I mobili di Carlo zen


Il personaggio di Casa felice

(Verona 1851 – Lanzo D’Intelvi 1918)

I suoi arredamenti sono esibiti alle varie esposizioni regionali, nazionali ed internazionali, ma è proprio all’Esposizione di Torino del 1898 che vengono proposti alcuni mobili di fantasia riconducibili allo stile floreale ancora in embrione. Inizia così in sordina l’avventura liberty della ditta Zen che la porterà, in capo a quattro anni, al rapido e trainante aggiornamento in senso modernista di un vasto settore della propria produzione. Dal 1898 comincia anche un pubblico confronto con gli altri celebri ebanisti liberty, Carlo Bugatti ed Eugenio Quarti, presenti, anche loro, sia alle esposizioni di Torino del 1898 e del 1902 che a quella di Parigi del 1900.

Nel’immagine a destra un dipinto di Gustav Klimt, esponente di spicco della pittura Art Nouveau.

CARLO ZEN
Mobile da sala in legno di mogano riccamente
intarsiato a decoro floreale con ottone
e madreperla. Un mobile di identica
forma e differente decoro fu presentato alla
Prima Esposizione Internazionale d’Arte
Decorativa Moderna tenutasi a Torino nel
1902. Segni di usura, mancanza del cristallo
specchiato sul piano, piccole mancanze
nell’intarsio.
Dimensioni: cm 148x117x34.
A MAHOGANY WOOD CABINET
BY CARLO ZEN
Partenza d’asta 1.000 – 1.500 euro
Venduto per 15.275 euro

Storia dello
Stile Liberty

L’Art Nouveau ebbe il suo inizio nel 1890. Il nome deriva da quello di un negozio parigino, «l’Art Nouveau Bing», aperto nel 1895 da Siegfrid "Samuel" Bing, che sfoggiava alcuni oggetti dal design innovativo, tra cui mobili,
tinture, tappeti e vari oggetti d’arte. Il movimento trae le sue origini dal socialismo utopistico di John Ruskin e si ispirò all’ideologia propugnata dall’Arts and Crafts di William Morris, il quale aveva posto l’accento sulla libera creazione dell’artigiano, come unica alternativa alla meccanizzazione e alla produzione in serie di oggetti di dubbio valore
estetico; successivamente aveva cercato nell’industria un alleato piuttosto che un nemico. L’Art Noveau, rielaborando questi assunti, precorse il moderno design e buona parte dell’architettura moderna, dando alla progettazione il ruolo di premessa indispensabile ad ogni intervento creativo. Un punto importante per la diffusione di quest’arte fu
l’Esposizione Universale del 1900, svoltasi a Parigi, nella quale il nuovo stile trionfò in ogni campo. Ma il movimento si diffuse anche attraverso altri canali: la pubblicazione di nuove riviste, come “L’arts pour tous”, e l’istituzione di scuole e laboratori artigianali. Lo stile raggiunse probabilmente il suo apogeo durante l’Esposizione Internazionale d’Arte
Decorativa Moderna, svoltasi a Torino nel 1902, in cui furono esposti i progetti di designer provenienti dai Paesi europei in cui il Liberty si era diffuso. Nella decade a seguire, il nuovo stile venne presto messo in commercio con prodotti dozzinali, diretti ad un pubblico di massa, all’incirca dal 1907, e a questo termine venne attribuito un significato negativo.
Nel campo letterario, i caratteri più importanti sono: il preziosismo, l’esotismo, l’allusione ai mondi del passato, ormai scomparsi (il Medioevo cavalleresco, le corti dei re Luigi in Francia, le monarchie cinesi e giapponesi), l’opposizione al positivismo, e l’interesse verso la teosofia. Nella narrativa, rigetta il realismo, optando per la novella storica e il
racconto di esperienze di allucinazioni e pazzia, per la descrizione di raffinati ambienti di Bohemia, introducendo il personaggio della donna fatale, che conduce gli uomini al piacere e alla morte.

 

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