Gesù Cristo: ieri, oggi e per l’eternità

Tratto da:
Chiesa Oggi 43
Architettura e Comunicazione

Gesù Cristo: ieri, oggi e per l’eternità


Alla prima Esposizione Mondiale del Terzo Millennio, il Vaticano ha presentato un padiglione dal tema: il Messaggio di Cristo, la Chiesa della Pace mondiale e la Giustizia sociale. L’Esposizione, inaugurata nel giugno del 2000 ad Hannover in Germania, ha come tema l’uomo, la tecnica e la natura.

Intervista al Nunzio Apostolico, Giovanni Lajolo

Dove è nata l’idea di far partecipare la Santa Sede ad una esposizione universale come quella di Hannover?
È ormai quasi tradizione che la Santa Sede partecipi all’esposizione universale: basti ricordare la sua presenza all’EXPO di Bruxelles nel 1958 o quella di New York, con l’esposizione della Pietà di Michelangelo conservata in San Pietro, ed alle ultime, Budapest, Siviglia e Lisbona. All’EXPO 2000 la Santa Sede è stata invitata dal governo tedesco ed ha volentieri accolto l’invito. La Santa Sede ritiene di dovervi essere presente in segno di apprezzamento per l’espressione che un’esposizione universale dà ai risultati della ricerca scientifica ed agli sviluppi della tecnica, frutto dello spirito umano, e perché in un contesto internazionale così qualificato non manchi la parola del messaggio evangelico.
Come avete interpretato il tema dell’EXPO “Uomo, Natura, Tecnica”? Che legame c’è con il grande evento del Giubileo?
Il tema dell’EXPO 2000 – “Uomo, Natura, Tecnica” – offriva alla Santa Sede un’occasione favorevole per parlare dell’uomo e dell’ “Uomo nuovo”, che è Cristo. L’uomo è visto nella sua realtà, caratterizzata da una sovente drammatica vulnerabilità, però anche da entusiasmanti possibilità positive. Cristo è la via dell’uomo per condurlo non solo a Dio, ma anche a se stesso ed ad un futuro più umano. L’uomo è la via della Chiesa. Cristo è la via dell’uomo: il visitatore del padiglione vaticano è accolto all’ingresso da questa scritta in diverse lingue, posta su una stele. In queste parole si riassume il messaggio del padiglione della Santa Sede all’EXPO 2000. Il legame con il Giubileo risulta allora spontaneo, perché Cristo è al centro tanto del padiglione vaticano, co-me pure del Grande Giubileo del 2000. Gli altri due aspetti – natura e tecnica – del motto dell’EXPO non sono assenti. Al tema della natura si ricollega, infatti, la scelta fatta nella costruzione stessa del padiglione: legno e vetro, tutto durevole e smontabile, nonché il suo riutilizzo al termine dell’EXPO 2000. La Santa Sede ritiene di dare anche così un messaggio in favore della tutela del creato. Inoltre la costruzione si avvale di una tecnica sofisticata. È stato pure creato un sito internet del padiglione (www.expo-vatican. de), in tre lingue: tedesco, inglese e spagnolo, molto apprezzato dai competenti e molto visitato.
Come è avvenuta la scelta dei progettisti? Interpreta la forma architettonica l’idea di base del padiglione?
Vi è stato un concorso indetto dalla Conferenza Episcopale Tedesca a cui hanno partecipato otto architetti, alcuni dei quali di fama internazionale. La commissione esaminatrice si è unanimemente espressa a favore del progetto della ditta SIAT di Monaco di Baviera. Con la sua forma circolare, che ricorda in qualche modo quella di una cellula vivente, viene messo in evidenza il nucleo centrale – in cui è collocato il “Mandylion” – e la sua forza d’irradiazione verso l’esterno – in questo caso verso le cinque sezioni tematiche dell’esposizione permanente: Pace e Giustizia, La Donna, Il Bambino, La Famiglia o la dignità dell’uomo. D’altro canto, la grande trasparenza interna del padiglione ne mette tutte le parti come in una naturale vicendevole comunicazione.
Il tema centrale dell’allestimento espositivo del padiglione, come del Giubileo dell’anno 2000, è ‘Gesù Cristo: ieri, oggi, e per l’eternità’. Nel padiglione viene presentato per la prima volta al pubblico europeo il “Mandylion”. Che significato ha tale immagine? E in quale rapporto si pongono le sculture d’arte moderna di ogni parte del mondo e quelle di epoca romana con le tematiche principali affrontate dal padiglione?
Il “Mandylion” è la più antica icona del volto di Cristo conservata nella Cappella Mater Redentoris del Vaticano. A causa della sua delicatezza, esso è posto dietro una parete, sulla quale è riportata una scritta che riprende il Concilio Vaticano II e la bolla d’indizione del Grande Giubileo: “attraverso l’incontro con Cristo l’uomo scopre il mistero della sua propria esistenza”. Come si vede, ritorna il tema centrale costituito dal rapporto fra Cristo e l’uomo. Le sculture d’arte moderna sono di due tipi. All’esterno del padiglione è collocato un gruppo bronzeo di Cecco Bonanotte, intitolato “La Chiesa spiega all’uomo le ragioni dellasua speranza”. Si tratta di un’opera assai moderna, ma che si pone nella linea umanistica che caratterizza la migliore arte italiana. All’interno vi sono quattro opere provenienti da diverse parti del mondo: dall’Africa quella di Sunday Jack Akpan, dall’America quella di John Ahern, dall’Asia quella di Katsura Funakoshi, e dall’Europa quella di Stephan Balkenhol. Si tratta di artisti contemporanei di fama, che provengono da esperienze diverse, ma che hanno riscoperto, attraverso la multiforme e talvolta errabonda esperienza dell’arte del nostro tempo la centralità della figura umana. Queste opere sono state scelte per indicare l’uomo, così com’è nella sua incantevole prosaicità: l’uomo che è la via della Chiesa. Le statue classiche, non solo di epoca romana, ma anche rinascimentali, sono collocate al centro di ognuno dei cinque settori dell’esposizione permanente quasi per visualizzarne il titolo. Per il tema “giustizia e pace”, due Angeli della scuola di Antonio Rossellino (XV° sec.), intesi a ri-cordare l’annuncio di pace di Betlemme; per il tema “donna”, una figura di donna della metà II° sec.; per il tema “bambino”, il gruppo “Bambino con l’oca” del I° sec.; per il tema “famiglia”, un busto di coppia, i cosiddetti “Catone e Porzia“ di epoca contemporanea a Cristo; per il tema “dignità dell’uomo sofferente”, la piccola Pietà per Vittoria Colonna di Michelangelo. Come si può notare, i temi qui svolti sono temi qualificanti della dottrina sociale della Chiesa; e le opere d’arte che, per così dire, le introducono, sono tutte di eccellente qualità.
È previsto un programma di manifestazioni e conferenze per il padiglione?
Sì ed è molto ricco. Sono previste settimane tematiche, collegate ai cinque temi presentati dal padiglione. Ad esse si aggiungono i “colloqui vaticani”, cioè discussioni tra personalità del Vaticano ed altre di rango internazionale. Non si tratta quindi solo di un’esposizione statica – e già non lo sarebbe per il modo stesso con cui è stata concepita e realizzata, ma dinamica e viva appunto perché accompagnata da attività culturali di prestigio.
Esiste un progetto di riuso del padiglione al termine dell’EXPO 2000?
Devo dire che fin dall’inizio si è voluto che il padiglione della Santa Sede potesse essere riutilizzato come centro ecclesiale, possibilmente a favore di una comunità dell’Europa orientale bisognosa di strutture pastorali. Per questo, fin dalla fase di progettazione il padiglione è stato concepito tenendo presente il suo uso definitivo. Terminata l’EXPO 2000, esso verrà trasferito a Lipajia, in Lettonia. Esso sarà così un dono comune del Papa e dei cattolici tedeschi a quella comunità cattolica.

Arch. Rossella Mombelli

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