Gli astri domestici come fuochi d’arredo

Come l’acqua, non ha forma. Ma la luce non ha neppure una corporeità sensibile: non si vede ma fa vedere. E noi la sappiamo usare, ma ancora non sappiamo bene che cosa sia: per questo è fonte di poesia e i suoi araldi, le lampade, sono come piccoli soli, tanto comuni da passare a volte inosservati.
Ma non passano inosservate le lampade di design, sempre protagoniste, elemento accentratore delle prospettive visuali anche se sono spente.
Espressione stilistica dell’essenza della casa: in linea o in contrappunto col resto dell’arredo.LIGHTING DESIGN

La progettazione delle fonti di luce è una disciplina recente: nasce al fine di migliorare il rapporto tra l’essere umano e il suo ambiente. La prima relazione che si stabilisce con quel che ci circonda non è tattile, ma visiva: la luce pertanto è l’elemento fondamentale di mediazione, lo strumento attraverso il quale percepiamo, conosciamo, apprezziamo lo spazio e, nell’abitarlo, possiamo trovarci a nostro agio oppure no, sentirci tranquilli, appagati o stimolati…IL TRIONFO DEL LAMPADARIO

Ben più della lampada, ben più della sorgente di luce. Il lampadario è anzitutto oggetto d’arredo: è il “portatore di lampade” che troneggia al centro del salone, circonfuso di volute barocche o scintillante nelle gocce di cristallo: e alle tipologie classiche oggi si somma il piacere dell’elaborazione sul tema, arricchito di sorprese. Ed ecco “Zar” (di Flaver), ricco di avvolgimenti trasparenti; e “Turciu” (di Catellani & Smith), 21 rami intrecciati di ottone; e “Novecento” (di Antonangeli), un’allegra cascata di abat-jour.FISICITA’ FLUIDA

Consistenza e inconsistenza: la luce e le sue fonti sono luogo di ambivalenza. Il design esalta questi aspetti, contribuendo al gioco della smaterializzazione dell’oggetto, operando ai confini della significatività formale.
Vedo-non vedo, ma anche traspaio-non traspaio: su questi binari si muovono diverse proposte progettuali e l’uso di materie plastiche traslucide e di superfici satinate contribuisce al fiorire di plurali fluidità che trasportano la forma sul terreno dell’impalpabilità.
Qui cinque lastre di metacrilato tagliate a laser sono conformate a “nuvola” con vuoto interno in cui campeggia il bulbo luminescente: l’energia ne viene filtrata e frazionata.
(Cloud di Rotaliana, design Toyo Ito).IL FASCINO DELL’ESOTICO REINTERPRETATO

Figure esotiche: la propensione verso l’etnico viene dal fascino che esercitano le terre lontane, ma anche dalla ricerca di un ritorno all’autenticità primigenia, dalla quale il sovrapporsi di sollecitazioni culturali sembra allontanarci. Di qui il successo di figurazioni che rimandano alle lampade in carta di riso che la tradizione folclorica cinese ha tenuto viva, o i cestini di rafia o vimini, che ricordano l’artigianato africano: queste suggestioni si ritrovano nelle lampade in resina termoplastica “Tropico a Monaco” (Foscarini). Mentre una simile propensione per l’esotismo conduce anche verso altre mete più “naturistiche”, come in “Coral” (Pallucco Italia).Le lampade sono amiche dell’aria, si staccano dai muri: appese, applique, piantane che sia, il luogo della luce è distante dalle superfici corporee dell’edificio, perché è il primo elemento che abita lo spazio, e lo ravviva con i suoi raggi.
L’estro del colore, elemento centrale nella finitura dell’ambiente, ha il suo centro focale nella lampada. E anche dove non c’è colore, la luce ve lo porterà: aggiungendo alle forme e alle funzioni la carezza dell’emozione. La produzione ha esplorato cammini sempre nuovi, toccando tutti i tasti: dalla nostalgia alla sperimentazione.STELLE A SOFFITTO, PENNELLATE A PARETE

Anche se sono a incasso, i punti luce immediatamente acquistano vita propria: si distinguono nettamente dalle superfici e le animano. Il paragone spontaneo è con le stelle: una luce discreta, ben individuata ma diffusa attraverso la molteplicità delle presenze.
E ogni punto non è mai solo: è là dove la sua presenza significa qualcosa per l’ambiente. Diverso in questo dalla lampada a parete, la cui funzione è dilavare le superfici con pennellate di chiarore che si estendono silenti all’intorno.
Così le pareti acquistano profondità e consistenza, e le loro dimensioni sembrano dilatarsi.SOLUZIONI A TEMA

Rifinire l’architettura con una sottolineatura che esalta la personalità. Qui il patio diventa stanza e la stanza patio: la grande vetrata propone una compenetrazione reciproca di spazi così che il ghiaiato bianco e le leggere presenze arboree si adagiano con piena complementarietà nel disegno minimalista dove in linee essenziali si posano gli elementi di arredo. Il cielo si indovina, con la sua cangiante luminosità, sopra le chiome verdi, riflesso nel biancore dei sassolini. La lampada è una messaggera di quel cielo: nube fluorescente che si stacca dalle immensità e sembra viaggiare maestosamente nelle dimensioni del locale (Argo 2 di AV Mazzega, design C. Marturano P. Franzosini).A PARETE, CON SOBRIA ELEGANZA FAMIGLIARE

Le applique tendono a comportare un tono di famigliarità: rendono con evidenza il concetto di “casa”.
Sono sostanzialmente espressione di intimità. Il paralume troncoconico – o tubolare – richiama immediatamente l’idea dell’abat-jour: una luce personale, che non si condivide con alcuno. Adottare quel tipo di forma per le lampade a muro comporta una scelta precisa nel senso dell’arredo: esso acquista i connotati affettivi di quelle condizioni di esclusività. Uno stile “country” troverà facilmente riscontro in queste soluzioni: ma un disegno ricercato degli elementi è in grado di strapparli a questa specificità, grazie alla ricercatezza del supporto, all’eleganza del rivestimento, alla preziosità del decoro.TRA PAVIMENTO E SOFFITTO

Steli di solida presenza: piccoli grattacieli domestici portano la luce al soffito e da lì la lasciano spiovere attorno (Vortex di Eva Luz, a specchio o di vari colori).FIORITURA E GEOMETRIA

I disegni geometrici hanno accompagnato la cultura e la capacità espressiva dell’umanità sin dalla preistoria. E il ripetersi di motivi geometrici è sempre stato uno dei modi in cui il gusto estetico si è tradotto in forme che hanno elaborato le superfici: dalle caverne ai templi greci, dalle ville romane ai monumenti rinascimentali.
Il cumulo delle esperienze passate ritorna, oggi filtrato da una nuova visione critica che tende a riassumere e riproporre: e i designer attingono con capacità mimetiche, ma soprattutto di sintesi, alle grandi epoche passate. Nelle soluzioni più nuove, sulle superfici dei materiali tecnici di più recente fattura, si ritrovano echi di produzioni artistiche lontane nel tempo. Nelle linee slanciate che caratterizzano tanta parte della nostra epoca, si ravvisano gemme di suggestioni antiche.
Come nei lampadari ottocenteschi ritrovavamo steli e corolle, ecco anche oggi motivi dal
sapore floreale: campanule stilizzate, decorate, slanciate e allegre (Vortex, di Eva Luz).Nell’ultima foto in basso i tralci diventano schermi che modulano la luce: e suggeriscono immagini agresti che aprono prospettive nuove all’immaginazione: l’ambiente si trasfigura nell’accostamento di mobili in ferro battuto. Interno ed esterno si confondono, l’orizzonte si allarga (Ciani).

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