a cura di Gjlla Giani. I Beni culturali della Chiesa sono la componente più importante nell’ambito del nostro patrimonio artistico culturale: non solo per il valore più importante in assoluto, inteso come ricchezza materiale, ma singolarmente come la più vasta testimonianza della cultura, del pensiero e della creatività dell’Uomo. Quindi un valore inestimabile e irripetibile ancor più se conservato nel suo contesto storico e ambientale naturale, perché meglio così può esserne compreso il significato nella sua interezza, compreso quello di “strumento di aiuto di quella nuova evangelizzazione di cui il Santo Padre parla in tutti i suoi contenuti”. Patrimonio dunque che va protetto come dovere primario di noi Italiani che ne siamo i “depositari” e come diritto di impedire che vada disperso per l’incuria del tempo o peggio ancora per mancanza di attenzione e quindi tutela. Il contributo di ogni singolo concorrerà alla conservazione e quindi all’arricchimento dei beni che ci appartengono per storia e per tradizione oltre che nel senso materiale, che si è detto, ancora più nell’insieme di tutti quei valori spirituali che contraddistinguono la nostra creatività ben nota in tutto il mondo che fa del nostro Paese meta ambita di visite turistico-culturali, uniche e affascinanti. Le schede
Località: Senigallia (AN) Il quadro di “S. Pellegrino Laziosi”, opera di Ercole Graziani il Giovane, è posto al centro della cappella di San Pellegrino Laziosi nella chiesa di San Martino. Il dipinto rappresenta Gesù Cristo discendente dalla croce che appare al Santo in estasi e gli guarisce la piaga della cancrena sulla gamba destra che un angelo scopre sollevando la veste, mentre altri angeli appaiono sullo sfondo. Si tratta di una tipica tela del Settecento bolognese. L’elemento architettonico presente nel quadro si riferisce all’interno della chiesa: colori diafani evanescenti, tutti sui toni dell’azzurro e del grigio tenue. Il quadro necessita di una nuova tela, di una pulizia generale e del restauro pittorico nella parte inferiore a sinistra (dalla gamba in poi). Il quadro di “San Michele e Santi” è posto nella Cappella di San Michele Arcangelo e Santi. E’ dipinto in “olio magro”, secondo le notizie storiche fornite da Padre Gallerani. Il serto di fiori sembra essere il motivo conduttore della figurazione. La pittura mostra infatti nove Santi e Beati disposti quasi a ghirlanda attorno alla Madonna.
San Sebastiano e Santa Apollonia (quest’ultima tiene con la mano sinistra un paio di tenaglie che stringono un dente, memoria del supplizio subito) sono le due figure in primo piano. Disposti secondo un grande movimento avvolgente, accanto ai due Santi in primo piano si vedono San Giovanni Battista, Santa Giuliana Falconieri (si consacrò a Dio attratta dalla vita santa dei primi frati dell’Ordine dei Servi di Maria), l’Arcangelo Michele (che dà il titolo del dipinto) e alcuni Beati appartenenti all’Ordine dei Serviti, la cui canonizzazione recente all’epoca della stesura del dipinto. Essi sono: Beato Giacomo Filippo Bertoni con la croce rossa in mano, Beato Giovannangelo Porro conun giglio, Beato Gioacchino Piccolomini con una fiammella sul capo, Beato Francesco Patrizi e Beato Enea da Faenza. Già nell’autunno del 1977 il dipinto è |