Una valle ricca di memorie e di tradizioni, dove il turista può contemplare non solo la meraviglia della natura, ma anche il laborioso ingegno testimoniato dall’arte e dall’architettura. If houses are to abandon their static quality, architectural design should not be seen as a series of barriers to overcome but more as associations to be enhanced. Servizio a cura: dell’Architetto Francesco Trisorio Ci sono terrazzamenti lungo i pendii. Sono una testimonianza molto antica del fatto che nella valle dell’Engadina l’agricoltura è praticata sin da epoche remote. I ritrovamenti archeologici fanno pensare che nella valle vi fossero insediamenti di una popolazione probabilmente di origine etrusca, sin dal periodo che va dal 1400 e al 1200 avanti Nelle foto: Le case dell’alta Valle di Engadina: linde e ben tenute, conservano intatto il fascino del borgo montano Houses of the upper Engadina valley are clean and well-kept. They preserve that mountain-village appeal despite the pressures of modern times. The hillside terracing is evidence that agriculture has been practised in the valley of Engadina for a very long time. Archaeological finds suggest that there were settlements in the valley, probably of Etruscan origin, from the period Come e dove andare, sui sentieri dell’eden Lasciate le frastagliate sponde del lago di como si sale verso chiavenna, e poi ancora su, ormai totalmente circondati dai massiccio alpino. Dopo il passo del maloia, si apre lo splendido panorama di vette e boschi di conifere. Si è nell’alta valle engadina. Il primo borgo che accoglie il visitatore è sils maria: poche case e grandi silenzi. Qui nietzsche soggiornò a lungo e scrisse il suo “zarathustra”, una tra le sue maggiori opere. Superata selvaplana, ecco lo slargo di st. Moritz, località sciistica tra le più note e suggestive di tutto il mondo. Luogo mondano che non ha bisogno di presentazioni, ambiente incantevole, strutture turistiche di prim’ordine. Ma forse meno noto è il fatto che qui si trova il “segantini museum”, che espone la più completa collezione di opere del maestro del realismo, giovanni segantini (1858 – 1899). Se ne può qui conoscere appieno l’iter creativo, nel contesto alpino che ha ispirato le sue opere.pochi chilometri ancora, ed ecco celerina con la chiesa, tutta in pietra, di st. Antonius, mentre alto sopra i tetti spicca il campanile di bel tempel, al centro del borgo antico. Sulla sua cuspide campeggia un gallo dorato: ha una particolarità, un meccanismo a fili collegato alle campane muove le sue ali come in una danza che accompagna i rintocchi.
Chi arriva a celerina trova subito il luogo ove orientarsi in “celerina tourismus”, all’angolo della strada che porta al centro vecchio. L’ufficio è retto da stefan sieber coi suoi collaboratori: col loro aiuto non è un problema organizzare gite, escursioni, visite guidate o trovare alberghi, . Si potranno attingere informazioni su tutta la storia della zona e sui suoi segreti. Si potrà entrare così nello spirito di un luogo che conserva il gusto della vita nello splendore della natura. Gli engadinesi vanno fieri della loro valle, lo testimonia il mito che raccontano: “poco dopo averli creati, dio vide che gli uomini presero a combattersi per il possesso dei territori. Allora li convocò in engadina e a ognuno assegnò una terra. Questo avvenne in autunno, quando gli engadinesi sono a caccia: tornati, chiesero di avere anch’essi la loro terra. Ma il signore, fatta la ripartizione, aveva deciso di tenere per sé la parte migliore: l’engadina, appunto. Gli engadinesi furono felici e fieri per la scelta, e innalzarono canti di lode. Ascoltando le loro voci armoniose dio si commosse al punto che disse: “e’ questa la terra migliore e me l’ero riservata, ma prendetela pure voi, io me ne andrò altrove”. E fu così che da quel momento dio decise di non risiedere più in engadina e, non essendovi altro posto sulla terra, se ne andò in cielo, dove tuttora sta.
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