Gioco di specchi

Abitazione al quartiere Marais di Parigi
Foto di Marina Papa.
Testo di Walter Pagliero.

Si tratta dell’attico di un palazzo barocco, nel quartiere del marais a parigi, che nel cortile possiede ancora stupendi alberi secolari. La centralità della zona ha portato i proprietari a ristrutturare già negli anni ‘20 quella che era la grande soffitta per farvi un raffinato appartamento di gran lusso.

This is an attic apartment in a baroque building of the marais district in Paris , the courtyard of which still has stupendous centuries-old trees. The centrality of the district convinced owners to refurbish the large attic as early as the 1920s, thus turning it into an elegant apartment of considerable luxury.

Questo appartamento, così centrale e così opulento, ha un soffitto molto basso a causa del soppalco, dal momento che si è voluto fare di una semplice mansarda due autonomi piani abitabili. È un fatto comprensibile se si pensa che qui ogni metro quadrato costa quanto un’auto sportiva. Ma la classe non è acqua e l’arredamento è riuscito a trasformare una grave limitazione in una personalissima e affascinante peculiarità: una vera e propria casa dei riflessi e delle illusioni. E il risultato straordinario non è tanto la dilatazione dello spazio ottenuta con specchi continui alle pareti e pannelli di specchio sul soffitto, ma il tono da grande palazzo aristocratico.

This central apartment has a low ceiling owing to the mezzanine, meaning that two autonomous living quarters have been made out of a single attic. This is understandable when one considers that each square metre costs about the same as a sports car. Yet the interior design has managed to transform a serious limitation into an appealing peculiarity, namely that of being a house of reflections. The extraordinary result is not so much the enlargement of space obtained, but rather the sensation of being in a large aristocratic building.

Quando si deve lottare con spazi angusti e proporzioni impossibili, l’importante è non autolimitarsi, ma studiare come ottenere in poco spazio gli stessi effetti che sarebbe facile raggiungere in un altro contesto. L’intelligenza, dicono gli psicologi, è soprattutto capacità di adeguarsi, e questo nell’arredamento vale moltissimo.

Nelle foto: il lussuoso living ottenuto in pochi metri quadri. I mobili sono tutti di alto antiquariato del periodo Régence (primo quarto del ‘700); di grande qualità sono anche i vasi cinesi Ch’ien Lung famiglia rosa . A tavola si pranza con un servizio cinesizzante.

When working with cramped spaces, it is important not to be self-limiting and to seek to obtain, in a small amount of space, the same effects that would be easy to achieve in another setting. Intelligence, psychologists say, is above all an ability to adapt, and where interior design is concerned this is especially true.

Nelle foto: È notevole in questa ristrutturazione il rigore con cui pochi materiali selezionati (il legno di castagno, il cotto antico, l’intonaco bianco) si alternano gradevolmente dappertutto.

“…il risultato straordinario non è tanto la dilatazione dello spazio
ottenuta con specchi, ma il tono da grande palazzo aristocratico…”

Il piano mansardato è meno di rappresentanza, ma non per questo meno raffinato. Qui ai miliardari mobili del ‘700 si preferiscono arredi Napoleone III di metà ‘800, alcuni laccati in nero eseguiti in Cina, anch’essi di grande qualità
anche se meno antichi, e qualche pezzo madreperlato di antiquariato siriano. Il gioco di specchi, che è un leit motiv della casa, continua ma meno insistito, limitato alle ante delle pareti mobili. Notevole il ritratto di mandarino cinese del ‘700: si tratta di un funzionario del grado più alto, il “letterato”, l’unico che poteva mostrare in grembo la raffigurazione della Fenice. Mentre i tessuti del soggiorno sono di Pierre Frey e Jane Churcill in colori chiari, la stanza della televisione ha tessuti di Etro sui toni dell’arancio e del verde, e la camera degli ospiti ha il letto rivestito da un violento tessuto scozzese, sempre di Pierre Frey. A questo punto non si può non citare la grande testa egizia del 2000 avanti Cristo
(Regno Tebano) posta sul cassettone ricoperto di specchi del soggiorno.

This attic is no state apartment, so to speak, but not for this less refined. Here the priceless 1700s furniture gives way to mid-1800s Napoleon III furniture, also of excellent quality even though not so old; there is also the odd piece of Syrian antiquity here and there. The play on mirrors, which is the leitmotiv of the house, continues to a lesser extent elsewhere. There is an interesting Mandarin Chinese portrait dating to 1700; the portrait is of the highest-ranking civil servant, the ‘man of letters’, and the only one who could depict the Phoenix in his lap. Light-coloured fabrics in the living room are by Pierre Frey and Jane Churchill; the television room has fabrics by Etro in orange and green; and the guest bedroom has a bed covered with a strong Scottish fabric, again by Pierre Frey. Also of note is the large Egyptian head dating to 2000BC placed on the chest of drawers covered with the living-room mirrors.

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