Il camino sotto la scala in una casa tradizionale

Progetto: Luciano Maré, architetto
Località: Lago di Varese
Materiali: cotto, legno e pietra della zona
Testo: Walter Pagliero
Art Direction: Cristina Mazzucchelli
Foto: Fabrizio Gini

Luciano Maré, architetto, nato a Varese nel 1957, laureato al Politecnico di Milano con una tesi sul recupero edilizio concordata col prof. Valerio Di Battista. Convinto del valore preminente della pratica, prima di laurearsi ha lavorato in studi di architettura della zona. Dall’84 ha iniziato a progettare in proprio molta edilizia privata, case unifamiliari rispettose dell’ambiente e delle tradizioni locali. Poi ha avuto l’incarico per condomini sempre più grandi. Contemporaneamente cura restauri conservativi in cui si è sempre più specializzato.

Dovendo dare un’etichetta alle abitazioni unifamiliari costruite da questo progettista, si potrebbe parlare di architettura della memoria legata al suo territorio di appartenenza, quello di Varese. Anche il camino, che penetra con la canna fumaria nella tromba delle scale, si avvale di procedimenti dell’architettura spontanea. Luciano Maré fa sempre riferimento alla tradizione locale: sul lago si ispira a certe tipologie e a certi materiali come l’intonaco, sopra a una certa quota usa solo la pietra. In questo caso abbiamo una costruzione rustica in una posizione privilegiata sul lago di Varese: è l’abitazione di un imprenditore agricolo che ha apprezzato questo atteggiamento di rispetto per le preesistenze locali e, il risultato è una “casa rustica” che, anche se costruita da poco, sembra essere da sempre in quel luogo. L’interno ha coerentemente lo stesso spirito.

Come l’architettura di questa casa all’esterno cerca di apparire una costruzione spontanea della tradizione contadina, così all’interno non vuole perdere la sua spontaneità e si costruisce per nuclei funzionali autonomi. La filosofia di Luciano Maré è quella di nascondere l’intervento dell’architetto anziché esibirlo. Il committente aveva precedentemente un’appartamento e un’attività in città, poi ha deciso di cambiare, ha venduto la ditta e si è trasferito in questa casa dando vita a una sua azienda agricola. Anche l’interno riflette questa sua nuova identità con assemblamenti di funzioni tipici della tradizione. L’assemblaggio di scala e camino va visto in questa prospettiva, che a ben guardare rivela una tipica oculatezza contadina: per non sprecare calore, la canna fumaria in rame viene lasciata libera (in modo da poter riscaldare anche il primo piano) anziché incassarla nel muro per ragioni estetiche. La cappa doveva essere in rame, ma il pensiero che i nipotini potessero scottarsi ha fatto decidere per la muratura. Il disegno del camino è improntato alla semplicità e alla comodità d’uso e utilizza i materiali dell’edificio.

 

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