Grande Giubileo

Tratto da:
Chiesa Oggi 46
Architettura e Comunicazione

IL RITORNO DEL SACRO

"L’impegno di lavorare per una causa comune, quella di rendere più abitabile e più bella la “casa dell’uomo”, affinché in essa ognuno possa incontrare Dio “ ”

Rev. Prof. Carlo Chenis

 

 


Con la chiusura dell’anno giubilare è venuto a concludersi il servizio della Commissione Artistico-Culturale del Grande Giubileo dell’Anno 2000, che è durato oltre sei anni. La Commissione, presieduta da S.E.R. Mons. Francesco Marchisano e coordinata da Carlo Chenis con la collaborazione di 35 membri tra ecclesiastici e laici, era incaricata di valutare i progetti di carattere artistico-culturale per l’eventuale conferimento del logo giubilare da parte del Comitato Centrale.

Data la mole e la diversa specificità dei progetti, che fin dall’inizio pervenivano in Dicastero, si è provveduto all’istituzione di cinque sottocommissioni di esperti facenti parte della Commissione Artistico-Culturale. Si sono individuati i seguenti settori: arte, musica, teatro, spettacoli cine- tv, editoria. Ciascuna sottocommissione aveva un suo coordinatore che poi riferiva quanto discusso alle assemblee plenarie. Si sono tenute 14 assemblee plenarie durante i sei anni di vita della Commissione. Il lavoro delle singole sottocommissioni è stato quello di prendere attentamente in esame ciascuno dei progetti pervenuti. Da essi si è potuto constatare quanto il mondo dell’arte sia diversificato, quanta forza detenga ancora nei confronti dell’uomo contemporaneo, e, in molti casi, quale freschezza e genialità si libera dai cultori delle molteplici arti liberali. Anche nel settore delle arti è stato necessario il concorso di istituzioni molteplici nell’ambito ecclesiastico, civile, privato. E’ stata questa un’occasione privilegiata di incontro, di scambio d’opinioni, di faticosa concertazione, di fraterna condivisione. Il contatto continuo con i dicasteri della Santa Sede, le conferenze episcopali, le diocesi, le autorità civili, i responsabili dell’ordine pubblico, gli enti privati ha permes-so un arricchimento interpersonale e un serrato confronto organizzativo. Del numeroso materiale pervenuto (musicale, teatrale, cinematografico, editoriale) fermiamo la nostra attenzione – dato l’interesse della rivista – su quello delle arti ed in particolare dell’ar te per il culto dove sono state incentivate numerose iniziative di restauro.

Roma stessa ha mutato volto risplendendo con le facciate restaurate di chiese e palazzi. Grande spazio è stato dato alle mostre di arte, sia nella rivisitazione storica delle grandi stagioni dell’arte, sia nella proposta di ar tisti viventi. In molti annessi cultuali si sono organizzate esposizioni e convegni per riscoprire l’importanza dell’arte nel culto, nella catechesi, nella carità. Con l’occasione del giubileo, attraverso conferenze e seminari di studio, si è riflettuto sull’architettura al fine di riqualificare la progettazione dei sacri edifici. Forse in questo Giubileo non si sono prodotti grandi monumenti, ma si è egregiamente rivisitata la storia, si è seriamente riflettuto sull’arte, si è condi visa l’urgenza di uscire dal ristagno e dalla frammentazione dei saperi preparando il terreno per nuove committenze. Le numerose iniziative hanno riacceso l’attenzione per l’arte sacra, ma soprattutto hanno ridato una nota di sacralità alla quotidianità. Il Giubileo ha permesso di ripresentare un’arte sacra che non allontana dalla vita di tutti i giorni, un’arte che entra in essa, così che gli spazi ecclesiali possono ritornare ad essere luogo di socializzazione aperti ai fedeli e ai lontani. L’esuberante appoggio di tutti i settori delle ar ti all’evento giubilare ha dimostrato la continuità dell’inculturazione del Vangelo nell’oggi delle civiltà. La Chiesa ha infatti inculturato la sua fede e ha acculturato le civiltà in cui si è inserita, per cui non vi è una radicale opposizione tra il profano e il sacro, bensì un regime di reciproco scambio senza però confusione.

Giubileo degli Artisti

Il momento giubilare vissuto con particolare commozione dalla Commissione Artistico-Culturale è stato quello degli artisti celebratosi il 18 febbraio alla presenza del Santo Padre. Una ristretta Commissione di lavoro ha organizzato e coordinato le molteplici manifestazioni. Il mondo degli Artisti, nelle sue molteplici e suggestive sfaccettature, venne invitato ad un percorso giubilare per ritemprare le motivazioni spirituali che fecero grande l’arte di ispirazione cristiana. Lontano dai fasti esteriori, gli ar tisti sono stati introdotti nella “casa di Dio” per confermare la loro vocazione di umili e grandi pellegrini dell’Assoluto capaci di raccontare quanto Dio ha rivelato alla sua umanità nello splendore della creazione e della redenzione.

Memoria e profezia del Giubileo

Gli anni di preparazione e la celebrazione giubilare hanno messo in evidenza il valore dell’arte nel contesto dei beni culturali della Chiesa. E’ stata l’occasione propizia di tanti eventi e di numerosi incontri interpersonali. Non può dunque andare perso quanto si è avviato e proseguito durante il Giubileo. I segni della memoria e i nuovi segni del presente, che hanno contrassegnato il Giubileo, devono diventare strumento per la “nuova evangelizzazione”, affinché prosegua instancabile l’opera missionaria di inculturazione della fede nel rincorrersi delle generazioni. In tal senso l’arte non è solo accompagnamento al culto, alla catechesi e alla carità dei fedeli, ma è anche annuncio di Cristo ai “lontani”, poiché quando un’opera è bella sempre apre verso la divina trascendenza. L’anno santo è stato un momento di affrancamento spirituale e di impegno ecclesiale per ritrovare la dimensione sacrale dell’arte, onde procedere alla “renovatio Urbis et Orbis”, dando alla bellezza delle opere il valore di segno della progressiva ricapitolazione di tutte le cose in Cristo. Patendo da innumerevoli strade diverse, quelle delle proprie culture e delle personali esperienze, gli artisti si sono incontrati in Roma dando all’universalità della Chiesa il colore dei popoli del mondo nei loro molteplici carismi artistici e spirituali. Ritornando poi alle proprie terre, hanno preso l’impegno di lavorare per una causa comune, quella di rendere più abitabile e più bella la “casa dell’uomo”, affinché in essa ognuno possa incontrare Dio.

Valore evangelizzante dell’arte

L’esordio del terzo millennio dell’era cristiana deve portare allora ad una riqualificazione delle arti. Esse possono autorevolmente concorrere alla nuova evangelizzazione dal momento che “questo mondo nel quale noi viviamo ha bisogno di bellezza per non cadere nella disperazione. La bellezza come la verità, mette la gioia nel cuore degli uomini ed è un frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione” (Messaggio agli Artisti del Concilio Ecumenico Vaticano II, 8 dicembre 1965). In questo dopo giubileo suona caro e fecondo il saluto del Santo Padre agli ar tisti: “Auguro a tutti voi, artisti carissimi, di essere raggiunti da queste ispirazioni creative con intensità particolare. La bellezza che trasmetterete alle generazioni di domani sia tale da destare in esse lo stupore! Di fronte alla sacralità della vita e dell’essere umano, di fronte alle meraviglie dell’universo, l’unico atteggiamento adeguato è quello di stupore. (Lettera del Papa Giovanni Paolo II agli Artisti, n.16)

Rev. Prof. Carlo Chenis, SDB Segretario, Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa

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