Il Branzino


La ricetta di Casa felice

Varazze è una bella cittadina, davvero “a misura d’uomo” sulla Riviera di Ponente, in Provincia di Savona. Il suo turismo funziona specialmente in estate ma vi sono mesi invernali nei quali non poche persone anziane frequentano la città per il clima particolarmente mite, anche se proprio alle spalle si erge, possente, il Monte Beigua, ricco di sedimenti archeologici di età preistoriche, che supera i mille metri e spesso è incappucciato di neve. Ma a Varazze
maturano anche i pompelmi. Numerosi gli Alberghi, ai quali, frequentemente, sono collegati ottimi ristoranti. Quello presentato qui è l’Albergo Genovese Villa Elena. I Varazzini, lungo la storia, dal Medioevo al secolo XIX, sono stati collegati più a Genova, la Superba, che non a Savona. Per i Genovesi costruivano le navi. L’Albergo Genovese Villa Elena, tre stelle più che meritate, si presenta attraente per numerosi motivi. Intanto la costruzione, di un Liberty raffinato, che è segno di gran buon gusto e rende felicemente abitabile l’Albergo. Poi, per chi va al Ristorante, i saloni ben arredati e, infine, soprattutto, ben serviti da una cucina che non si trova così facilmente, specie nei centri di turismo estivo. Dagli antipasti, ai primi e ai secondi, dai contorni, ai dolci e alle frutta tutto sa di “fresco”, specie il pesce che è stato pescato dai pescatori di Varazze.
Dimenticavo il vino. Molte possibilità di scelta, a partire da quello “della casa”. Che è poi una famiglia, la famiglia Bruzzone, famiglia varazzina con padre, madre e figli, tutti impegnati nella gestione dell’Albergo Genovese Villa Elena. Andare, dunque al Ristorante, e fermarsi magari all’Albergo. Il gioco vale la candela, e molto di più.

F.G.G.

Dicentrarchus labrax, detto Branzino (prevalentemente nelle regioni italiane settentrionali), Spigola (regioni peninsulari), Ragno (tratti della costa toscana) o Pesce lupo, è un pesce marino della famiglia dei Serranidi.
Il nome "branzino" deriva dal veneto e lombardo bransin e cioè ‘branchino’: il pesce dalle branchie in vista, mentre il nome "spigola" deriva dalla spina preopercolare molto acuta e tagliente ("spigolo"). Il branzino vive nelle acque temperate del Mediterraneo, Mar Nero e Atlantico orientale (dalla Norvegia al Senegal) generalmente in acque costiere ed eccezionalmente fino ad un centinaio di metri di profondità.
Lo si può trovare su qualsiasi tipo di fondale, da quelli rocciosi alle praterie di Posidonia oceanica.
Ben tollerante ai cambiamenti di salinità è in grado di risalire i fiumi per parecchi chilometri in cerca delle proprie prede.
Presenta un corpo affusolato e lungo, leggermente compresso e con un peduncolo caudale piuttosto alto. Il capo è robusto e termina con un’ampia bocca munita di minutissimi denti che permettono al branzino di catturare e ingoiare prede di grandezza superiore al 45% del proprio corpo.
Presenta due pinne dorsali distinte fra loro, a differenza delle altre specie appartenenti alla famiglia dei serranidi, che ne presentano una sola.
Il nome del genere Dicentrarchus deriva proprio dalla presenza di due pinne dorsali. La prima è formata da 7 grossi raggi erettili. Il dorso è scuro, i fianchi argentei e il ventre bianco, mentre gli avanotti hanno il dorso e i fianchi ricoperti di punti neri, caratteristica che permane per diversi mesi dopo la nascita e che può farla confondere con la spigola macchiata (Dicentrarchus punctatus). Ben visibile la linea laterale grazie alla quale il branzino riesce a percepire la presenza delle proprie prede in qualsiasi condizione meteomarina. Le pinne non hanno colorazioni particolari salvo sfumature nerastre. Le dimensioni medie si aggirano intorno ai 45-60 cm, ma un individuo adulto può raggiungere e superare il metro e mezzo di lunghezza e i 15 Kg di peso.

La ricetta

Chef Sig. Bruzzone Dino dell’Hotel
Genovese Villa Elena – Varazze

Preparare in una teglia bassa uno strato sottile di olio extravergine di oliva condizionato con acqua; adagiare il
branzino aperto e sfilettato (togliere adeguatamente la spina ma lasciare la pelle); dopo aver aggiunto sul branzino
un pizzico di sale e poche gocce di limone, guarnirlo (ricoprirlo) con un consistente strato di foglioline di mandorle
e pochi semi di finocchio; infornare a forno caldo a 160° per 12-14 minuti controllando la cottura.

BRANZINO
SFILETTATO ALLE
MANDORLE

Ingredienti: 1 branzino sfilettato di 600 gr. ( per due persone ) aperto e spinato, foglioline di mandorle, semi di finocchio, olio extravergine di oliva, sale e limone.

 

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