Sztekiel svolge corsi d’arte applicata per non vedenti. Qui il tema della particolare percezione tattile, della capacità di apprezzare a godere la forma non attraverso la vista, ma attraverso il tatto, dà luogo a un nuovo lavoro di ricerca. Unire l’espressione artistica con la funzionalità intrinseca del mobile, con la particolare sensibilità e la necessità del non vedente di muoversi nell’ambiente: da tutto questo nascono proposte totalmente sconvolgenti. «Il mio modo di trattare la forma si è modificato nel tempo, col modificarsi della percezione stessa della forma. E molto La simmetria non è consona col modo d’essere e di muovesi dei non vedenti. La necessità della asimmetria, accentua il valore scultoreo delle forme che produciamo nel mio atelier. Con questi mobili, permettiamo che la scultura entri nelle case: è importante, altrimenti oggi sarebbero ben pochi coloro che desiderano acquistare una scultura per la propria abitazione. In ogni pezzo troviamo l’anima, lo spirito, la vita di chi lo crea. Operiamo un artigianato puro, autentico, che si accompagna a una lunga meditazione. Intendiamo questo lavoro come qualcosa che aiuta a vivere, e rifiutiamo un vivere finalizzato al lavorare. Nelle opere si ritrova veramente la personalità di chi l’ha compiuta. Non seguiamo modelli, non stilemi, non tecniche precostituite. Il design contemporaneo è perlopiù fatto a tavolino: per questo dà luogo a forme stereotipate, di ispirazione tecnologica ma, mi sembra, prive d’anima. Nella nostra produzione, invece, mettiamo l’anima innanzitutto…» Nel catalogo di “Bio for me” troviamo suggestioni fortemente organiche, espressioni di mondi fiabeschi, fantasie giocose, varietà a getto continuo. Ma Sztekiel ha anche proposto alcune soluzioni per il camino di casa…. «Sono progetti, schizzi: per tre camini. Uno rotondo con una canna che si sdoppia in alto. È pensato per essere realizzato in cemento e potrebbe anche essere prodotto in serie. Questo, come gli altri due, sono disegnati in forme prettamente organiche, alla ricerca delle rotondità, della plasticità della natura. Il design contemporaneo privilegia la linea retta e l’angolo a 90°. Ma queste sono astrazioni tecniche. La natura conosce linee curve, non rette. La retta in realtà è qualcosa di estraniante e alienante. Il dialogo con i non-vedenti mi aiuta a riscoprire la verità della natura delle origini, in un rapporto più autentico tra uomo e oggetto». (Leonardo Servadio)
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