GIUSEPPE CAPUOZZO – PROGETTI SEZIONE A – VINCITORE EX-AEQUO

Edificio in Via Settembrini n. 32 – Napoli

Il nubifragio di eccezionali proporzioni abbattutosi sulla città di Napoli in data 15.09.01 ha causato allagamenti che hanno provocato numerosi dissesti in varie parti del territorio cittadino.

Dati complessivi dell’evento
In due ore di pioggia torrenziale l’insula di Via L. Settembrini è stata gravemente danneggiata. L’intero comparto residenziale privato cede e si deforma registrando circa 40 cm di fuori piombo misurato sulle facciate esterne.
Nei primi 20 giorni si rilevano circa 35 cm di cedimenti verticali.
Il civico 5-32 (edificio in questione) ruota e si “distacca” dall’intero comparto segnando in facciata una lesione alta 18 m e larga 40 cm in sommità.
120 le famiglie e 70 le attività commerciali e artigianali sgomberate. In tutto colpite circa 1000 persone.
L’edificio in questione ha riportato danni alle strutture portanti tali da determinarne lo sgombero totale.
È stata redatta la progettazione in tre fasi, per il ripristino delle condizioni di sicurezza del piano fondale e dell’intera struttura in elevazione dell’edificio, compreso il restauro architettonico delle finiture delle sole parti condominiali.A seguito del nubifragio si registrava un cedimento fondale dell’area nella quale è compreso l’edificio di cui trattasi. Le lesioni erano maggiormente concentrate nel compartimento di confine con l’immobile sito al civico 26.
Qui la fase iniziale delle lesioni è stata superata dalla fase in cui le parti murarie sono reciprocamente svincolate e libere di aderire al moto imposto dai cedimenti fondali. Alla estremità dell’edificio si è avuto un abbassamento dei terreni di fondazione. Ciò ha provocato la rottura dei martelli murari lungo tutto il confine con il civico 26, causando anche la rotazione delle masse murarie e lo sfilamento delle travi portanti i solai dalle sedi murarie. Al piano 2° e al 1°, da un capo all’altro dell’edificio, si sono avuti dislivelli di 40 cm ca. Sulla base del rilievo tridimensionale delle deformazioni di facciata, è stato elaborato un modello 3D del complesso civ. 32- 5, civ. 26 di cui sono riportate le diverse prospettive con i cinematismi impressi dai cedimenti.
La facciata su Via Settembrini presentava una linea di sezione con andamento costante con una fuoriuscita in sommità pari a 10 cm ca. La facciata su Piazzetta Settembrini presentava nel primo tratto una linea di deformazione che fuoriusciva di 26 cm dalla verticale. Le verticalità, andando verso Piazzetta Settembrini, presentavano deformazioni maggiori con un fuori piombo massimo in sommità di circa 35 cm.Gli interventi di somma urgenza sono stati i puntellamenti delle parti pericolanti e la realizzazione di una rete di monitoraggio delle lesioni interne con la predisposizione di diverse basi deformo-metriche che nell’arco del primo mese sono state rilevate con cadenza bisettimanale, poi mensile. I puntellamenti hanno offerto un sostegno a quelle parti particolarmente sofferenti.

L’intervento eseguito e ultimato sul piano fondale
Dai rilevamenti eseguiti nel sottosuolo si è deciso per la realizzazione di coppie di pali cementizi di piccolo diametro, per punti dove è stato necessario realizzare in esterno le paretine in c.a. di collegamento.IL CRITERIO INFORMATORE
Il restauro strutturale in zona sismica di un edificio avente anche valenza architettonica riferibile al caso in questione, nel panorama dell’attuale stato dell’arte, ha due possibili soluzioni.
La prima è allineata con la teoria dell’elasticità venendo adottata anche per l’analisi delle strutture murarie.
La seconda possibilità d’intervento si rifà a una teoria del restauro e adeguamento antisismico degli edifici in muratura che affronta l’analisi strutturale prescindendo dalla teoria dell’elasticità. Il criterio informatore deriva dall’esigenza di conservazione del patrimonio edilizio storico considerato come “unicum” che contiene un assoluto portato culturale stratificatosi nei secoli.
Ciò premesso, si è optato per la seconda possibilità, data l’imponenza dell’edificio
settecentesco di riferimento.
Il degrado del fabbricato era da attribuirsi al nubifragio, che ha provocato un cedimento fondazionale anomalo per la sua entità nell’ambito della letteratura di riferimento. Al confine tra il civico in esame e l’adiacente 26, al limite della proprietà, s’è registrato il totale distacco del nostro immobile rispetto al contiguo. Per quanto attiene alla muratura si è verificata e realizzata la “corretta” geometria delle pietre e la loro regolare disposizione per dare monoliticità all’insieme. Questi il criterio e la tecnologia applicati nel progetto di restauro strutturale finalizzato al “ripristino delle condizioni di sicurezza dell’abitare” e realizzato nell’ambito del miglioramento sismico.

IL GIUNTO TECNICO STRUTTURALE
Si è realizzato tra il civico 26 e il 32. La soluzione consiste nell’inserimento di una struttura intelaiata, in aderenza al muro esistente che strutturalmente s’è rilevato essere parte dell’organismo resistente dello stabile confinante.
Ciò grazie alla costruzione di un sistema fondale indipendente sul quale si è impostato il telaio di cui innanzi.
La scelta progettuale trova ragione nel minore ingombro materico del telaio nei confronti del setto murario. Il giunto tecnico sancisce il distacco avvenuto dei due edifici, originariamente in aderenza, posizionandosi laddove la natura ha provveduto a indicarne la necessità con la grande lesione.

IL CONSOLIDAMENTO MURARIO – restauro strutturale
Interventi realizzati: – verifica, scomposizione e ricomposizione di tutte le strutture orizzontali piane dislivellate incluso il consolidamento delle volte murarie; – le murature sono state trattate con il metodo del “cuci e scuci” a pietra di tufo, “sostituendosi le pietre rotte” e provvedendo a ricostituire gli originari contrasti con particolari tagli a cuneo delle pietre usate; – scomposizioni e ricomposizioni murarie per riconfigurare le necessarie verticalità strutturali; – recupero della struttura in elevazione mediante una parziale scomposizione e ricomposizione della facciata su Piazzetta, contenendo le deformazioni di fuori piombo entro limiti inferiori ai 20 cm; – i solai sono stati rifatti in legno di castagno; – le falde di tetto sono state rifatte a struttura lignea e le capriate esistenti consolidate.

Il restauro architettonico – in via di completamento
Il lavori di restauro scaturiscono dalla consequenzialità con le opere di consolidamento
statico che hanno determinato l’eliminazione dell’intonaco e dei finimenti di facciata dalle strutture murarie.

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