I giardini pensili

Servizio e disegni di: Raffaela Balestrieri, architetto

“Copertura a verde” è il termine che nel linguaggio tecnico più aggiornato indica la formidabile progenie dei giardini pensili o tetti a giardino che hanno contraddistinto e reso memorabili molti ambienti urbani nei periodi più felici della storia delle civiltà e dell’architettura. Alla straordinaria capacità di concorrere alla riqualificazione dell’ambiente costruito, che è una proprietà innata dei tetti a giardino, le coperture a verde aggiungono un contenuto di innovazione funzionale, tecnologica e gestionale tale da porle, oggi, alla portata anche delle committenze e delle utenze meno disponibili ad investire denaro sui propri edifici. Ciò a condizione di sapere di volta in volta definire, realizzare e gestire la soluzione tecnica che meglio risponde alle particolarità del caso.

Gli aspetti ecologici

Molte ricerche e studi sono stati compiuti sulla possibilità della vegetazione di modificare e migliorare l’ambiente urbano; esiste quindi una letteratura in materia ricca ed articolata che illustra le possibilità da parte delle piante di influenzare positivamente l’ecosistema città. Gli influssi di carattere ecologico esercitabili dai tetti verdi possono essere schematicamente così raggruppati: – spazi aggiuntivi a disposizione della flora e della fauna; – intercettatori delle sostanze inquinanti presenti nell’atmosfera; – abbattimento dei rumori; – miglioramento dei microclimi; – utilizzazione dell’acqua piovana ed alleggerimento della rete fognaria. Per ciò che riguarda il ciclo dell’acqua nell’ambiente urbano i tetti verdi ed i meccanismi di drenaggio che li caratterizzano possono permettere il recupero di parte delle precipitazioni piovose e la loro reintroduzione, attraverso il meccanismo dell’evapotrasformazione, nell’ecosistema città.

Gli aspetti ingegneristici

La realizzazione dei rinverdimenti sui tetti e sulle facciate può non solo migliorare le condizioni climatiche dentro l’edificio, ma determina anche una situazione migliore per la conservazione delle opere edili. Infatti attraverso l’opera di intercettazione dei raggi solari, i tetti verdi permettono un migliore isolamento tecnico dell’edificio. Negli U.S.A. le “Earth sheltered house” sono abitazioni sul cui tetto sono disposti in copertura 15 cm circa di piote di terra che permettono di ottenere l’isolamento termico equivalente a 8 cm di lana di vetro impiegata nel “pacchetto” di coltivazione. I dati contenuti in letteratura dimostrano che con uno spessore di 10 cm di terra si possono attenuare le variazioni termiche circadiane, mentre con 30 cm queste variazioni sono praticamente nulle. L’effetto dell’isolamento termico del tetto verde è dovuto sia al complesso piante-substrato di coltura che, soprattutto, ai prodotti utilizzati per il drenaggio. Infatti alcuni sistemi per il rinverdimento prevedono l’impiego di elementi in materiale espanso che possono esercitare un elevato effetto coibentante.

Tipologie

Il sempre maggiore interesse verso i rinverdimenti pensili e la loro diffusione hanno favorito la ricerca di nuove tecniche di realizzazione; in questo modo si sono ampliate anche le possibilità di utilizzare il rinverdimento su buona parte delle coperture esistenti sugli edifici. La FLL (Associazione Tedesca per lo Sviluppo e la Costruzione del Paesaggio) ha raggruppato le tipologie dei rinverdimenti pensili in base alle caratteristiche d’uso, di costruzione ed alla vegetazione impiegata distinguendole in: a. verde estensivo; b. verde intensivo semplice; c. verde intensivo complesso. Questa distinzione, oggi comunemente accettata e diffusa, avviene in base all’utilizzo, alle caratteristiche progettuali/strutturali, al tipo di vegetazione ed al tipo di manutenzione richiesta. Nella realtà delle costruzioni spesso queste tre tipologie possono essere presenti contemporaneamente nello stesso impianto. Le piante impiegate sono di solito muschi, erbacee perenni, arbusti e piccoli alberi. La scelta è limitata alle specie idonee a vivere sui tetti e tra queste quelle più adatte alle condizioni climatiche, geografiche e della copertura in questione; in particolare bisogna fare attenzione alla resistenza agli stress determinati dalle escursioni termiche. Inoltre bisogna considerare la forma degli apparati ipogei; infatti si deve limitare l’impiego di specie che sviluppano fittoni profondi, molti rizomi e stolomi. Attenzione dev’essere rivolta alla concorrenza a livello radicale, alla rapidità di sviluppo, alla suscettibilità alle fitopatie, alla capacità di mantenere il vigore vegetativo.

a.1. Verde estensivo: Il concetto di verde estensivo si basa soprattutto sul fatto che tale tipologia richiede un basso onere di manutenzione e generalmente richiede un minore costo di impianto. Può essere realizzato sia su coperture piane che su quelle inclinate, in quanto richiede normalmente spessori di substrato di coltivazione alquanto limitati (med. <10 cm.) e costituiti in prevalenza da componenti minerali dalle varietà vegetative generalmente costituite sedum, piante perenni, erbacee, accomunate elevate capacità di rigenerazione autopropagazione resistenza allo stress idrico termico. il peso del "pacchetto" degli strati destinati alla coltivazione questa tipologia è indicata per coprire qualsiasi struttura nei limiti, peraltro piuttosto ampi, delle conoscenze tecniche oggi a disposizione. questo motivo fatto conseguente che può essere realizzato su solai con bassa carico, campo d'impiego dei rinverdimenti estensivi quello superfici pensili preesistenti anche ampie dimensioni, quali garages sotterranei, autosilos, edifici commerciali ed industriali. b.1. Verde intensivo: semplice Con questa tipologia si identifica l’impianto di verde pensile che necessita maggiori cure rispetto al caso precedente ed è quindi caratterizzato da sistemazioni effettuate con piante un po’ più esigenti nell’impianto e nella manutenzione. Lo spessore del “pacchetto” utilizzato nella coltivazione è maggiore che nel caso precedente, così come il peso che mediamente è superiore ai 100 Kg/m2 . Per questi motivi la scelta delle specie è meno limitata e possono essere impiegate sia piante erbacee che arbustive. In particolare sono adatte molte specie perenni, le graminacee e gli arbusti a portamento tappezzante o che si sviluppano in modo limitato in altezza. Come per i rinverdimenti semplici, sono da evitare le monocolture che, come tutte le popolazioni di tipo artificiale e monospecifiche, si prestano ad essere esposte alla perdita della vegetazione a causa di fitipatie particolarmente virulente. Le sistemazioni a verde intensivo semplice, specie quando vengono realizzate su ampie scale, devono essere effettuate tenendo in particolare attenzione la distribuzione delle piante e la composizione dell’insieme, la caratterizzazione di alcune aree con i colori e le altezze e l’entità dei gruppi di ogni singola specie. La scelta di combinare insiemi di piante di una certa altezza con macchie e radure basse, seminate in modo estensivo, è senza dubbio da consigliare.

c.1. Verde intensivo complesso: Il verde intensivo complesso, che per semplicità chiameremo verde intensivo, rappresenta la tipologia di verde pensile più evoluta e con più ampio impiego di tecnologie e di materiali. E’ caratterizzato generalmente da un maggior costo dell’impianto e soprattutto dall’esigenza di adottare un preciso ed esteso programma di cure periodiche. Si presta ad essere impiegato nella realizzazione di ambienti vivibili e normalmente è utilizzato su tetti piani con una buona capacità di carico. A seconda della disposizione ed ampiezza può essere di tipo localizzato (es. rinverdimenti realizzati in contenitori) o continuo. Lo spessore del “pacchetto” destinato alla coltivazione delle piante può essere mediamente compreso tra 15 e 60 cm, mentre il peso varia da 150 a 600 Kg/m2 Il verde intensivo permette un impiego molto ampio delle specie ed in pratica l’unico vincolo nella scelta floristica, al pari di impianti realizzati in piena terra, è rappresentato dalle condizioni climatiche che contraddistinguono la zona dove viene realizzato l’impianto. Con questa tecnica possono essere realizzati impianti a verde caratterizzati da prati, aiuole fiorite, siepi, arbusti, alberi e rampicanti. Le cure necessarie per il mantenimento di questi impianti sono decisamente maggiori rispetto a quelle previste per le tipologie precedenti; in particolare devono esere curate le irrigazioni, le concimazioni e la gestione delle infestanti.Gli oneri di manutenzione che un rinverdimento intensivo comporta, possono variare nel tempo e comunque dipendono molto dal tipo di piante scelte e dai relativi accostamenti.

Nella foto a destra:Struttura antincendio. Almeno ogni 40 m una striscia di ghiaia
o piastra di cemento larga min. 1 metro

I tetti verdi sono parte integrante degli edifici e pertanto è necessario conoscere il loro comportamento al fuoco al fine di predisporre le eventuali strutture antincendio. Le caratteristiche dei materiali che compongono il “pacchetto”, la ritenuta d’acqua e l’intensità della manutenzione sono i principali fattori che incidono sul comportamento al fuoco. Le condizioni affinchè un rinverdimento possa essere considerato “copertura forte” (coperture realizzate secondo i criteri delle protezione dal fuoco trasportato dal vento) sono essenzialmente le seguenti: – rinverdimento di tipo estensivo solo quando il substrato di coltivazione sia alto almeno 3 cm. – su grandi superfici siano realizzate barriere frangifuoco (pavimentazioni con giaia, piastrellature, rialzi con materiali ignifughi) almeno ogni 40 m.

Struttura del tetto verde

Il giardino pensile impone scelte progettuali ed interventi specifici tali da ricreare le condizioni ideali per lo sviluppo delle piante, e per questo motivo assumono particolare importanza l’impermeabilizzazione, il drenaggio, la resistenza meccanica alla penetrazione delle radici, ai carichi concentrati, alle sollecitazioni accidentali e continue e, infine, la resistenza all’aggressione chimica dei concimi e degli essudati emessi dalle stesse piante. La struttura complessiva o “pacchetto” del tetto verde può essere divisa in due blocchi: la struttura di copertura e quella di vegetazione. La struttura della copertura deve assolvere le funzioni costruttive del tetto, mentre la struttura verde associa le parti del “pacchetto” substrato di coltura, filtrante, drenante necessari al mantenimento delle piante. Schematicamente, dal punto di vista delle funzioni svolte nei rinverdimenti si possono individuare, dall’esterno verso l’interno, i seguenti strati: – strato di coltura: deve garantire le condizioni fisico – chimiche e biologiche necessarie per lo sviluppo della vegetazione – strato filtrante: divide il terreno di coltura dal sottostante drenaggio. La sua funzione è di ostacolare la discesa di materiali a granulometria fine e dei colloidi che potrebbero andare ad intasare lo strato sottostante e limitarne la sua funzione. – stato drenante: a seconda del sistema di rinverdimento e di irrigazione, può svolgere sia funzione di emungimento delle acque in eccesso che quella di riserva idrica al pari di una vera e propria “falda artificiale”. I materiali impiegati possono essere sia elementi sciolti leggeri ed espansi di tipo idrofilo che elementi precostruiti non idrofili. – strato di protezione: ha funzioni protettive nei confronti della struttura dell’edificio e degli strati isolanti; serve inoltre da cuscinetto ripartitore delle sollecitazioni meccaniche fra il piano di posa ed il “pacchetto” e impedisce la propagazione di fessurazioni dalla soletta portante alla membrana impermeabile. – strato antiradice: svolge la funzione di difesa del tetto da parte dell’aggressione delle radici delle piante. In certi casi questa funzione è svolta dallo stesso strato impiegato per l’impermeabilizzazione in altri casi è invece necessario prevedere uno strato a sé stante che svolga specificatamente questa funzione. – strato divisorio: separa, quando è necessario, lo strato antiradice o quello isolante dalla copertura. – strati isolanti: l’isolamento termico e l’impermeabilizzazione rappresentano un binomio inscindibile e pertanto devono essere complementar
i e compatibili. L’impermeabilizzazione serve a conferire alla copertura una prefissata impermeabilità all’acqua meteorica resistendo contemporaneamente a sollecitazioni fisiche, meccaniche e chimiche indotte dall’ambiente esterno.

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