Il fuoco e la storia.

La gioia di ritrovarsi intorno al camino e condividere gli antichi rituali della cottura sul fuoco, conciliano i piaceri del palato con quelli della salute e della conviviale amicizia.

Seicentomila anni fa l’uomo scoprì come conservare in vita il fuoco, come farlo rinascere da poche braci sepolte sotto la cenere, come alimentarlo, amorevolmente, pazientemente perchè si perpetuasse nel tempo. Seicentomila anni, infatti, è l’età attribuita dagli archeologi a quello che sembra essere il più antico focolare unano rinvenuto a Chou-kou Tien, in
Cina. Una data importante nella storia dell’umanità che ha mantenuto a lungo, nei suoi miti, nelle sue pratiche religiose il ricordo di quel momento glorioso. Nasce, quindi, il mito di Prometeo, perchè l’umanità ricordi, per sempre, come, appropriandosi del fuoco, si sia anche appropriata di una parte, piccola che sia, della sacra potenza degli dei. I primi focolari sembra che avessero funzioni magico-religiose, centri di aggregazione sociale, luoghi in cui sentirsi protetti mentre le fiamme fugavano i terrori delle tenebre, le belve, il gelo notturno. E il ricordo di quei tempi lontani vive ancora, oltre che nei miti e nelle leggende, anche dentro di noi, ricordi ancestrali, archetipi che si risvegliano, sempre, ogni qualvolta ci disponiamo intorno ad un fuoco e si esprimono con un senso indecrivibile di pacifico rilassamento, di pace interiore, di amicizia per chi condivide con noi, nella luce altalenante delle fiamme, l’aroma a volte pungente, a volte aromatico, della legna che brucia. Poi, poco alla volta l’uomo pur continuando a considerare il fuoco come un’incomprensibile manifestazione divina, comincia ad abituarsi alle fiamme, a conoscere i loro effetti, benefici
o devastanti che fossero.

Il celebre Fogolar friulano simbolo della solidità e del calore umano esistenti nella famiglia. Caratteristica la sua posizione quasi sempre centrale nella stanza, in genere la cucina o il ‘larin’ ovvero un apposito locale sporgente dal
corpo della casa a pianta circolare o poligonale che ospita il focolare e le panche. Il camino ha un basamento in pietra ideale per la preparazione dei cibi.

Nascono le prime divinità del fuoco, a volte ambigue come Lamaria, dea solare per gli uomini ma ctomia per le donne che unisce tramite la canna fumaria del camino (maschile) ed un foro, reale o immaginario, nel pavimento stesso del focolare (ecco la simbologia femminile) i tre mondi della cosmogonia indoeuropea. E la conservazione del fuoco assume tanta importanza, fisica e simbolica che ad alcuni individui del clan viene imposto di mantenere in vita il fuoco padre, quello da cui dipende il benessere della comunità, una responsabilità tanto desiderata e tanto temuta, perchè fallire, permettere l’estinzione del fuoco, ormai simbolo sacrale prevede punizioni estreme. La conservazione durante i lunghi millenni di nomadismo era tutt’altro che facile; rilevamenti effettuati presso popoli di culture ancora primitive permettono di avanzare l’ipotesi che gli incaricati trasportassero, durante le lunghe marce, le preziose braci in corni di bovini opportunamente imbottiti di muschio. Oggetti ingombranti, difficili da maneggiare, un impaccio notevole per esseri che dovevano essere continuamente sul chi vive per fronteggiare i pericoli circostanti. Un incarico talmente importante da essere ancora presente in epoca romana e che vede le Vestali, vergini votate a quest’unico scopo, trasformare la perpetuazione della vita per mezzo della maternità in quella del fuoco sacro che si identifica, ormai trascendentalmente, con la continuazione nel tempo della stessa Urbe e con il suo Impero. La famigliarizzazione del fuoco comportò inevitabilmente, gradualmente, la ricerca della sua utilizzazione anche per applicazioni eminentemente pratiche come indurire le punte delle lance di legno, scavare un tronco d’albero per ricavarne lo scafo di un’imbarcazione o per preparare e cuocere alimenti. Un processo, anzi una serie di processi, estremamente lenti fatti di osservazioni, intuizioni, ragionamenti che per la mancanza di qualsiasi documentazione potremmo ricostruire sulla base di ipotesi logiche.

E’ grande e assoluto protagonista dell’ambiente il camino nell’antica cucina restaurata. Le tonalità vivaci del pratico rivestimento in piastrelle decorate, le pentole in rame a vista, i mobili in noce scuro, il pavimento in cotto sono gli
‘ingredienti’ sapientemente dosati, secondo un apparente semplicità che creano e trasmettono una romantica atmosfera di serena convivialità.

Il calore genuino della casa di campagna è realizzato
con i materiali tipici della tradizione locale. Il risultato
è un camino country che scopre le nuove suggestioni
dell’abitare contemporaneo e si avvicina al minimalismo.

Nella casa di montagna il camino è in muratura con
la grande cappa sporgente, la trave in legno e i mattoni
che corredano la struttura prefabbricata interna.
La struttura compatta e lineare è sintesi di funzionalità
ed eleganza adatta a essere elemento d’unione
tra lo spazio cucina e il living. La collocazione tra i
due ambienti favorisce una buona e uniforme distribuzione del calore.

Dal fumo nuovi sapori

Il giusto fumo

“Importantissimo come coadiuvante il fumo è un importante contributo per insaporire i cibi. Certo il camino che non tira bene e fa troppo fumo è deleterio. Ma se il fumo, andandosene per la sua strada, lambisce i cibi, può conferire un aroma particolare, qualcosa in più. Un appassionato vi dirà che la vera polenta, ad esempio, è quella che ha un lontano sentore di fumo, quando è cucinata nel paiolo appeso nel camino, che esalta il gusto pastoso, povero, splendente di questo cibo solare. Questo vale anche per zuppe, arrosti; ma attenzione: purchè leghi con il resto, e diventi parte di un qualcosa che ci dà un piacere complesso, ancestrale. Ci avete mai pensato? Anche la forma sferica
del paiolo, dal basso, facilita lo scorrimento e l’apporto del fumo”. (Vincenzo Buonassisi)

Lo speck

Nella preparazione dello speck assumono una particolare importanza le fasi di affumicatura e asciugatura: solo il pieno rispetto delle regole tradizionali, dona allo speck il noto e inconfondibile aroma. L’affumicatura avviene con legna scelta e poco resinosa, per non dare allo speck un sapore troppo deciso. La temperatura del fumo non può superare i 20 gradi centigradi: le nuvole di fumo sono particolarmente leggere e le baffe vengono esposte ad intervalli regolari al fumo e all’aria fresca delle vallate sudtirolesi. Affinchè il fumo penetri in modo uniforme, è necessario che i pori delle carni non si chiudano e lascino entrare uniformemente l’aroma del fumo. In autunno è tradizione gustare lo speck con vino novello , salsicce affumicate (Kaminwurzen) e il tipico pane rustico locale (Sudtiroler Speck Alto Adige Consorzio)

Cucina in muratura in ciliegio modello America di Palazzetti

 

Quando l’innovazione valorizza la tradizione

Una gamma di prodotti dedicata a chi ama cucinare, da scegliere in base allo spazio e alle proprie esigenze: questa
è l’offerta di Palazzetti per soddisfare il desiderio della cottura sul fuoco. Con il supporto di un qualificato team di designer e artigiani Palazzetti permette di realizzare soluzioni anche su misura sia per chi ha a disposizione solo un piccolo spazio sia per chi vuole progettare un’intera cucina in muratura. Una proposta che garantisce anche l’efficiente riscaldamento di tutta la casa, infatti, i focolari Palazzetti permettono di abbinare alla cottura diverse soluzioni di riscaldamento per più ambienti. Ad esempio, i monoblocchi Termopalex, focolari per il riscaldamento ad acqua, attraverso un corretto allacciamento all’impianto idraulico di casa, consentono di riscaldare superfici di 200 mq ma sono anche dotati di un ampio focolare e della portina a scomparsa totale che permette di ospitare nel focolare una griglia o
la pietra ollare per cucinare. L’Ecopalex® può essere completato da un Ecoforno® che utilizzando i fumi in uscita del
focolare per il riscaldamento permette di cuocere pizze, pane, arrosti e pietanze. Innumerevoli le soluzioni di rivestimento rustico, tradizionale o di design e la collocazione a parete, ad angolo o centrale.

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