I CASSETTI DELLA MEMORIA

Ci sono quattro modi per fare un arredamento, che riassumerei così:

 

uno è quello di “aprire i cassetti e mettere fuori tutto”;
l’altro è “aprire i cassetti per mettere dentro tutto”;
un terzo modo è quello di “aprire i cassetti e buttare via tutto” il quarto è quello di “non avere o volere i cassetti e incominciare tutto da capo”.
 

UN TRATTATO DI SOCIOLOGIA

 

Queste definizioni di “cassetti” le ho trovate appuntate a mano, come chiose, in un trattato di sociologia e psicologia dei primi Novecento,  a sintesi del modo di agire in diverse situazioni comportamentali.

 Mi complimento con chi le ha scritte, con cortesia ringrazio e le faccio mie a proposito di vivere le proprie scelte in indirizzo del proprio arredamento.

 

Un arredamento vissuto, si intende, che racconta e partecipa con personalità la quotidianità di chi ci abita, di chi giorno per giorno trasferisce, corregge, rinnova e trasforma con i propri gesti lo scenario del proprio modo di vivere.

 

Il lettore potrà scoprire che l’ Attore del primo modo, quello che “dal cassetto tira fuori tutto” privilegia gli oggetti del ricordo, dei viaggi, delle emozioni di ieri e del presente e le dispone con viva personalità ed intelligenza.

 

L’ Attore , nel secondo caso, ritrova quello che non lascia a se stesso e agli altri nessun messaggio personale, prende tutto il bagaglio della sua vita e lo chiude sotto chiave.

 La casa è funzionale, corretta: il progetto rispecchia il desiderio di speranza del proprio divenire nel prossimo futuro; ma la scelta dei colori, dei mobili, dell’accessorio, del verde ornamentale che c’è o non c’è, testimonia inevitabilmente un attaccamento alla propria tradizione che è rimasta nella sua pelle, e benché la voglia tenere nascosta e segreta, traspare ancora forte.

 

Terzo Attore è quello invece che “apre i cassetti e butta via tutto”.

 

La sua casa racconta il patto che ha fatto con la sua vita, l’ha chiuso per sempre, non vuole messaggi del passato: ci sono modelli più importanti del presente da prendere come riferimento; c’è una volontà di dare a se stessi, alla propria famiglia, un’immagine nuova, la voglia dell’offrire un ottimismo legato al prossimo futuro.

 

Quarto Attore, qui non ci sono cassetti, non c’è dentro niente: in genere è la coppia nuova che sta “shekerando” una personalità nuova, che non ha ancora trovato ma ritroverà un suo modo di manifestarsi nella propria casa. Più personalità si stanno ancora formando: si manifestano diversi angoli, racconti personali convivono differenti punti di vista, decisioni e indecisioni.

 

Poche righe devono cercare di riassumere esaurientemente il nostro pensiero quando raccogliamo e tracciamo la rivista:

 però, forse, riusciamo a dare quel contributo che aiuta il lettore ad arricchirsi, a fortificare le proprie emozioni di pensiero e di scelte che personalmente deve effettuare. Il lettore attento può ripercorrere le nostre scelte guardando con attenzione le foto, oltre che nell’insieme anche nella ricerca del particolare, partecipando così all’emozione che suscita la casa vissuta: scopre o riscopre un personaggio, l’ospite che ci ha invitato e che ha invitato il lettore sulle pagine di Casa Oggi rivelando le proprie scelte.

 

Gli forniamo l’occasione di leggere dei bellissimi racconti scritti da uomini per altri uomini:

 oggetto della nostra ricerca è sempre una meravigliosa personalità da comunicare e, come tutta la natura insegna, la comunicazione non è fatta solo di parole e di cose scritte,  ma di forme, di colori e di gesti.

 

Questo è il prodotto che ogni mese offriamo al lettore, con un consiglio: entrare nelle foto, “accovacciarsi in modo virtuale” dentro le stesse, per respirare quel meraviglioso benessere che dà la socialità,  perchè la miglior conoscenza l’uno dell’altro non può che renderci migliori.

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