L’edificio, a prima vista, appare di difficile datazione: le sovrastrutture, le aggiunte del triportico secentesco e della sacrestia settecentesca, l’intonaco che lo riveste completamente e le decorazioni esterne con lesene e cordonature, inducono a una datazione di epoca rinascimentale con aggiunte barocche. Ma un’osservazione più attenta rivela ben più antiche origini. Il tiburio ottagonale, ai cui lati si aprivano delle finestre, sostiene all’interno una volta a spicchi con costoloni ad arco ribassato del XII secolo, poggianti su mensole romaniche decorate. Approfonditi studi svolti negli anni Settanta dall’architetto Sandro Mazza relativi alla parte inferiore dell’edificio ci riportano a un’origine ancor più antica, legata alla prima evangelizzazione del territorio. La presenza del battistero e la dedicazione dei martiri milanesi Gervaso e Protasio rendono probabile l’esistenza sin dal V secolo di una pieve comprendente tutto il territorio sudoccidentale del Lago Maggiore. La pianta quadrata all’esterno cui corrisponde all’interno un ottagono con nicchie alternativamente rettangolari e semicircolari, ricavate nello spessore del muro si rifà a edifici analoghi del V e VI secolo ispirati agli antichi
Il Battistero ha otto lati, perché apre la porta dell’eternità (l’ottavo giorno rispetto ai sette del mondo creato, giorno senza tramonto, compimento della creazione; l’ottava di Pasqua in cui il battezzato porta la veste bianca). I gradini all’ingresso hanno anch’essi un significato simbolico: i catecumenti li discendono per poi risalire battezzati, evocando i tre giorni della discesa nel sepolcro, la morte dell’uomo vecchio e la vita donata con la grazia del battesimo. Nelle foto: due particolari dell’interno; vista zenitale della volta; il centro monumentale storico di Baveno (il Battistero è visibile tra il colonnato e la chiesa). Alcune profonde fenditure verticali percorrono l’intera struttura, la copertura con la trabeazione originale a ombrello, in legno di castagno, è in parte ceduta sotto il peso delle “piode”, infiltrazioni d’acqua hanno raggiunto la volta sottostante e, in parte, compromesso gli affreschi e la muratura. L’umidità di risalita sta sbriciolando gli intonaci interni. Il restauro di carattere strutturale, in una prima fase, interesserà il parziale rifacimento dell’orditura di legno e del manto di copertura risalente al XVII secolo. Si prevedono interventi di consolidamento, di parziale sostituzione delle parti usurate, di impermeabilizzazione, di conservazione di tutto ciò che può dare garanzia di durata nel futuro, senza mutare la struttura originaria e la pendenza attuale. Il progetto degli interventi è stato redatto dall’arch. Franco Prini di Stresa. Assicurata la stabilità e arrestato il degrado, sarà avviata una campagna archeologica. Altro aspetto di grande importanza è il restauro dei cicli pittorici. In particolare di tutta la parete rinascimentale nascosta sotto i pesanti ritocchi ottocenteschi ma che emerge ancora, con una certa efficacia, nei tondi della volta e nella scena della crocifissione. Arch. Pier Mario Locatelli
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