di risalite composto da un percorso pedonale (una rampa che per successivi avvolgimenti diagonali avanza salendo verso il cuore del nuovo sistema di smistamento), da una scala mobile e da ascensori. La copertura vetrata del sistema di risalita consente una vista degli edifici storici circostanti il Cortile delle Corazze. L’impostazione architettonica spaziale è basata sulla geometria ortogonale del grande atrio, sulla rotazione diagonale dall’apertura dell’ingresso nelle Mura allo scalone che porta al secondo livello; sulla sagoma ad “arco teso” delle pareti vetrate verso i giardini; sulla copertura spaziale del cortile delle Corazze, sulla vetrata di affaccio verso i giardini. Come caratteristiche costruttive è stata cercata una soluzione a un tempo unitaria e differenziata, basata da un lato su materiali tradizionali (mattone, basaltina, marmo bianco per lo scalone, intonaci variamente trattati, bronzo) dall’altro lato su materiali “moderni”: cemento del cassettonato (per l’atrio) e dei pilastri, pareti di cristallo, acciaio e cristalli atermici per la copertura tridimensionale.

 

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