Il ferro civile dal XIV al XVII SEC.

 
Tratto da:
Il ferro battuto N°24
Il ferro civile dal XIV al XVIII sec…

…e il suo uso nell’ambiente domestico

La possibilità di esporre un numero consistente di battenti che facevano parte di una raccolta storica, la Collezione Mylius di Milano (documentata dal catalogo omonimo edito nel 1905 e ritrovati grazie alle ricerche di Fiorenzo Cesati, Alessandro Cesati e Jacopo Lorenzelli), ha costituito il nucleo della mostra “Ferro civile” organizzata qualche anno fa presso la Galleria Lorenzelli di Bergamo. Il campionario di battenti in ferro, tipologicamente esauriente per forme e per epoca di realizzazione, è stato l’attore principale dell’esposizione, e del catalogo edito da Amilcare Pizzi. Degno di nota il saggio introduttivo relativo al materiale e alla sua mitologia, curato da Alberto Veca, e le puntuali schede tecniche curate da Alessandro Cesati.

Con il volume Ferro civile, curato da Alessandro Cesati, Fiorenzo Cesati, Jacopo Lorenzelli e Alberto Veca si scandaglia un settore limitato della attività artigianale in ferro svoltasi dal basso medioevo alle soglie del XIX secolo che l’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert classifica come appartenente alla Serrurerie, alla classe dei prodotti realizzati in metallo di piccole dimensioni e ottenuti per forgiatura. Come ben fa notare Alberto Veca nel saggio introduttivo Serrurerie corrisponde all’arte e al prodotto del fabbro di chiavi, toppe, ringhiere e gangheri, del magnano per seguire una dizione toscana di illuminante valore etimologico in quando deriva dal latino parlato manianum, maniglia – e quindi lavoratore delle maniglie.” “Sul piano formale – scrive Alessandro Cesati – il battente da porta si manifesta storicamente in due versioni: il tipo a martello e quello ad anello.

Battente da porta con piastra di fondo. Italia settentrionale (Lombardia) Sec. XVII. Ferro forgiato e inciso; piastra ritagliata H.: cm. 16; L.: cm. 12. Corpo ad anello ovale di sezione rettangolare piatta, sagomato sotto lo snodo e inciso a bassorilievo, con due delfini che si affrontano a bocca aperta verso la testa del battente, e motivi vegetali. Testa con rosetta lobata e pomolo a fiore con quattro riccioli (con funzione di presa) sul davanti, e dado tondo posteriore.
Snodo a laccio rigato. Piastra ritagliata con quattro foglie trilobate e forate.
Battente da porta con piastra di fondo a baldacchino. Francia Sec. XVI. Ferro forgiato, scolpito e inciso; piastra traforata. H.: cm. 32; L..: cm.14; P.: cm. 7. Corpo a martello di sezione rettangolare ornato con drago alato scolpito a tutto tondo e inciso: testa con bocca aperta, collo ricurvo, ali ripiegate sul corpo e piccola coda a ricciolo. Testa poligonale. Snodo a due perni cilindrici incisi (ricavati da uno sdoppiamento del corpo del martello e incernierati in due occhielli laterali). Piastra di fondo sagomata in alto e in basso, traforata con due motivi a rosone e arricchita con due profili laterali sporgenti, quattro borchie sferiche e baldacchino semicircolare aggettante in alto, ritagliato e traforato con motivi geometrici e gigli di Francia.

Il primo è predominanate nel Medioevo ma viene continuamente prodotto anche nei secoli successivi e si configura come un’asta verticale ripiegata in basso a testa di martello, talora interamente modellata in forme zoomorfe e/o fitomorfe ovvero più semplicemente arricchita con figure animali e/o vegetali. Il tipo a martello può assumere configurazioni diverse e comunque non classificabili come varianti fisse e ricorrenti, essendo tendenzialmente frutto di una elaborazione personale del singolo artefice che intendeva dar vita ad un oggetto unico. Il tipo ad anello compare, o meglio ricompare (come riscoperta del modello classico) intorno al ‘400 e si diversifica in molteplici varianti sostanzialmente raggruppabili in tre categorie: gli anelli puri, quelli modificati e le lire.
La forma rotonda pura è prevalente nel ‘400 e nel ‘500 e ad essa si affianca successivamente quella ovale (larghezza superiore all’altezza); in questo gruppo sono da includere anche quegli esemplari prodotti tra il ‘500 ed il ‘700 in un’area compresa tra la Germania meridionale, la Svizzera e l’arco alpino orientale, la cui forma, sostanzialmente rotonda od ovale viene mascherata da un apparato decorativo particolarmente ricco costituito da motivo vegetali, mascheroni, ecc. Già verso la fine del ‘400 compaiono forme modificate dei canonici anelli tondi ottenute secondo modalità di variazione abbastanza precise e rinoscibili: i lembi superiori del battente anziché ricongiungersi ad arco e determinare la classica forma anulare, vengono ripiegati verso l’alto ad angolo retto, dando luogo a prolungamenti verticali paralleli, oppure secondo una linea curva, che in tal caso determina un profilo a campana.
Un’ulteriore articolazione di questi modelli formali è osservabile in un’ampia tipologia di battenti prodotti in Francia nel
‘600 e nel ‘700: in essi si riconosce una sagoma ovale che subisce nella parte superiore ripiegamenti ad angolo e insieme curvilinei, dando origine ad un profilo del tutto particolare, comunemente assimilato a quello di un carniere (boucle de gibecière).

Battente da porta. Italia Settentrionale (Lombardia) Sec. XVII. Ferro forgiato e inciso. H.:
cm 21; L..: cm 19,5. Corpo ad anello ovale con prolungamenti verticali paralleli, di sezione rettangolare piatta, inciso con motivi vegetali. Testa con presa a pomolo tondo sagomato con sgusci triangolari. Snodo a fascia traversa rigata, arricchita con profili verticali incisi con teste umane e foglie d’acanto, e laccio rigato e costolato al centro.
Battente da porta con piastra di fondo. Francia settentrionale Sec. XVIII. Ferro forgiato e lucidato; piastra ritagliata e traforata. H. (con piastra): cm. 25; L.: cm. 14. Corpo ad anello ovale con prolungamenti curvilinei, cosiddetto boucle de gibecière (anello di carniere), di sezione rotonda con rigonfiamenti ai lati della testa, e sezione rettangolare nei prolungamenti. Testa a nodo tondo. Snodo a struttura verticale e perno passante attraverso i lembi superiori del copo; struttura verticale composta da un balaustro quadrangolare che si allarga in una sagoma piatta a forma di campana, smussata sui bordi e coronata da un pinnacolo tondo. Piastra ritagliata e traforata con motivi vegetali.
Battente da porta con piastra di fondo. Germania meridionale. Seconda metà sec. XVI. Ferro forgiato e inciso; piastra sbalzata e incisa. H. (con piastra): cm. 22; L.: cm.14. Corpo ad anello rotondo di sezione rettangolare, sagomato e inciso con motivi vegetali e arricchito con sei volute vegetali, di cui quattro interne e due esterne, fuoriuscenti dai lati della testa e dello snodo. Testa con presa anteriore a pomolo sferico inciso e dado tondo posteriore. Snodo a laccio con doppia scanalatura. Piastra a quadrifoglio sbalzato e inciso.

Infine la forma a lira, apparentemente nata da un’ennesima elaborazione della forma ad anello, si sviluppa in realtà in via autonoma come ripresa di un modello classico che ricalca a sua volta il profilo dello strumento musicale.
Il carattere distintivo del battente a forma di lira è rappresentato dalla presenza di riccioli ai lati dello snodo, che lo differenziano dal tipo ad anello scampanato. I battenti a forma di lira vengono realizzati principalmente in Italia tra il ‘500 ed il ‘700 e talora in Spagna e in Francia; in molti esemplari il profilo della lira viene costruito con due delfini disposti in posizione simmetrica. Restano da fare alcune osservazioni circa l’aspetto formale della testa e dello snodo di un battente. La testa può assumere configurazioni diverse: nella maggior parte dei casi è costituita da un ingrossamento del corpo che forma un nodo (tondo, esagonale, poligonale, ecc.); più raramente appare indistinta rispetto al resto del battente e presenta talvolta la stessa sezione del corpo; molto spesso è segnalata dalla presenza di un dado sul retro e/o di un pomolo sul davanti: il dado ha la funzione di evitare il contattto diretto del corpo del battente con la porta mentre il pomolo funge da presa; la presa di un battente può anche configurarsi come elemento vegetale sporgente (un ricciolo, una voluta, ecc.). Come già detto la testa dei battenti a martello è in genere
costituita dal ripiegamento del corpo ma in certi casi il corpo non è ripiegato e diventa necessaria la presenza di un dado sul retro. Lo snodo può essere di due tipi: può esserci un laccio che abbraccia il corpo del battente e le cui estremità vengono riunite e conficcate nel legno della porta, oppure un’astina bloccata nello spessore della porta che termina esternamente a forcella, con un perno che attraversa la forcella e nel contempo trapassa anche il corpo del battente. Questo secondo tipo di snodo può essere realizzato anche in forma inversa: la forcella sporge dal corpo del battente e il perno trapassa l’astina fissata nella porta.”

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